Gela, silenzio stampa e ore di attesa
Il ko di ieri ha reso evidente la gravità della situazione: squadra lenta e svogliata, assente mentalmente. Le scelte di Cacciola non pagano


È accaduto quello che nessuno si augurava. Contro l'Athletic club Palermo non solo il Gela non ha ritrovato il successo, ma ha rimediato la quarta sconfitta consecutiva attraverso un non-gioco che, adesso, preoccupa tutto l'ambiente. Dell'entusiasmo del primo mese di campionato non è rimasto più nulla, se non il ricordo di un'illusione. Questa mattina la società ha ufficializzato il silenzio stampa che, nei fatti, vigeva già da una settimana. Nessun tesserato, nemmeno lo staff del vivaio, può rilasciare dichiarazioni ufficiali.
Una scelta di cui si prende atto con rispetto (ci mancherebbe), ma che forse non è la più corretta: proprio nel momento di difficoltà sarebbe forse opportuno avere una posizione chiara, soprattutto nei confronti di quei tanti tifosi che non stanno facendo mancare il proprio sostegno alla squadra. Ad ogni modo, la settimana che è cominciata sarà molto delicata. Ed è indubbio che in casa biancazzurra siano state e siano tuttora ore di grandi valutazioni.
Gaspare Cacciola è legato al Gela da un contratto fino al giugno 2027: esonerarlo significherebbe per la società caricarsi del costo del suo ingaggio, e del suo staff, unitamente a quello del nuovo tecnico e dei suoi collaboratori. Una scelta che non sembra sostenibile. Le responsabilità del momento non sono assolutamente tutte dell'allenatore, la squadra è lenta e svogliata e non c'è stata alcuna reazione dopo gli "schiaffi" presi da San Cataldo in poi. Ma è chiaro che alcune scelte del tecnico non hanno pagato: ieri e ad Acireale Giuliano terzino, ad esempio, ma soprattutto la reiterata esclusione di uno come Gigante che in questo momento con la sua verve avrebbe potuto dare una grossa mano.
Serve chiarezza, ancor prima di voltare pagina, ed il silenzio in questi casi non aiuta. La certezza è una: dopo quattro sconfitte di fila, e soprattutto per il modo in cui queste quattro sconfitte sono arrivate, gli alibi sono finiti. Il rischio di un tracollo è dietro l'angolo e il Gela non può permettersi di mettere a rischio un patrimonio come la Serie D, dopo i grandi sacrifici fatti (dalla società in primis) per conquistarla.
(Foto di Davide Gerbino)