"Gela tornerà ad essere competitiva. Basta volerlo!"

Ricordo come fosse oggi, quando anni addietro lo incontrai, armato di rastrello ed enormi sacchi neri, a ripulire il Bosco Littorio da una quantità industriale di rifiuti, riuscendo anche a differenzi...

01 ottobre 2021 01:44
"Gela tornerà ad essere competitiva. Basta volerlo!" -
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Ricordo come fosse oggi, quando anni addietro lo incontrai, armato di rastrello ed enormi sacchi neri, a ripulire il Bosco Littorio da una quantità industriale di rifiuti, riuscendo anche a differenziarli. Era alla guida di Legambiente Gela. Con lui, sotto un sole cocente, c’erano tanti giovani amanti della natura e del bello. “Qualcuno doveva pur farlo, non si può rimanere inermi dinnanzi a questo scempio”, mi disse mentre trasudava da ogni dove. Da qualche anno a questa parte le cose sono cambiate. Lui adesso è senatore della Repubblica e ricopre un ruolo di primo piano nel Movimento 5 Stelle. Ma l’ambiente (il bello che la natura ci offre) lo osserva con particolare attenzione e quando c’è da intervenire, non lesina energie.
Senatore Pietro Lorefice, partiamo proprio dall’ambiente. Quali sono gli strumenti che il governo nazionale sta mettendo in campo per tutelarlo?
“Con scrupolo abbiamo ricostruito le attività del Ministero dell'Ambiente per il Sito di Interesse Nazionale di Gela. Chiunque può verificare come negli ultimi tre anni, il Ministero guidato da Sergio Costa abbia allestito un numero di tavoli tecnici, Conferenze di Servizi istruttorie e Conferenze di servizi decisorie senza precedenti, imprimendo un'accelerazione della pubblicazione di decreti di bonifica in pochissimo tempo. Proprio qualche settimana fa si è riusciti a tagliare il traguardo della conclusione dell'iter, che sembrava interminabile, per l'approvazione del Piano operativo di bonifica dei suoli. Questo impegno da parte del Governo centrale ha ricadute sull'ambiente, sull'occupazione, sulla salute. Questo era l'obiettivo principale che ci eravamo posti, e che stiamo portando avanti con rinnovata determinazione”.

Dopo la dismissione di alcuni impianti dello stabilimento, Eni ha realmente avviato le opere di bonifica del territorio gelese?
“Non c'è dubbio che oggi l'occupazione diretta e indiretta nel Multisocietario di Piana del Signore sia per la maggior parte impegnata in attività di dismissioni degli impianti della raffineria tradizionale e dei cantieri di bonifica di falda e sottosuolo piuttosto che negli impianti produttivi della Green Refinery. Dismissioni e bonifiche sono oggi in fase di accelerazione, dopo i rallentamenti dovuti al Covid-19. Alcune sono già state completate (alcuni lotti dell'area vecchia e nuove discariche), altre sono in corso da anni o avviati recentemente (bonifica della falda con il Taf, impianto ex-Isaf, isola 1, 2, 6, 9, 14, 17), altre ancora sono in procinto di avvio, come l'isola 29 e la bonifica dei suoli. Il tutto in un contesto in cui anche gli investimenti produttivi continuano a crescere”.

Tanti operai, dopo la chiusura di determinati impianti dello stabilimento, hanno dovuto cambiare città per lavoro. Cosa poteva e doveva fare il governo nazionale per frenare tutto ciò?
“La crisi industriale del territorio gelese parte da lontano: ci si è affidati ad una sola azienda per sorreggere tutto il tessuto economico della zona e una volta che l’azienda in questione ha deciso di chiudere i battenti a Gela si è rivelata tutta la miopia di questa scelta. Il Governo di allora, di concerto con gli enti locali, avrebbe dovuto programmare una chiusura che non fosse così netta. Una programmazione della chiusura della raffineria avrebbe evitato lo shock derivante da una chiusura fatta dall’oggi al domani, ma probabilmente l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha peccato di capacità di visione o, peggio, ha preferito disinteressarsi per agevolare territori a lui più vicini… Ora quello che c’è da fare è rilanciare un’area già profondamente colpita e ora in ginocchio a causa della pandemia, bisogna puntare su una riconversione verde del tessuto economico, in linea con il Green Deal europeo. Finalmente è arrivata la rimodulazione dei fondi destinati all’area di crisi industriale di Gela, dobbiamo rimboccarci le maniche e preparare al meglio il terreno per la riapertura del bando, facendo un importante lavoro di informazione presso le aziende, spiegare il ruolo strategico che Gela può e deve avere nel Mediterraneo e soprattutto puntare su quei settori industriali innovativi e a basso impatto ambientale”.

Entriamo nel dettaglio: tantissimi giovani gelesi, dopo avere conseguito il diploma non riescono a trovare un'occupazione a Gela e sono costretti ad emigrare in cerca di fortuna. Perché è così difficile trovare lavoro nella propria città?
“Come dicevamo prima il tessuto economico di Gela è completamente sfilacciato. Bisogna creare un ambiente idoneo alla sua ricostruzione, solo quando le condizioni di partenza saranno pari a quelle delle altre parti d’Italia, Gela tornerà a essere competitiva. Sto parlando di infrastrutture, di digitalizzazione, di percorsi formativi d’eccellenza. Una volta che avremo tutto questo sono sicuro che i giovani gelesi non avranno problemi nel far rinascere questa città”.

Da tantissimo tempo si parla del porto rifugio insabbiato. Tante parole ma pochi fatti reali. Quando una soluzione definitiva al problema?
“Quella del porto è una vicenda che seguo da tanti anni, da oltre tre anni solo con l'attuale governo regionale. Purtroppo la pazienza e il supporto che l’amministrazione statale ed io in prima persona abbiamo offerto, si sono dimostrati solamente una perdita di tempo a causa dell’incapacità della Regione di chiudere una procedura a norma di legge. C’è bisogno di gente preparata che sappia operare in tempi celeri nel rispetto delle norme di riferimento. Io auspico ancora che la Regione possa fare un miracolo e riuscire in ciò che non è stata in grado di fare in quasi quattro anni, tuttavia, in quest’ottica, sono contento della scelta dell’Amministrazione statale di includere Gela nell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale perché il nostro Golfo ha delle enormi potenzialità – basti pensare a tutto il traffico proveniente da Suez e diretto in Europa, ed uno degli sbocchi naturali sarebbe proprio Gela – e non possiamo più permetterci di perdere tempo o farci passare sotto il naso l'ulteriore “treno” per lo sviluppo del comprensorio” .

Stessa domanda per l'autostrada Siracusa-Gela. Quando la vedremo definitivamente realizzata?
“Da parte sua Anas ha fatto partire i cantieri nelle strade di propria competenza, per cui questa domanda dovrebbe essere rivolta al Presidente della Regione e al CAS (Consorzio Autostrade Siciliane). Negli scorsi mesi ho visto il governo regionale propagandare un rinnovamento del Consorzio autostradale siciliano che avrebbe dovuto essere salvifico in termini di efficacia ed efficienza. In pratica ho visto solamente i rinvii di aperture di tratti in lavorazione da anni, l'aumento dei problemi e dei debiti della società che gestisce in concessione le disastrate autostrade siciliane e per ultimo, in ordine di tempo, la proclamazione di scioperi da parte del personale. Infine, stiamo ancora aspettando che l'assessore regionale alle infrastrutture faccia partire un cantiere da Gela”.

Accennava al governo regionale. Che rapporto ha con Musumeci e company?
“Il Governo regionale ha dimostrato più e più volte una totale chiusura nei nostri confronti. Noi ci siamo sempre dimostrati disponibili al dialogo per trovare soluzioni per la nostra gente, ma paradossalmente abbiamo avuto maggiori occasioni di confronto con gli uffici regionali che con la parte politica. Questo approccio non può che portare al fallimento, è inevitabile”.

Che voto dà al governo regionale?
“Io vedo un governo regionale che non è riuscito a trovare una soluzione per la gestione dei rifiuti che fosse in linea con i principi dell’economia circolare; non ho visto un aumento degli impianti di trattamento e valorizzazione delle varie frazioni di rifiuti differenziati; non ho visto una riduzione della tassazione sui rifiuti per i cittadini nonostante l’impegno di questi ultimi per la differenziata. In compenso quello che ho visto è una riduzione dei fondi per Gela (parliamo di fondi già stanziati che ci sono stati tolti!), proporre come una delle soluzioni al problema di gestione integrata e virtuosa dei rifiuti il ricorso agli inceneritori e l’intenzione di portare buona parte dei rifiuti della Regione nella nostra città, in un’area protetta per dipiù.
Non ho visto miglioramenti nella gestione del ciclo delle acque: la nostra regione è ancora ultima tra tutte le regioni d'Italia per capacità depurativa, il tutto testimoniato da quattro procedure d'infrazione dell’Unione Europea. Anche in tema di acqua potabile non siamo messi meglio.
Potrei andare avanti nell'elencare le cose non fatte da questa giunta regionale, ma mi fermo per non infierire troppo. Pertanto, la valutazione non può che essere totalmente negativa”.

Dunque cosa avrebbe potuto e dovuto fare la squadra di Musumeci?
“Anzitutto ci si deve confrontare, in special modo se non si hanno le competenze per governare una delle regioni più grandi, popolose e importanti d’Italia. Questo varrebbe per qualsiasi regione, ma a maggior ragione vale per la complessità della situazione siciliana. Inoltre proprio per loro forma mentis non sono adatti a governare in un periodo di radicale cambio di paradigma come quello che stiamo vivendo. In Europa si parla di Green Deal, loro pensano alle discariche e agli inceneritori, come si può pensare di andare avanti così?”

In ambito locale, come vanno le cose con l'amministrazione Greco?
“Con Greco ci confrontiamo da tempo su vari temi e quando c’è bisogno di perseguire il bene comune e c’è unità di visione, la nostra disponibilità non è mai venuta meno. Poi è naturale che non possiamo essere d’accordo su tutto, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di presentare candidati diversi alle scorse elezioni e avremmo partecipato al governo della città. Noi diamo il nostro apporto costruttivo nel pieno rispetto degli elettori che hanno votato per il Movimento 5 Stelle. Ma non mancheremo di esercitare al meglio il nostro ruolo da forza di opposizione, questo lo dico per evitare fraintendimenti o confondere il nostro elettorato”.

E' soddisfatto dell'operato del primo cittadino?
“Sicuramente tutti abbiamo a cuore il bene della città, quello che spesso manca è l’identità di vedute. C’è bisogno di fare di più e meglio. Su taluni temi ho riscontrato una mancanza d’incisività nell’azione del sindaco, altre volte il disaccordo si è palesato in maniera più ampia come per esempio sul problema porto rifugio o sulle infrastrutture ex Asi cedute senza un adeguato finanziamento da parte della regione siciliana. Manca un approccio di ampie vedute che possa preparare la città al cambio di visione strategica coerente con il New Green Deal europeo, sia in ambito economico, infrastrutturale, culturale, energetico, ambientale e turistico”.

Facciamo un passo indietro: perché la scelta di sposare il M5S?
“Nel Movimento ho visto un’opportunità di rinascita per la politica italiana, anche in un’ottica di colmare alcune lacune del mondo politico italiano che erano diventate insopportabili. Non c’era partecipazione dal basso, mancava completamente la possibilità del cittadino di incidere sulle scelte politiche, anche quelle che lo toccavano direttamente. Con la comparsa del Movimento nella scena politica italiana questo sta rapidamente cambiando e già se ne vedono i frutti. Inoltre il Movimento rappresenta, finalmente, la prima importante forza politica ambientalista in Italia e sapete quanto sia attento a questo tema. Nel resto d’Europa vedevamo forze ambientaliste ben radicate e che riescono a ottenere risultati importanti, ora anche l’Italia ce l’ha”.

Il M5S è indicato, soprattutto dagli altri partiti, come il movimento del no a prescindere…
“Rispondo ricordando che siamo la forza politica che in questa legislatura si è dimostrata più propositiva e che ha realizzato più interventi. Il Movimento 5 Stelle dice "no" alle misure che vanno contro l'interesse dei cittadini, delle nostre comunità e del Paese. Diciamo sì a un'Italia che dia maggiore attenzione al sociale e ai più bisognosi, diciamo sì al salario minimo, a un forte impulso delle energie rinnovabili e delle nuove tecnologie, alla riforma fiscale e all'abolizione dell'Irap, sì al sostegno alle imprese e soprattutto a quelle del Mezzogiorno. E potrei continuare a lungo. Gli altri partiti, che si sono troppo spesso piegati agli interessi del più forte per debolezza o tornaconto, farebbero bene a guardare in casa loro”.

Cosa bolle in pentola nel nuovo corso grillino con l'ingresso dell'ex premier Conte?
“Siamo in una fase di forte rinnovamento e l'arrivo di Giuseppe Conte alla guida del Movimento ci dà nuovo slancio ed energia. L'affetto della tanta gente che Conte sta incontrando nelle piazze italiane rappresenta un ottimo segnale. Adesso ci poniamo nuovi obiettivi da realizzare, a partire dalla piena attuazione da qui al 2050 della transizione energetica. Lo faremo con la stessa determinazione del passato ma, al contempo, con un approccio più pacato e maturo. Le altre forze politiche sono fortemente legate allo status quo, hanno un approccio conservativo che il nostro Paese non può più permettersi in un mondo che sta cambiando a velocità pazzesca. Noi siamo gli unici ad avere una forte propensione innovativa, che guarda al futuro senza paura, per guidare l'Italia verso i prossimi anni e decenni. Giuseppe Conte, con la sua leadership equilibrata ma decisa, rappresenta la persona giusta per compiere questo percorso”.

Siete distanti anni luce con la Lega di Salvini ma governate insieme. Come riuscite in tutto ciò?
“Con la forza della consapevolezza di chi sa che gli italiani, soprattutto in questa fase post pandemica che segue ad un anno di enormi difficoltà, hanno bisogno di una guida credibile e di persone responsabili che portino il Paese fuori dalla crisi. Purtroppo la Lega di Salvini, troppo spesso polemica, sterilmente critica, ondivaga, conferma la stessa inaffidabilità che riscontrammo anche quando eravamo al governo insieme durante il Governo Conte I. Non possiamo lasciare l'Italia in balia di chi si comporta in questo modo, la nostra è una assunzione di responsabilità. Questo poi è un governo di unità nazionale che nasce da una situazione eccezionale, per cui facciamo la nostra parte con spirito costruttivo”.

Lei personalmente è favorevole alla realizzazione del ponte sullo stretto?
“Io non sono né a favore né contrario, io sono a favore delle opere utili e fatte bene. Al momento non abbiamo potuto visionare nessun progetto per cui non saprei proprio su cosa esprimermi. Non appena avremo qualcosa di concreto da valutare, sarò felice di dire la mia. Al momento mi sembra che stiamo parlando del nulla”.

La rete ferroviaria in Sicilia è all'anno zero. Cosa sta facendo il governo nazionale in tutto ciò?
“Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si può fare molto. In particolare vorrei segnalare la presenza nel Pnrr della Catania-Gela-Caltagirone. Per questa linea finalmente le cose si stanno muovendo: ci sono tutte le fattibilità ed entro l’anno può andare in gara la ricostruzione del ponte crollato in contrada Priolo. Inoltre, sono previsti altri interventi per riattivare la linea, tra cui il consolidamento di altri ponti. Non dimentichiamo il miliardo e mezzo destinato all’alta capacità tra Messina, Catania e Palermo”.

Parliamo di Covid. Ci sono ancora troppe resistenze da parte dei No Vax. Si riuscirà a convincerli a vaccinarsi?
“Diciamo che la strada intrapresa non credo sia la migliore possibile. In generale ho sempre creduto nel dialogo e nella necessità di coinvolgere la gente nelle decisioni e questo è tanto più vero su un tema delicato come la salute. Portare avanti una campagna vaccinale basata sugli obblighi (diretti o indiretti) in tempo di pandemia e con un vaccino di nuova produzione, credo sia controproducente”.

Ancora c'è tempo, ma in casa M5S state già pensando ad un candidato sindaco di Gela?
“È presto per parlare del candidato sindaco, il lavoro da fare è ancora molto. Al momento stiamo aggiornando il nostro programma anche attraverso il confronto con la società civile e di una parte del centro-sinistra. Una volta che avremo definito questo passo, sapremo trovare il candidato ideale per guidare Gela”.

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