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Giornata della Salute mentale: meno medici e più pazienti

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C’è la Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) ma non ci sono le strutture sufficienti per assistere l’esercito sempre più grande di pazienti che necessitano del servizio pubblico. La Giornata mondiale della salute mentale si celebra il 10 ottobre di ogni anno. Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, promuove – tramite campagne e attività – la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale. Bello lo slogan! Ma nelle realtà decentrale come quelle siciliani e nissene, restano solo belle parole. Ogni anno viene portato all’attenzione un aspetto diverso relativo alla Salute Mentale. Per il 2022 è stato scelto il tema “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale” (Make Mental Health & Well-Being for All a Global Priority), perché in un mondo scosso dagli effetti della pandemia, delle guerre e dell’emergenza climatica, il benessere di tutti deve essere prioritario. Ma per chi? Per gli addetti ai lavori, mentre le famiglie si disperano e restano sempre più sole.
Ne abbiamo parlato con lo specialista Franco Lauria, nostro affezionato collaboratore.

“Quali famiglie? Non ci sono più le famiglie di una volta. Le famiglie non sempre sono disposte ad accudire vita natural durante, un paziente malato di mente. Non sempre sono accoglienti e preparate a gestire la patologia mentale. Quindi il paziente è sempre più solo e disadattato. Non trova punti di riferimento anche quando attraversa periodi positivi di stabilizzazione. Quindi risprofonda nella depressione”.

Dott. Lauria. cosa è cambiato dal 1992, quando è stata istituita la Giornata della Salute mentale?

“La situazione è cambiata come dal giorno alla notte. A Gela poi… Negli anni 90 c’era il reparto di Diagnosi e cura di psichiatria che accoglieva decine di pazienti. Adesso non c’è più. E non ci sono neanche medici sufficienti grazie alla legge del numero chiuso. Psichiatri poi, manco a parlarne. I pochi che ci sono preferiscono lavorare fuori dove le condizioni sono più favorevoli. Mentre a Gela si perdono i reparti e aumentano i pazienti. Ma aumentano anche le strutture private convenzionate. Fra Comunità alloggio e case protette riusciamo ad assistere un centinaio di pazienti e poco meno di una quarantina nelle Comunità territoriali assistite.

Come interpretare questa situazione?

“Il neoliberismo capitalista e postcapitalista ci sta portando verso una società dove alcune famiglie detengono il possesso di tutto, beni e servizi. Privatizzare e accentrare. Così la forbice fra ricchi e poveri si allarga. Scompare la classe media tradizionale fatta di artigiani, commercianti, professionisti, imprenditori piccoli e medi e si forma una nuova classe media fatta di politici, giornalisti, gente dello spettacolo e dei media, lgbtq. La proletarizzazione dei ceti medi tradizionali è ormai un fatto certo che si aggiunge ai poveri tradizionali. Fra i nuovi poveri troviamo anche molti padri separati e divorziati. L’uomo subisce le scelte governative senza colpo ferire. Subisce i riverberi della pandemia, della mancanza di lavoro, della crisi economia. I suoi muscoli sono sempre più deboli. Il suo fisico è sempre più debole. Il suo sistema immunitario è sempre più debole. Grazie al denaro e alle macchine però continua ad imporsi sulla Natura. E grazie ai farmaci, alla sala operatoria,  alla chimica, ai vaccini, prolunga la durata della vita, anzi ne raddoppia la durata. Ma non  migliora la qualità della vita. La qualità della vita era si migliorata, ma ora sembra avere toccato un punto di non ritorno.  Le fonti energetiche adesso sono fuori di lui. E l’uomo moderno è poca cosa rispetto a loro. Frustrazione, rabbia, dipendenza, passività. Perdita del senso della vita. La condizione esistenziale dell’uomo moderno è sempre più insoddisfacente e problematica. La condizioni sociale ed economica generale crea contraccolpi sui soggetti fragili che non reggono e cadono in depressione, vivono di farmaci. Di contro il peso del lavoro, anche burocratico dei servizi psichiatrici è aumentato notevolmente. Insomma meno medici e più malati ed il sistema crolla”.

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