Giudiziaria

Il matrimonio riparatore, la rissa di famiglia e la sentenza finale

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Un matrimonio riparatore celebrato in fretta e furia. Un rapporto nascente e non supportato da una conoscenza cementata nel tempo. Una gravidanza inaspettata. Le famiglie che cercano di mettere pace fra i due coniugi in rodaggio e che invece si accapigliano fra loro. Sono gli ingredienti di un lunga storia finita davanti ai giudici e che ha superato i tre gradi di giudizio e adesso è arrivata al capolinea.

Una storia che finisce dopo tanto tempo con la sentenza della suprema corte di Cassazione. Il procedimento nasce dal fallimento di un matrimonio durato un mese fra due giovani che erano convolati a nozze con un matrimonio riparatore in quanto c’era un figlio in arrivo.

Ma la convivenza non fu pacifica e i coniugi ebbero i primi dissapori subito dopo il viaggio di nozze. Lei tornò a vivere dai genitori e denunciò il marito con l’accusa di lesioni e vessazioni anche verbali. La famiglia del marito avrebbe voluto appianare la situazione e si recò nella casa della suocera ma anziché dipanare la matassa nasce una rissa fra i due nuclei familiari. Per questo  tutti i rissanti sono finiti a giudizio per rissa, il coniuge è stato accusato di lesioni. Il castello di accuse è caduto pian piano, nel tempo, e le posizioni di ogni componente delle famiglia si sono definite. In un primo momento  con l’assoluzione in primo grado dei partecipanti alla rissa collettiva  e alla fine restano imputati il marito e la sorella condannati in primo grado  a nove mesi di reclusione per le lesioni nell’ambito della rissa familiare e non per maltrattamenti ‘manente matrimonio’, per i quali il Pm aveva chiesto una condanna a tre anni. Le parti sono ricorse in appello ed in questa sede la sentenza è stata modificata facendo cadere  alcuni capi di accusa e riducendo per il marito e la sorella difese dall’avv. Salvo Macrì, la pena a 4 mesi per rissa. La Cassazione ha posto fine alla questione annullando senza rinvio la sentenza con motivazioni che devono essere depositate. In ogni caso il dispositivo della sentenza parla chiaro e le accuse sono cadute.

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