Seguici su:

Giudiziaria

Il Tar accoglie la richiesta per l’ accesso ai fondi dopo la pandemia

Pubblicato

il


Palermo – Per favorire la ripresa economica  post pandemica delle attività imprenditoriali la Regione Siciliana  con avviso pubblico, disposto con decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Regionale delle finanze e del credito n. 82 del 22.2.22, definiva le modalità di accesso agli interventi di sostegno all’attività di impresa a valere sul fondo “Emergenza Imprese Sicilia” (Fondo E/O “FEIS”), costituito per l’attivazione di misure urgenti a sostegno del sistema produttivo regionale in concomitanza con la crisi epidemiologica Covid – 19.

L’avviso prevedeva che avrebbero potuto accedere al fondo le imprese o le società che, in ragione dell’emergenza epidemiologica, avevano realizzato nell’anno 2020 un fatturato inferiore ad almeno il 30% del fatturato relativo all’anno 2019; i prestiti avrebbero potuto essere concessi per il rifinanziamento di esposizioni esistenti nella misura massima dell’80%, ed inoltre, venivano previsti finanziamenti a tasso zero per prestiti il cui importo non risultava superiore alla soglia di euro 2.300.000, nonché un periodo di preammortamento non superiore a 24 mesi.  

La ICCREA BANCA S.P.A. fu individuata quale intermediario finanziario tenuto a valutare l’ammissibilità delle istanze presentate dalle imprese.

Per accedere al Fondo, la società K. s.r.l., operante da ben 25 anni nel settore cinematografico della Città di Palermo, con apposita istanza chiedeva un finanziamento a tasso zero con preammortamento a 24 mesi, pari ad euro 2.203.882,31 a valere sul fondo emergenza imprese obbiettivo tematico 3 – POR FESR SICILIA 2014 – 2020.

La Banca ICCREA, con nota del giugno del 2023, respingeva l’istanza presentata dalla società K.srl, sulla base dell’asserito convincimento che l’operazione finanziaria richiesta dalla predetta società avrebbe dovuto considerarsi troppo rischiosa.  

Conseguentemente, avverso il provvedimento di diniego della Banca ICCREA, la società K. srl, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, proponeva un ricorso giurisdizionale avanti al TAR-Palermo.

In particolare, detti legali rilevavano in giudizio come le motivazioni poste a base del provvedimento di diniego adottato dalla Banca ICCREA fossero erronee, illogiche ed infondate, in quanto, l’ammissione alla misura richiesta dalla K. srl, avrebbe di fatto comportato la sostituzione delle pregresse esposizioni debitorie con un nuovo finanziamento, a condizioni decisamente più vantaggiose per la società, determinando, nell’immediato, un notevole risparmio annuo sugli oneri finanziari dovuti.

Inoltre, a riprova dell’insussistenza del paventato rischio di default supposto dalla banca istruttrice, i citati legali deducevano e documentavano in giudizio che la società K. srl è un’impresa, affidabile e solvibile, non avendo alcuna esposizione debitoria scaduta.

Sempre gli Avv.ti Rubino e Alfieri rilevavano come peraltro l’avviso pubblico prevedeva espressamente la possibilità di chiedere prestiti per il rifinanziamento di esposizioni preesistenti, proprio per migliorare la solidità delle imprese che avevano visto diventare più gravosa la propria esposizione debitoria a causa dell’emergenza epidemiologica; dunque, la richiesta di finanziamento avanzata dalla K. srl doveva considerarsi conforme alle disposizioni prescritte dal bando e, di contro, il diniego opposto dalla Banca ICCREA palesemente illegittimo.

Con provvedimento del 18 ottobre 2023 il TAR-Palermo ha accolto la domanda cautelare presentata dalla società K. srl, disponendo una verificazione volta ad accertare se la decisione assunta dalla Banca ICCREA fosse congrua e coerente con i principi economici – finanziari della materia, incaricando il Direttore del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania.

Infine, con recente sentenza, il TAR-Palermo, condividendo integralmente le tesi difensive sostenute dagli Avv.ti Rubino e Alfieri, ha osservato come a seguito della verificazione disposta fosse emerso che la società K. srl rientra tra le prime cinque imprese siciliane ed altresì che nel 2021 il “valore della produzione” è il più elevato nel confronto con gli altri competitors; conseguentemente, il TAR ha affermato che le motivazioni del diniego opposto dalla banca ICCREA non sono coerenti con i dati economico- finanziari della K. srl, specie se rapportati al settore di riferimento, ponendosi in contraddittorietà con le finalità sottese al finanziamento, volto a favorire e sostenere la ripresa economica delle attività imprenditoriali post emergenza COVID-19.

Con la sentenza, in accoglimento del ricorso proposto dagli avv.ti Rubino ed Alfieri, il TAR-Palermo ha annullato il provvedimento di diniego adottato dalla Banca ICCREA, la quale, adesso dovrà riesaminare la richiesta di finanziamento avanzata dalla K. Srl e corrispondere le spese giudiziali in favore della società ricorrente.

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Giudiziaria

Don Rugolo condannato anche in Appello

Pubblicato

il

Tre anni di reclusione: è la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Caltanissetta che ha condannato don Giuseppe Rugolo, il sacerdote ennese accusato di violenza sessuale su minorenni. I giudici hanno applicato l’attenuante della tenuità del fatto per due delle vittime individuate, rideterminando la sentenza di primo grado che era stata di quattro anni e sei mesi.

L’impianto dell’accusa ha retto anche in appello, come la credibilità del giovane archeologo Antonio Messina, sulla cui denuncia è stato incardinato il processo. La Corte d’appello ha estromesso la diocesi di Piazza Armerina dalla responsabilità civile

Continua a leggere

Giudiziaria

Sentenza amianto killer: difesa condannata

Pubblicato

il

Roma – Amianto killer nelle navi della Marina: la Difesa condannata in via definitiva a risarcire 400mila euro la famiglia di Michele Cannavò morto di mesotelioma.

La vittima è stata esposta senza protezione per 34 anni nei cantieri e sulle navi .

Una nuova, pesante condanna, appena passata in giudicato, quindi definitiva, per il Ministero della Difesa: il Tribunale Civile di Roma ha stabilito un risarcimento di circa 400mila euro in favore dei familiari di Michele Cannavò, motorista navale della Marina Militare, deceduto a causa di un mesotelioma pleurico provocato dall’esposizione prolungata all’amianto.

Cannavò, originario della provincia di Catania, e residente a Siracusa, ha servito per 34 anni lo Stato tra il servizio militare e civile, operando in ambienti contaminati e privi di adeguate protezioni. Imbarcato su diverse unità navali – tra cui la Nave Albatros e il MOC 1201 – e impiegato nell’Arsenale Militare di Augusta, è stato quotidianamente a contatto con fibre di amianto: nei motori, nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte, fino agli stessi ambienti di vita delle navi.

Un’esposizione continua, intensa e silenziosa, che gli è costata la vita. La diagnosi è arrivata nel 2019. La morte, appena due mesi dopo.L’INAIL ha riconosciuto il nesso causale tra l’infermità e le mansioni svolte in Marina, nel periodo del servizio civile. Una conferma ulteriore della gravità della negligenza istituzionale.

“Finalmente giustizia per la famiglia Cannavò” – commenta Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari – “Questo risarcimento non potrà restituire Michele ai suoi cari, ma rappresenta un passo in avanti verso la tutela delle vittime e la bonifica definitiva dell’amianto da navi e arsenali militari.”

Continua a leggere

Giudiziaria

Inchiesta Camaleonte: assolti gli imprenditori Luca e il dirigente di polizia Giudice

Pubblicato

il

Cade in primo grado l’impianto dell’inchiesta Camaleonte che ha coinvolto gli imprenditori Luca accusati di rapporti con clan mafiosi.

Il presidente del collegio penale Miriam D’Amore ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Sono stati assolti il fondatore del gruppo Salvatore Luca, il figlio Rocco, il fratello Francesco, il genero Francesco Gallo, la moglie Concetta Lo Nigro, la figlia Maria Assunta Luca e la cognata Emanuela Lo Nigro. Tutti gli imputati hanno  respinto sempre l’accusa di legami con la mafia. I Luca si sono dichiarati, invece, vittime e hanno sostenuto che il loro patrimonio era frutto del lavoro. Lacrime,commozione e abbracci tra i componenti della famiglia Luca alla lettura del dispositivo di sentenza.

E’ stato assolto anche il dirigente di polizia Giovanni Giudice, che ha rinunciato alla prescrizione maturata. Era accusato di aver favorito i Luca, tesi sempre respinta.

La prescrizione, con esclusione dell’unica aggravante, è stata decisa per l’ altro poliziotto coinvolto Giovanni Arrogante. 

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
Pubblicità