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L’eredita’ di Padre Giovanni Salerno continua…

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Solo 15 sacerdoti, 40 suore e laici reggono oggi le missioni di padre Giovanni Salerno in tutto il mondo. In occasione dell’ottobre missionario che volge al termine padre Alvaro Gomez che dirige la missione spagnola a Toledo ha portato la testimonianza di un lavoro che continua dopo la morte del fondatore. Lo ha fatto nella città natale di Padre Salerno, Gela e nella parrocchia che, con il gruppo missionario e tutta la comunità, da anni sostiene le sue missioni con le preghiere e con gli aiuti materiali, come quelli di quest’anno che continueranno ad aiutare l’Associazione ‘Servi dei poveri del terzo mondo’ che ogni giorno assiste mille persone nell’alimentazione, nelle cure sanitarie, con le lezioni per i bambini e ragazzi, con la formazione evangelica e l’aiuto nel lavoro. Una presenza a tutto tondo che ha prodotto tante sante vocazioni: a Toledo sette giovani hanno già intrapreso il cammino sacerdotale per una mano concreta nel supporto alla missione.

Padre Salerno ha dedicato tutta la vita a loro: nel 1968 ha iniziato la sua avventura con un gruppo di agostiniani per fondare una prelatura nella regione andina di Apurímac, in Perù. Si è laureato in medicina per assistere in maniera concreta i malati e ci è rimasto per mezzo secolo, partendo da Antabamba, dove ha fondato il dispensario medico “Madre Rosa Gattorno” e il primo lebbrosario ad Abancay.

Abbiamo sentito la testimonianza di don Alvaro Gomez

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“Ogni Movimento che sorge nella Chiesa nasce con un proprio carisma, che ne definisce le radici e le finalità specifiche. Il donum Dei, che costituisce il carisma del Movimento “Opus Christi Salvatoris Mundi”, ha come unica radice e finalità Gesù, servo di Dio e servo dei poveri, la cui vita vogliamo assimilare e fare nostra. Dalla vita di Gesù, il Messia Salvatore, Servo di Yahvé, Uomo della sofferenza, deve scaturire la spiritualità umile, povera e silenziosa del Movimento, radicata nella mitezza e nell’obbedienza di Gesù, del quale il Padre dice: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.» (Is 42,1)
” “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”
(Lc 9,35) Il nostro programma di vita è quello delineato dal profeta Isaia nei quattro canti
del Servo di Yahvé (Is 42,1-4; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53): essere servi come il Messia Cristo
Gesù. Sono questi i testi nei quali troviamo il fondamento della nostra vocazione.
IL CARISMA DEI MSP Número 27 | 234
Per noi, Servi dei Poveri, essere servi di Dio si traduce in una fedeltà indefettibile a questi
due impegni programmatici: conversione continua e contemplazione”.

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