La Pasqua di una città che ha bisogno di entusiasmo per ridestarsi
La Pasqua è la festa della rinascita, del rinnovamento, del buio che lascia spazio alla luce. Il messaggio cristiano può essere utile per riflettere anche in chiave sociale e in tutti i contesti, anch...


La Pasqua è la festa della rinascita, del rinnovamento, del buio che lascia spazio alla luce. Il messaggio cristiano può essere utile per riflettere anche in chiave sociale e in tutti i contesti, anche rispetto a ciò che continua a vivere in questa precisa fase storica la nostra città. Una città sofferente, diremmo anche agonizzante, che vive di fiammate di entusiasmo che sembrano per qualche breve frammento ridestarla dal torpore.
Sembrano passati secoli, ad esempio, dai fasti della mostra sul mito di Ulisse che tante cose buone ha prodotto per il territorio in termini di visibilità nazionale attraverso la bellezza dell’arte, della storia, della cultura. Gela ha bisogno di entusiasmo. Un entusiasmo che ad esempio può generare lo sport e i successi che le squadre locali possono conquistare. Gela ha bisogno di entusiasmo, quell’entusiasmo che può arrivare dall’organizzazione di grandi eventi regionali e nazionali ma anche internazionali che la nostra città ospita: spesso con grande attenzione da parte di chi non è gelese, ma nell’indifferenza contestuale del gelese.
Il prossimo fine settimana ad esempio sarà particolare, con tanti eventi molto importanti. Sabato il TEDxGela al teatro “Eschilo”, sabato e domenica i Play the games di Special Olympics al PalaLivatino, sempre domenica pomeriggio al “Presti” la semifinale dei playoff del campionato di Promozione Ssd Gela vs Vittoria.
Segni, piccoli o grandi fate voi, di una città in cui nonostante tutto si continua a voler costruire qualcosa di buono. A noi l’onere e l’onore di raccontarle queste iniziative, confidando in picchi di entusiasmo collettivo che servirebbero a tutti per sentirci coinvolti e per costruire insieme qualcosa di buono. Perché anche dalle macerie si può ricostruire, perché anche nei momenti più difficili si può creare qualcosa di bello e di buono che possa restare a lungo. Ce lo insegna (anche) la Pasqua.