L'occhio del bello

La rete virtuosa tra Soprintendenza, associazionismo, impresa. Torna a splendere l’area di Grotticelle

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La volontà di costruire riesce a superare le difficoltà. È un’antica convinzione, che serve anche per sottolineare la grande verità troppo spesso lasciata sospesa nelle parole e nei fatti: non è solo questione di soldi che mancano (praticamente sempre), ma è soprattutto una questione legata alla testa. Ovvero, voler fare o voler non fare. Che Gela sia uno scrigno a cielo aperto di tesori storicoculturali è il segreto di Pulcinella. Uno di quei numerosi siti che per tanto tempo è stato dimenticato, da ieri può tornare a splendere di luce propria. Dopo un anno di lavoro, il gruppo archeologico Geloi ha rimesso a nuovo il sito di Grotticelle dove, in un’area di poche decine di metri quadrati, si trovano una necropoli d’età paleocristiana, una diga del XVI secolo e un bunker della seconda guerra mondiale. La storia immersa nella storia.

Il sito per anni è stato preda del degrado più assoluto, poi in accordo con la Soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta guidata dall’arch. Daniela Vullo sono stati avviati i lavori di bonifica e riqualificazione dai volontari del gruppo Geloi, diretto da Michele Curto. Ed ecco che ente pubblico da una parte e mondo dell’associazionismo dall’altra hanno saputo superare l’impasse atavica, grazie al prezioso sostegno dell’azienda Edilponti di cui è responsabile l’imprenditore Giovanni Salsetta, che ha fornito gratuitamente mezzi e risorse umane per rendere fruibile l’area.

Dopo la cerimonia di (ri)consegna del sito alla Soprintendenza, bisognerà programmare modalità di fruizione e apertura dello stesso, stabilire la vigilanza, capire chi se ne occuperà e come. L’opportunità del museo diffuso è valida e interessante. Ma adesso la vera sfida è rendere virtuoso il percorso e proseguire su questa scia, partendo dall’effettiva fruibilità dell’area di Grotticelle verso altre opere di riqualificazione e valorizzazione culturale. Partendo, magari, da uno dei monumenti più belli e trascurati di Gela, quel Castelluccio che pone i suoi occhi proprio di fronte al sito appena “rinato”.

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