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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

La spettacolarizzazione della politica

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

La spettacolarizzazione della politica si inserisce in un quadro più ampio di spettacolarizzazione dell’esistenza umana.La spettacolarizzazione tradisce una crisi della presenza ed un’esigenza di esserci ad ogni costo, come dicono i fenomenologi.Le sue radici affondano nella crisi dei valori tradizionali che avevano resistito nella società contadina e in quella del primo e del secondo capitalismo, quello del vapore e quello dell’elettricità . Ma con la terza rivoluzione industriale, internet, e oggi una quarta, la IA, il capitalismo ha fatto il vuoto più totale nelle coscienze. Ha fatto vergognare gli individui del loro passato e delle loro tradizioni, diceva Pasolini nel 1974. Ne consegue una crisi dell’esistenza e dell’esserci che deve essere confermata continuamente dallo sguardo dell’altro. Come sguardo vicariante dell’amore materno che non c’è. I selfie rientrano in questa esigenza. La macchina fotografica non guarda più fuori da me, ma verso di me, me stesso, il mio Io narcisista, fragile ed ipertrofico allo stesso tempo. Mostrarsi continuamente, senza limite, in tante situazioni e circostanze diverse, diventa un’esigenza vitale che come surrogato tenta di riempire un vuoto angosciante.I politici ormai hanno questa esigenza suprema che supera gli stessi contenuti della politica. I contenuti infatti sono secondari, relativi, immediatamente sostituibili.E vengono sostituiti sempre più velocemente, come le stesse persone. A costo di fare referendum contro se stessi. Paradossale, ma accade così.Sono le persone infatti che, terrorizzare dalla paura di essere sostituiti loro stessi, mettono in atto continue sostituzioni di contenuti.L’estetica e lo spettacolo esibizionistico, con tutte le sue perversioni, prevalgono sull’etica e sulla religione.Non esiste verità, ma mercato.Il mercato ha ucciso la verità.

Ci sei ancora?Si ci sono, sono qui, sono ancora qui. Dice un noto rocker italiano.La temporaneitá, la precarietà, la provvisorieta’, caratterizzano i tempi postmoderni. Così assistiamo in questi giorni a cortei pro- Palestina da parte di settantenni fuori tempo massimo, i quali non mostrano nessun pudore, nessuna vergogna. L’infantilismo carnevalesco misto all’esigenza di rimarcare la presenza e l’esserci hideggheriano prevalgono sui contenuti e sull’etica. Bandiere della pace, bandiere arcobaleno, sorrisi, strette di mano. Magliette multicolori. Tutto fa brodo. Se poteva avere un senso un corteo pro-Palestina nel ’68 quando si lottava contro i valori borghesi, oggi che i valori borghesi sono stati sostituiti dall’unico valore postborghese che è il mercato-denaro, anche le sfilate fanno spettacolo e mercato. Infatti si può sfilare per qualsiasi cosa, poiché la cosa per cui si sfila in sé non è essenziale e non vale nulla. Quello che conta sono io.È il mio che sta sfilando e si sta esibendo. Sono io che mi mostro e che mi esibisco, strumentalizzando la Palestina ed i poveri palestinesi. I palestinesi sono la scusa che mi permette di sfilare e di liberare il mio narcisismo. Alcuni, che si sono persi le sfilate degli anni 60-70, quando erano diciottenni, oggi hanno occasione di rifarsi, certo tardivamente, ma vuoi mettere la soddisfazione di gridare, di fischiare, di ballare, di accusare, di ridere a danno dell’altro fuori da me, magari contro il governo italiano e contro la Meloni? A settant’anni non c’è prezzo.

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Per il gruppo di Una buona idea sulla sanità non bisogna abbassare la guardia

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Dal gruppo consiliare di Una buona idea riceviamo e pubblichiamo

La questione sanità continua a preoccuparci, abbiamo, dopo le iniziative del Sindaco volte a coinvolgere tutte le parti sociali, cittadine e politiche presentato un documento chiaro e preciso un documento che è stato approvato dall’intero consiglio comunale, lo stesso è volto non solo a rimandare al mittente la bozza che ci è pervenuta a inizio luglio, ma soprattutto a ripristinare il piano regionale del 2019.

Dopo il Consiglio comunale che si è svolto a Palermo siamo in attesa di una risposta chiara, purtroppo, l’unica nota “ufficiale” che è venuta fuori non ci lascia per nulla contenti poiché continuerebbe a mortificare il nostro territorio. Qualche Deputato locale ha rassicurato la città di un grande risultato con importanti novità, ovviamente auspichiamo che sia cosi e ne saremo ben felici, ma vorremmo capire le fonti e soprattutto qual è la direzione che si vuole perseguire. Una cosa deve essere chiara, noi come movimento non accetteremo nulla se non quello ché il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità poiché lo riteniamo l’unica soluzione possibile e siamo disposti a difendere il territorio in qualsiasi modo.
Invitiamo tutti i soggetti che hanno partecipato agli incontri a non abbassare la guardia e a continuare a mantenere alto il livello dell’attenzione. È in gioco il futuro del nostro territorio, poiché come abbiamo sempre sottolineato l’ospedale di Gela è il punto di riferimento di un territorio che va’ oltre la nostra città

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Cronaca

La consigliera Oliveri dopo il suo parto all’Ove:”non si può più attendere per l’Utin e per il personale”

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Dalla consigliera comunale Cristina Oliveri riceviamo e pubblichiamo:

Oggi sento il bisogno – ma soprattutto il dovere – di condividere pubblicamente un profondo ringraziamento a tutto il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela. Ho vissuto in prima persona l’esperienza di questo reparto in uno dei momenti più importanti, delicati e vulnerabili della mia vita: la nascita di mio figlio Federico, avvenuta il 18 di luglio. In quei giorni, ho incontrato medici, ostetriche, infermiere, OSS, che mi hanno accompagnata con professionalità, dedizione e una straordinaria umanità.
Nonostante le tante difficoltà strutturali, ogni componente del reparto svolge il proprio ruolo con impegno e passione, facendo sentire noi pazienti accolte, ascoltate e sicure.

Ma accanto a questa profonda gratitudine, c’è anche la necessità – e l’urgenza – di denunciare una grave mancanza che riguarda non solo me, ma tutte le famiglie di questo territorio: a Gela manca una Utin, un’Unità di Terapia Intensiva Neonatale. Una mancanza che pesa come un macigno su chiunque si trovi a vivere un parto complicato o una nascita prematura.
In caso di emergenza neonatale, l’unica possibilità è il trasferimento urgente verso altre strutture, come quella di Enna, con ambulanze attrezzate e culle termiche. Ma quando si parla di neonati in condizioni critiche, il tempo è tutto.E ogni chilometro in più può rappresentare un rischio enorme.

Io stessa, durante il mio ricovero, ho assistito al trasporto d’urgenza di una neonata. Il suono delle spie della culla che la accompagnava mi è rimasto dentro: era il suono della vita appesa a un filo, della corsa contro il tempo, della speranza che tutto andasse bene. Ma non è giusto che si debba sperare nella fortuna, quando invece dovrebbe esserci una struttura adeguata, già pronta, nella nostra città.A questa grave lacuna si aggiunge un’altra criticità che troppo spesso viene ignorata: la carenza cronica di personale.
Il reparto di Ostetricia e Ginecologia di Gela , come anche il reparto di Pediatria, vanno avanti solo grazie al sacrificio estremo del suo personale sanitario, che spesso si trova a dover affrontare doppi turni, ritmi insostenibili, ferie ridotte o rimandate, per riuscire a garantire un servizio minimo. Un sacrificio silenzioso, continuo, che meriterebbe ben altro riconoscimento e sostegno.

E allora, mi rivolgo alle istituzioni, alla dirigenza sanitaria e alla politica regionale: come si può parlare di diritto alla salute se mancano i mezzi per garantire sicurezza a chi nasce?Come si può difendere la vita, la maternità, l’infanzia, se non si investe nelle strutture e nelle persone che ogni giorno se ne prendono cura?Il Reparto di Ostetricia e Ginecologia di Gela non è solo un reparto ospedaliero. È un presidio di umanità. È un punto di riferimento per tutte le donne del territorio,Gela, Mazzarino, Riesi, Niscemi e Butera, un luogo che accoglie e protegge nei momenti più fragili.È tempo che venga riconosciuto per quello che è. È tempo che venga potenziato, sostenuto, valorizzato. È tempo, soprattutto, che anche a Gela venga attivata una UTIN. Non possiamo più permetterci di aspettare.

Un grazie di cuore a tutto lo staff che mi ha accompagnata in questo percorso: alla mia Dottoressa, al team di ginecologi, ostetrici, anestesisti, infermieri e pediatri.La mia gratitudine va a ciascuno di voi, per la professionalità, la dedizione e l’umanità dimostrate.Per tutte le madri, per tutti i bambini, per il bene della nostra comunità.

Cristina Oliveri
Consigliere Comunale, ma soprattutto una madre gelese.

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Conti e il presidente del consiglio di Niscemi abbiano l’umiltà di dire che hanno sbagliato

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Da Franco Di Dio componentw del direttivo provinciale del Pd di Caltanissetta riceviamo e pubblichiamo:

Il Sindaco ed il Presidente del Consiglio comunale di Niscemi possono decidere se partecipare o meno alla giusta iniziativa presa dal Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale di Gela, condivisa dai Colleghi di Butera e Mazzarino, ma certamente non potevano negare l’ autorizzazione a partecipare a quei consiglieri comunali che liberamente e responsabilmente volevano essere presenti per rappresentare e sostenere le sentite istanze della comunità niscemesi. Il Sindaco Conti ed il Presidente Chessari hanno messo in campo una grave arroganza politica ed una restrizione al ruolo e mandato popolare di ogni consigliere comunale. Peraltro nella richiesta di autorizzazione da parte dei consiglieri proponenti veniva specificato che non si chiudeva alcun rimborso spese o indennità di missione. Si abbia semmai la umiltà per dire che hanno fatto cosa errata, invece di voler giustificare con motivazioni non credibili della scelta.

Peraltro il Sindaco Conti dice che non va a Palermo nella manifestazione assieme ai Sindaci e Consiglieri comunali degli altri comuni limitrofi a Niscemi perché servono solo a fare selfie. Queste affermazioni sono irrispettose del lavoro generoso e proficuo delle Istituzioni che anche Lui rappresenta. Abbia la umiltà di dire che non è presente Lui assieme alla sua maggioranza per non dispiacere i riferimenti politici di centrodestra regionale che governano in modo inadeguato la Sicilia e che vorrebbero depotenziare la sanità a Gela, Niscemi e Mazzarino. Conti, in qualità di autorevole esponente provinciale della Lega, poteva e doveva agire prima della presentazione della proposta di nuova rete ospedaliera presso lo Assessore Regionale alla Sanità di cui si vanta essere amico, come fatto da esponenti del centrodestra nell’Ospedale di Paternò in cui sono stati aumentati ben 43 posti letto, diventando il simbolo delle sciagurate scelte politiche fatte. Ora invece vorrebbe apparire come chi evita i tagli. Contribuisca oltre a non mettere in campo i tagli nel territorio, a potenziare e consolidare la attività degli ospedali della sua città che sono ridotti molto male.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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