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Le donne e la guerra, storie di sofferenza e coraggio dall’Ucraina alla Russia 

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Due donne, una giovane l’altra anziana. Due donne, storie diversissime tra loro. Due donne, vivono in Paesi diversi: una in Ucraina, l’altra in Russia, paesi che combattono tra loro. Due donne, che in modo diverso ma egualmente forte ci raccontano questi tremendi giorni di guerra nel cuore d’Europa. Da una parte la mamma di Kirill, il bimbo di 18 mesi ucciso dalle bombe russe cadute su Mariupol: l’orrore della guerra le ha strappato via il suo figlioletto, vittima dell’orrore, vittima dei potenti, vittima dell’odio, vittima della violenza.

Il suo sguardo intriso di dolore catturato dalle foto ci inonda il cuore di tristezza e impotenza. Dall’altra parte Yelena Osipova, arrestata dalla polizia nei giorni scorsi a San Pietroburgo perché manifestava contro la guerra, silenziosamente, con due cartelloni in cui chiedeva la pace e il cessate il fuoco. Una protesta silenziosa solo apparentemente, ma che invece ha fatto tanto tanto rumore. Con i suoi quasi ottant’anni, Yelena non si è tirata indietro, non si è voltata dall’altra parte: lei, sopravvissuta all’assedio di Leningrado del secondo conflitto mondiale, può raccontarci cos’è la guerra e quanto sia crudele. Tanto per gli aggrediti quanto per gli aggressori.

La mamma di Kirill e Yelena, generazioni diverse e lontane tra loro che la sofferenza per la guerra unisce per sempre. La mamma di Kirill e Yelena, in rappresentanza di tutte le donne che hanno sofferto e soffrono in tutte le guerre che ancora si combattono, in questo nostro mondo così difficile da comprendere.  

(Nella foto, donne manifestanti contro il conflitto in Ucraina)

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