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Le “Parole d’amore e di letteratura” di De Roberto

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Lui, l’illustre scrittore, autore del capolavoro I Vicerè, la chiama Renata (perché “rinata all’amore”) o Nuccia (diminutivo di “femminuccia”); lei, bella, colta, dalla scrittura elegante, invece lo chiama Rico (diminutivo di Federico). Federico De Roberto conosce Ernesta Valle – di cui s’invaghisce subito – il 29 maggio 1897, a Milano, nel salotto di Casa Borromeo. Ha 36 anni, lei trentuno. Ed è subito incendio amoroso, documentato da un corposo carteggio, con cadenza spesso quotidiana.

 Il volume, edito da La nave di Teseo e curato dagli studiosi siciliani Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla, sarà presentato a Gela, presso Villa Aries, venerdì 21 luglio, alle ore 19:30.   A promuovere la manifestazione culturale sono l’associazione Betania OdV ed il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” (presidente Andrea Cassisi) assieme all’associazione Ex allievi del Liceo classico Eschilo di Gela (presidente Maria Grazia Falconeri) e i seguenti club service: Fidapa (Anna Foscheri, presidente), Inner Wheel (presidente Eugenia Romano), Lions Club del Golfo di Gela, Ambiente Territorio e Cultura (presidente Valentina Licata), Lions Club del Golfo di Gela (presidente Alessandro Guarnera), Lions Club Gela Host (Presidente Giovanni Iozza), Kiwanis Club di Gela (Angelo Sciascia presidente), Rotary Club (presidente Silvio Scichilone) e Soroptimist Club di Gela (Ausilia Faraci presidente).

 L’evento sarà aperto dai proprietari di Villa Aries Rita Damante e Michele Greca, quindi l’introduzione affidata alla giornalista Liliana Blanco e la conversazione con i curatori assieme alla giornalista del quotidiano “La Sicilia” Franca Antoci.

 Il testo, quasi ottocento lunghe, dettagliatissime lettere che corrono da Catania a Milano e viceversa, dal maggio 1897 al novembre 1903 (tracce successive si protraggono fino al 1916) è impreziosito da un ricco corredo iconografico. Una miniera preziosa di notizie sull’ambiente culturale di Milano, in quegli anni la città più all’avanguardia, con le sue prestigiose case editrici (i Treves), le grandi testate giornalistiche (il “Corriere della Sera”, “La Lettura” di cui De Roberto era collaboratore di primo piano), i rinomati teatri (La Scala, il Manzoni, il Filodrammatici), gli elitari salotti. Lì De Roberto frequenta gli intellettuali più prestigiosi, giornalisti, scrittori, editori. L’ardente storia d’amore clandestina necessita di complesse strategie di occultamento.             Lei per nasconderla al marito, Guido Ribera, lui alla madre-padrona, donna Marianna degli Asmundo dal carattere forte e autoritario. Un fitto intreccio di temi intimi e familiari percorre il carteggio, serbatoio inesauribile di notizie che investono l’uomo, amante appassionato, impetuoso, travolgente (ma anche lei non è da meno) e lo scrittore che la informa minutamente sull’inesausta sua attività artistica. Una corposa corrispondenza bilaterale, non comune fra quelli amorosi, che esaudisce la promessa fatta da Rico a Renata, che avrebbe scritto un romanzo d’amore epistolare di cui sarebbero stati i protagonisti. E il romanzo è questo straordinario carteggio.

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