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Le ragioni della protesta di domani contro l’autonomia differenziata

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Tanti cittadini, giovani, associazioni manifesteranno il loro dissenso domani a Palermo e a Caltanissetta per chiedere stessi diritti e stesse opportunità in tutto il Paese e per garantire i diritti inviolabili sanciti dalla Costituzione.


“Il 15 Aprile- scrivono in una nota i segretari di Cgil e Uil Rosanna Moncada e Salvatore Guttilla – rappresenta una importantissima occasione per la nostra Regione e per il nostro Territorio che non può permettersi di precipitare nella povertà, nella mancanza di cura e di istruzione”.

I due sindacalisti esprimono così le ragioni del no all’autonomia differenziata


“La sanità già gestita dalle regioni ha già prodotto un costo per mobilità sanitaria di oltre 250 milioni di euro e l’autonomia differenziata così come è stata pensata determinerà sempre più costi e sempre più persone che non potranno più permettersi di curarsi.
È necessario investire sui fondi del sistema sanitario pubblico per garantire a tutti il diritto fondamentale alla salute e laddove, soprattutto, la sanità è più fragile la spesa va aumentata secondo il principio perequativo sul quale bisogna fondare la distribuzione delle risorse tra stato e regioni e non considerare i LEP una soglia di spesa , una sorta di tetto legato alla spesa storica.
Ma è anche impensabile ciò che intende fare il ministro Calderoli ossia destinare ai LEP le risorse del fondo di sviluppo e coesione.
Si tratta di risorse del Sud che si vorrebbero spalmare su tutto il paese utilizzando fondi per la spesa corrente; ciò provocherà un isolamento della nostra regione ponendola ai margini del resto del paese e dell’Europa.
L’ istruzione pagherà alti costi dell’autonomia differenziata; l’istruzione pubblica è un pilastro dell’unità del Paese e ha bisogno di risorse, di investimenti e non di misure che accentueranno i divari tra il nord e il sud del Paese: basti solo pensare che solo il 10% dei bambini siciliani hanno il tempo pieno contro il 50% di quelli del nord dell’intero Paese
Ma è, anche, inconcepibile pensare che alcune Regioni possono ottenere la competenza esclusiva su materie come sicurezza del lavoro, ambiente, porti, aeroporti, grandi reti di trasporto, infrastrutture, investimenti pubblici e politiche energetiche; la loro frammentazione significherebbe rinunciare a un governo nazionale e unitario di politiche economiche, industriali e di sviluppo del Paese”.

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