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Cronaca

Maxi frode di iva e accise, indagato imprenditore gelese. Arresti e sequestri della Guardia di finanza

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C’è anche un gelese tra gli indagati nell’inchiesta sulle frodi di iva e accise per il carburante ad uso agricolo, che ha portato al sequestro di beni per circa 2 milioni di euro e di sei depositi di stoccaggio di prodotti energetici (cinque nell’Agrigentino e uno nel Palermitano). Si tratta di un imprenditore di 55 anni a cui il Gip del tribunale di Catania ha disposto l’obbligo di dimora e la sospensione dall’esercizio di imprese per un anno.

La guardia di finanza etnea ha arrestato sei persone: due sono state condotte in carcere e quattro ai domiciliari. Per altri otto indagati (tra cui il gelese) è stato disposto l’obbligo di dimora abbinata alla sospensione dall’esercizio di impresa per quattro di loro e all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per altri tre. Un quindicesimo indagato non è stato raggiunto da provvedimenti cautelari personali, ma è uno dei destinatari del provvedimento di sequestro beni. Le decisioni del gip sono state adottate, in applicazione della riforma Nordio, dopo gli interrogatori preventivi degli indagati.

Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania un presunto sistema fraudolento promosso e organizzato da un catanese di 41 anni, che avrebbe operato come amministratore di fatto di una società di Palermo e di una ditta individuale di Catania per acquistare gasolio a uso agricolo per poi destinarlo per l’autotrazione, risparmiando sull’Iva, del 10 anziché del 22%, e sulle accise con meno 50 centesimo al litro.

Secondo l’accusa, l’impresa palermitana una volta acquistato il prodotto agevolato avrebbe provveduto alla sistematica cessione, solo formale, a favore della ditta individuale etnea, risultata una “cartiera”, priva di deposito e struttura organizzativa. In realtà, il prodotto sarebbe stato invece destinato a quattro diversi depositi situati principalmente nell’Agrigentino dove sarebbe stato rivenduto “in nero” come gasolio da autotrazione. Per evitare controlli su strada delle autobotti la società palermitana avrebbe emesso un documento di trasporto che veniva distrutto od occultato una volta raggiunta la destinazione concordata. Parallelamente, la ditta catanese, formale ricevente del gasolio agricolo, non avrebbe emesso alcuna fattura di rivendita per far perdere le tracce del carburante. Nell’inchiesta è coinvolto anche il titolare di un’impresa di trasporti di Paternò che avrebbe messo a disposizione della frode autobotti e tre autisti.Nell’ambito delle indagini della guardia di finanza di Catania e dell’Agenzia delle dogane, in tre interventi, sono stati sequestrati complessivamente 41.000 litri di prodotto energetico a uso agricolo, quattro autocisterne, un semirimorchio e altre attrezzature utilizzate per il trasporto e la commercializzazione illecita del carburante.

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Albero caduto su auto a Macchitella:il sindaco ha ricevuto segnalazioni di manomissione

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In merito all’episodio verificatosi oggi pomeriggio nel quartiere di Macchitella, dove la caduta di un albero ha causato il danneggiamento di alcune autovetture in sosta, l’amministrazione comunale esprime innanzitutto il proprio sollievo per il fatto che, fortunatamente, nessuna persona sia rimasta coinvolta. Quanto accaduto poteva infatti avere conseguenze ben più gravi.

“Siamo profondamente dispiaciuti per i cittadini che hanno subito danni ai propri mezzi, e assicuriamo fin da ora massima collaborazione per ogni utile approfondimento”- dice il sindaco l.

“Desidero rassicurare la cittadinanza sul fatto che, nonostante le oggettive difficoltà legate alle risorse economiche limitate, questa amministrazione ha già avviato da tempo un programma di manutenzione del verde urbano, che comprende interventi di potatura, monitoraggio costante e, laddove necessario, rimozione degli alberi che risultano pericolanti o compromessi.È però doveroso chiarire che questi interventi seguono procedure complesse: richiedono tempistiche tecniche, verifiche agronomiche accurate e autorizzazioni da parte degli enti competenti. Si tratta di un iter che non può essere improvvisato, ma che deve garantire rigore scientifico e rispetto delle normative vigenti”.

Il primo cittadino rende noto che nelle ultime ore sono emerse segnalazioni secondo cui l’albero caduto potrebbe essere stato oggetto di manomissione. Qualora queste ipotesi trovassero conferma, saremmo di fronte a un atto gravissimo e irresponsabile, che avrebbe messo a rischio l’incolumità pubblica.

“Mi auguro sinceramente – conclude- che ciò non corrisponda al vero, ma in ogni caso abbiamo già disposto un’attenta analisi tecnica da parte degli uffici comunali competenti. Qualora dovessero emergere elementi concreti, l’amministrazione procederà a sporgere denuncia presso le autorità preposte.La tutela della sicurezza pubblica e del nostro patrimonio verde resta una priorità assoluta di questa amministrazione”

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Ieri 380 roghi in Sicilia tra i più gravi a Niscemi e nel Trapanese

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Nella giornata di ieri sono stati registrati 380 eventi, grandi e piccoli, in quasi tutta l’Isola: i più gravi a Niscemi, in provincia di Caltanissetta; nel Trapanese, dove i roghi hanno interessato le zone di Monte Cofano, Custonaci, Makari, San Vito Lo Capo, Riserva naturale orientata dello Zingaro; a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo; nell’Ennese; a Biancavilla, in provincia di Catania; e a Messina.

Gli interventi hanno coinvolto centinaia di mezzi a terra e migliaia di uomini, tra operai antincendio, vigili del fuoco e volontari. Sul fronte aereo sono stati impiegati 10 elicotteri del Corpo forestale regionale, un S64 dei vigili del fuoco, due velivoli pesanti della flotta nazionale, oltre ai due Canadair di base in Sicilia, affiancati per l’occasione da un terzo fatto arrivare dalla Calabria.

«Ho seguito in costante collegamento con il comandante del Corpo forestale regionale, Tea Di Trapani, e con il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina, a sua volta in contatto con il direttore regionale dei vigili del fuoco, l’evolversi degli incendi che hanno nuovamente colpito numerose zone della Sicilia, in queste ore di caldo estremo. Sono rimasto molto colpito dalle immagini della devastazione causata dalle fiamme in alcune località, come nel Trapanese, dove tante famiglie sono state costrette, per precauzione, a lasciare le loro case. A loro va la mia vicinanza. Allo stesso tempo, ringrazio quanti si sono prodigati prontamente per spegnere i roghi e per limitare i pericoli per la popolazione e i danni per l’ambiente. L’intero sistema antincendio  – Vigili del fuoco, Corpo forestale, Protezione civile e volontari – ha operato in maniera lodevole e coraggiosa e ad essi va la gratitudine mia e dei siciliani. I numeri danno la dimensione di quanto avvenuto nelle ultime ore, a causa della mano criminale di piromani senza scrupoli».

Lo ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani, in merito agli incendi che hanno colpito la Sicilia tra il 24 e la mattina di sabato 26 luglio, anche per la concomitanza di temperature estremamente alte e dei forti venti che hanno imperversato nelle aree più colpite. 

«La Regione – ha aggiunto Schifani – ha rafforzato l’apparato antincendio e l’impegno su questo fronte è massimo e costante. Basti pensare alla Sala operativa unificata regionale inaugurata lo scorso giugno a Palermo per coordinare le forze in campo e potenziare la vigilanza, anche grazie alle convenzioni stipulate con i Vigili del fuoco e alle centinaia di pattugliamenti fatti dai volontari. Anche diversi sindaci sono scesi in campo. Quella contro gli incendi è una lotta corale che coinvolge tutti e per la quale non ci possono essere speculazioni politiche. Per questo rivolgo un invito anche ai cittadini a segnalare per tempo ogni focolaio, ma anche qualsiasi atteggiamento sospetto perché intervenire tempestivamente può contribuire a ridurre rischi e danni per la popolazione».

«Quest’anno abbiamo ampliato la convenzione con i Vigili del fuoco così da avere un controllo più capillare del territorio e attivato la centrale unificata per coordinare tutte le forze in campo – spiega l’assessore regionale al Territorio, Giusi Savarino – il nostro auspicio è quello di confidare anche nei cittadini affinché segnalino tempestivamente al numero di emergenza 1515 ogni principio di incendio e chi appicca il fuoco – e continua -. In Sicilia abbiamo delle bellezze naturali e un patrimonio ambientale inestimabile che dobbiamo proteggere con ogni mezzo, contro gli atti criminali di chi manda in fumo ettari di terreno causando danni paesaggistici e alla popolazione. Noi stiamo mettendo in campo tutte le risorse possibili, e ringrazio tutti per gli sforzi e la passione che mettono per evitare queste devastazioni e per difendere il nostro territorio».

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PeR: “Chi ha distrutto la Sughereta sono criminali e stragisti”

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Distrutta la riserva Naturale della Sughereta di Niscemi, che insieme alla riserva naturale orientata “Bosco di Santo Pietro” di Caltagirone costituisce l’unico residuo di quella che un tempo era la più grande sughereta della Sicilia centro-meridionale.

Un patrimonio di straordinario valore naturalistico ed ecologico. La portata delle fiamme e la loro durata dai primi rilievi escludono il fenomeno naturale, non è un incendio ma una tentata strage ambientale. 

Lo dichiara il laboratorio politico PeR in una nota: «Non chiamateli piromani ma criminali, assassini. La legge va cambiata. Ad oggi chi uccide animali, chi distrugge vegetazione riceve pene ridicole. Occorre equipararle alle tentate stragi, agli omicidi». PeR esprime vicinanza al sindaco e a tutta la città di Niscemi. «L’intervento della Regione e dello Stato deve essere immediato». 

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