"Nessuna sentenza è stata ancora emessa"
Gli avvocati Cafá e Nastasi intervengono in merito alla vicenda giudiziaria in corso al tribunale di Gela

A seguito del comunicato stampa diffuso dagli avvocati Girolamo Rubino ed Alessio Costa e di cui vi abbiamo dato notizia su queste colonne, riceviamo e pubblichiamo una nota degli avvocati Angelo Cafá e Roberto Nastasi
Con rammarico si è appreso della pubblicazione di notizie concernenti un procedimento giudiziario tuttora in corso dinanzi al Tribunale civile di Gela, che coinvolge il dott. G.A.G. e gli eredi del paziente sig. P.A., nelle quali vengono riportate affermazioni destituite di fondamento e riferimenti ad atti processuali riservati.
Ad oggi non è stata emessa alcuna sentenza e il procedimento rimane integralmente sub iudice. Gravemente lesiva della memoria del defunto è l’affermazione secondo cui l’interruzione del nesso causale sarebbe stata determinata da una “volontaria mancata collaborazione” del paziente. La consulenza tecnica d’ufficio, a cui si fa riferimento nell’articolo citato, al contrario, afferma testualmente che «dalla attenta lettura degli atti non si evince se il paziente abbia omesso di presentarsi alle ulteriori visite di controllo» e che «i consulenti non hanno elementi che possano chiarire le dinamiche relazionali tra il sig. P.A. e il dott. G.A.G.»
La consulenza tecnica – atto endoprocessuale sottratto alla divulgazione mediatica – riconosce espressamente che il ritardo diagnostico abbia avuto un ruolo di concausa nel determinare il decesso del sig. P.A. Affermazioni che insinuino una responsabilità del paziente colpiscono in modo crudele e ingiusto la sensibilità dei familiari, già provati da una perdita irreparabile, che hanno diritto a vedere rispettato il ricordo del proprio caro e a non subire ulteriori sofferenze generate da rappresentazioni distorte.