Non c’è calunnia e il giudice dispone che non si debba procedere nei confronti di Saverio Di Blasi. I fatti contestati cominciano a gennaio dello scorso anno Saverio Di Blasi presenta in Procura una richiesta di chiarimento in riferimento ad un procedimento penale per reati ambientali originato da denunce delle associazioni ‘Aria nuova’ ed ‘Amici della Terra’ , contrariamente a quanto accaduto al referente di quest’ultima associazione, Di Blasi non aveva ricevuto l’avviso di richiesta di archiviazione da parte della Procura e quindi non aveva potuto fare richiesta di archiviazione. Ha chiesto il perché della mancata notifica ma non solo non ricevette la notifica anzi gli fu notificato un avviso di garanzia per il reato di calunnia perché con quella richiesta Di Blasi avrebbe incolpato i magistrati di Catania di non avere mandato l’atto a cui avrebbe dovuto opporsi. Le ricerche hanno prodotto questo risultato: la richiesta di archiviazione era stata spedita a Di Blasi, ma lui non l’ha mai ricevuta con raccomandata. Da qui la richiesta di chiarimenti. Il procedimento va avanti e quindi arriva la notifica dell’avviso di garanzia per calunnia. I Pm Calabrese e Lo Valvo si sono dichiarati come persone offese e si sono costituiti parte civile chiedendo il risarcimento dei danni sentendosi lesi nella professionalità. Ne segue la trafila delle indagini con Di Blasi che si è sottoposto ad interrogatorio con udienza di ieri. La difesa rappresentata dal legale Salvo Macrì ha chiesto il rito ordinario. Il Pubblico Ministero del Tribunale di Catania Currò ha emesso il dispositivo di sentenza in cui sostiene che non si debba procedere nei confronti di Di Blasi perché il fatto non sussiste accogliendo in toto la richiesta del legale Macrì che ha sottolineato che non ci fosse calunnia nei confronti dei giudici ma solo difesa personale nel fare rilevare che non aveva ricevuto l’atto.
