Seguici su:

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Più forza esterna, meno forza interna: il punto di vista dello psichiatra dott. Franco Lauria

Pubblicato

il

L’uomo del passato disponeva solo dei suoi muscoli come fonte energetica. La Tecnica non era ancora sviluppata, gli utensili erano semplici e grezzi e per realizzare cose doveva costruirsele da solo con le sue mani e la sua intelligenza. Esercitando mani e mente sopportava dispiaceri e frustrazioni enormi per puro spirito di sopravvivenza. Così fortificava il carattere oltre che il fisico. Molti morivano, i più deboli, ma coloro che sopravvivevano, i più forti, avevano fiducia in sé stessi e in Dio.

Con il passare dei millenni l’uomo costruisce macchine che diventano fonti esterne di energia. Così riesce a fare cose complesse in minore tempo e con l’intervento di un numero ridotto di persone. Questo processo dura migliaia di anni, perlomeno dai 10 mila anni A.C. in poi. E le macchine forniscono fonti energetiche che fanno la vita più comoda e civile. L’uomo usa sempre meno i muscoli e sempre più la mente. Ma ad un certo punto questo processo virtuoso tocca un limite, una soglia, oltre la quale gli svantaggi cominciano ad essere troppi. L’uomo moderno paga un prezzo sempre più alto al progresso. Gli inconvenienti del progresso ed i suoi effetti collaterali si ritorcono contro l’uomo stesso. Il processo avviato all’insegna della razionalità efficiente non può essere fermato.

L’uomo moderno esperisce la frustrazione della dipendenza dalle macchine da lui stesso create.  E sopravvive grazie ad esse. I suoi muscoli sono sempre più deboli. Il suo fisico è sempre più debole. Il suo sistema immunitario è sempre più debole. Grazie al denaro e alle macchine però continua ad imporsi sulla Natura. E grazie ai farmaci, alla sala operatoria,  alla chimica, ai vaccini, prolunga la durata della vita, anzi ne raddoppia la durata.

Ma non  migliora la qualità della vita. La qualità della vita era si migliorata, ma ora sembra avere toccato un punto di non ritorno. Troppa tecnica esterna finisce con l’avvizzire il corpo, lo indebolisce. Troppa tecnica esterna impone una fretta mai conosciuta. In un corpo con un sistema immunitario sempre più debole. L’uomo è sempre più dipendente dalle macchine create da lui per essere al suo servizio ed invece adesso sembra che il rapporto si sia ribaltato. L’uomo è al servizio delle macchine.

Le fonti energetiche adesso sono fuori di lui. E l’uomo moderno è poca cosa rispetto a loro. Frustrazione, rabbia, dipendenza, passività. Perdita del senso della vita. La condizione esistenziale dell’uomo moderno è sempre più insoddisfacente e problematica.

Dott. Franco Lauria

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Dilettanti allo sbaraglio! il futuro di Gela sarà in mano al destino o alla fortuna?

Pubblicato

il

Dal nostro lettore Alfio Agró, riceviamo e pubblichiamo.

Anche in questa legislatura non saranno competenza e capacità umana a decidere le sorti della città.

Come ci si può fidare di una giunta comunale composta da assessori che non hanno la minima competenza professionale del settore assegnato a ciascuno di loro?

Per di più assessori nominati senza alcun programma personale e senza obiettivi.Già siamo al terzo assessore al turismo in pochi mesi di governo e si prevedono altri rimpasti al solo scopo di accontentare i più ambiziosi e promuoverne la carriera politica. Vogliono farci credere che s’impegnano per la città e non per i propri interessi.

Per questo, anzi per questi signori, Gela diventerà sempre più povera, disastrata, denigrata e derisa, nonostante la natura l’abbia dotata di immense potenzialità che se questi signori sapessero valorizzate avremmo un’altra Gela, ricca, laboriosa, rispettata, credibile ed affidabile per attrarre finanziamenti pubblici e investimenti privati.

Assessori senza competenza, nessuna programmazione e neanche un piano di sviluppo economico occupazionale e sociale, in una città che non ha lavoro e né sa come promuoverlo, è veramente assurdo! In queste condizioni, come sempre, la nostra Gela sarà costretta a vivere alla giornata, sino al prossimo dissesto finanziario.

Una politica responsabile, che ha competenza professionale, non può assolutamente fare a meno di un serio piano di sviluppo senza una visione di futuro della città, nel breve, medio e lungo termine, nonchè della visione del passato, per non ripetere gli errori commessi. Naturalmente, questo piano dovrà tenere conto dell’alta vocazione turistica del territorio e di come valorizzarne le immense potenzialità, per renderle fruibili e ricavarne ricchezza e lavoro per la città e per i cittadini gelesi.

Incredibili potenzialità che indicano nel settore turistico, culturale e sportivo il volano di una rinascita economica di notevoli proporzioni e per migliaia di posti di lavoro.Di tutto questo, neanche l’ombra! Navighiamo nel buio! Quello che viene ci prendiamo! Assurdo!Ci sono città che non hanno potenziali ricchezze, eppure, le inventano e le creano artificialmente valorizzando i loro cervelli! Che bravi!

Ed assurdo per noi! Gravissimo che i nostri politici non sappiano promuovere il lavoro e preferiscano delegare questo loro dovere costituzionale a Roma ed a Palermo ed anche all’Eni. Cosa potrebbe regalarci, come sviluppo e lavoro, il governo nazionale? Sicuramente conoscendo la nostra fame di royalties ci potrebbe promettere una stupenda centrale nucleare di nuovissima generazione con posti di lavoro e royalties a volontà!

Mentre Palermo potrebbe riproporci il termovalorizzatore (l’Eni, sicuramente, darà massima disponibilità ad accoglierlo a Gela) per ottenere altri posti di lavoro e royalties in abbondanza. Questo è il futuro che ci attende, con certi politici, se non staremo con gli occhi aperti!”

Continua a leggere

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Il dramma dei dializzati, gli ascensori fuori uso e non c’è dialogo

Pubblicato

il

Da Antonio Ruvio riceviamo e pubblichiamo:

Dopo l’odissea degli spazi ridotti negli ospedali e parcheggi riservati inesistenti, il dramma dei dializzati all’ospedale di Gela: ho incontrato il Direttore Sanitario che dopo aver parlato delle problematiche dei parcheggi,ricordandogli che il cantiere dei lavori è in via Europa quindi l’area parcheggi  di via palazzi potrebbe tornare alla normalita’, mi da un  appuntamento  per vedere di risolvere il problema, ebbene non solo non si è presentato all’appuntamento ma non si fa piu trovare. Tutto questo è vergognoso ed inammissibile ! Ci sentiamo denigrati e  offesi poiché non si ha rispetto delle problematiche e nessuno vuole ascoltare la nostra voce . L’altra vergogna è che da qualche settimana gli ascensori sono fuori servizio, le donne in gravidanza  devono farsi 5 piani per le visite. Le finestre rotte che non puoi aprire perché rischi che pezzi di vetro ti vadano addosso.

Sappiamo che la gestione è politica e non sanitaria. Dunque cari politicanti sarebbe rispettoso nei confronti di tutti noi gelesi prendervi cura di ciò che abbiamo fortunatamente e non di lasciare tutto in rovina. Non siate complici di questo degrado!Perche’ la politica non interviene per mettere fine a questa vergogna? Perche’è complice di questo degrado.

Continua a leggere

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Assunzione proposta da Orsa: Impianti dice no

Pubblicato

il

Alla richiesta di assunzione della moglie dei dipendente del settore Igiene ambientale del sindacato O.R.S.A, risponde con tempestiva sollecitudine l’Amministratore unico di Impianti, ing. Giovanna Picone, con la nota che segue:

“Assumere la moglie dell’operaio sessantaduenne deceduto nei giorni scorsi, sarebbe un gesto di buon senso se non fosse che in una società pubblica certe scelte vanno fatte con determinati presupposti di natura legale.

Se da un punto di vista squisitamente umanitario sarebbe una soluzione che ci riempirebbe di orgoglio, non si può minimamente immaginare che l’azienda possa garantire posizioni di ricambio generazionale o di “eredità”occupazionale soprattutto quando le dolorose perdite dei nostri lavoratori riguardano personale prossimo alla quiescenza .

Il caso a cui si riferisce Caiola, è completamente diverso e ci ha consentito, previo parere legale e concertazione sindacale di assumere la moglie di un operatore di 38 anni al quale è stato riconosciuto l’infortunio in itinere a pochi mesi prima del passaggio con la nostra Società.

Sono casi particolari , spero unici, ma questo non può rappresentare un precedente e soprattutto non da alcun margine di manovra per situazioni legate a morti naturali o legate a condizioni di malattia. Pertanto mi scuso con la Sig.ra Nicosia per le false aspettative che l’articolo può avere generato e rinnovo la nostra vicinanza al suo dolore”.

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
Pubblicità