Proteste, diritti, democrazia. Dare senso alla nostra “libertà”

Mi sono ritrovato a rileggere i versi 71-72 del Canto primo del Purgatorio, quelli in cui Dante attraverso le parole di Virgilio presenta una delle figure più forti e intense dell’intera opera, Marco...

12 ottobre 2021 17:33
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Mi sono ritrovato a rileggere i versi 71-72 del Canto primo del Purgatorio, quelli in cui Dante attraverso le parole di Virgilio presenta una delle figure più forti e intense dell’intera opera, Marco Porcio Catone. L’Uticense viene reso dal poeta quale paradigma assoluto del concetto di libertà pura, autentica e necessaria: la libertà di chi non si piega e sceglie, addirittura, il suicidio come forma suprema di dignità e indipendenza di pensiero. “Libertà va cercando, ch’è sì cara / come sa chi per lei vita rifiuta”. Versi famosissimi e bellissimi, cui ho ripensato in questi giorni vedendo in sequenza le immagini dell’assalto alla sede della Cgil ad opera dello squadrismo no-vax&no-green pass.

Se è vero com’è vero che il diritto alla protesta è un diritto sacrosanto, figlio della conquista della democrazia, mai e poi mai può esserci qualcosa che possa giustificare una qualche forma di violenza, ancor di più se chiaramente criminale come quella del caso specifico. Di proteste in nome e per conto della libertà ne abbiamo viste tante, soprattutto negli ultimi difficili tempi. E forse, per tornare a ridargli un senso concreto a questa parola importante e necessaria, dovremmo rispolverare alcuni passaggi chiave della nostra storia, che prima di conquistarla la libertà ha dovuto attenderla e rincorrerla al prezzo di sacrifici altissimi.

Abbiamo mai pensato ai giovani e giovanissimi che, appena due secoli fa, andavano incontro a morte sicura sul campo di battaglia nelle Guerre d’indipendenza, lottando per un’Italia unita che loro mai avevano visto ma solo sognato e desiderato? Abbiamo mai pensato, fino in fondo e senza preconcetti politici di sorta, al sacrificio delle donne e degli uomini della Resistenza, meno di ottant’anni fa, senza il quale noi probabilmente la libertà che abbiamo non l’avremmo?

Pensiamoci davvero alla libertà, a cosa vuol dire oggi per noi: non solo ai diritti che ci regala, ma anche ai doveri che ci impone. Perché, come diceva un altro grande della storia, Martin Luther King, affondando le radici della sua riflessione nel pensiero kantiano figlio dell’Illuminismo, “La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”. Piaccia o non piaccia.

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