"Rispettare il codice della strada è fondamentale". La dottoressa Milli invita alla prudenza
"I comportamenti più rischiosi tra i giovani al volante, sono quelli di sentirsi lontani da qualsiasi forma di negatività"
Laziale di Rieti e siciliana d'adozione. La nostra bella isola l'ha accolta a braccia aperte, riconoscendole, negli anni, capacità di intervento e grande senso di appartenenza alla divisa che indossa. La dottoressa Maria Grazia Milli, primo dirigente della Polizia di Stato, da poco più di un mese comanda il Compartimento della Polizia Stradale per la Sicilia Orientale di Catania. Laureata in Giurisprudenza all’Università "Sapienza" di Roma, è entrata in Polizia nel 1994 e, dopo il corso di formazione per commissari, è stata assegnata alla Sezione Polizia Stradale di Palermo. Nel corso della sua carriera ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi, tra cui quello di comandante della polizia stradale di Caltanissetta per 16 anni. Ultimamente ha lavorato a Reggio Calabria dove ha diretto la Sezione Polizia Stradale e, poi, è stata Capo di Gabinetto della Questura, coordinando la gestione di servizi particolarmente delicati come quelli connessi agli sbarchi. È stata responsabile del Progetto Icaro – Campagne sicurezza stradale - nel 2004 e 2005 e ha partecipato come esperta in materia di sicurezza a numerose trasmissioni televisive nazionali. Insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica, diplomata in pianoforte classico, iscritta all'ordine dei giornalisti, è stata addetto stampa ai motorshow di Bologna nel 2002 e nel 2003.
Dottoressa, partiamo dal nuovo incarico. Se lo aspettava?
"Dal 3 novembre sono stata nominata dirigente reggente del compartimento siciliano orientale di polizia stradale che ha sede a Catania e che coordina cinque province dove hanno sede le rispettive sezioni di polizia stradale. Un ritorno certamente in Sicilia, quindi nell'isola dove ho iniziato la mia avventura professionale, non me lo aspettavo, ma certamente è stata una possibilità".
Quali sono i compiti che interessano il compartimento, di cui ha già preso il comando?
"Sono compiti analoghi a tutti quelli svolti dai compartimenti di polizia stradale, quindi sono organi di coordinamento di tutte le rispettive sezioni di polizia stradale che hanno sede nelle province di riferimento. Nel mio caso, quindi del compartimento Sicilia orientale, le province che vengono coordinate sono la stessa provincia di Catania, dove ha sede una sezione nello stesso ambito compartimentale, (nello stesso edificio), e Messina. Sia il capoluogo etneo che quello peloritano, sono sezioni da primo dirigente, definite sezioni grandi. Poi ci sono le sezioni di Siracusa, Ragusa ed Enna. Qui finisce la competenza del compartimento Sicilia orientale. Poi c'è il compartimento Sicilia occidentale che inizia con Caltanissetta e i compartimenti hanno il compito di coordinamento ma anche di gestione di tutte le risorse che incidono nella regione che viene coordinata. Quindi si tratta di una gestione che riguarda sia l'impegno operativo di tutte le unità, che il coordinamento dei servizi di sicurezza statale. In sostanza, tutti i dispositivi operativi che avvengono sulle strade di nostra competenza. Ora la polizia stradale ha come priorità, la viabilità autostradale dove agiamo in via esclusiva. Ciononostante, ci sono ulteriori competenze che si estendono sulle cosiddette arterie ad alta percorrenza, comunemente definita viabilità ad alta percorrenza. Noi, come ambito autostradale, gestiamo certamente e quindi siamo presenti con il personale dipendente dalle sezioni, che poi operano nella loro zona anche autostradale ed in questo caso sulle autostrade A18, A 19 e A20. Per quanto riguarda invece la competenza che viene svolta in via esclusiva da alcune sezioni di quelle di cui abbiamo già parlato, quelle dipendenti da questo compartimento sono statali ad alta percorrenza e sono la strada statale 114, la 115, la 113 e la strada statale 121".
La parte più gratificante del suo ruolo di comandante?
"Credo che la parte più gratificante di tutte le persone che svolgono il mio lavoro, sia sicuramente la consapevolezza di poter essere d'aiuto, di supporto e di indirizzo alle persone. Questa è proprio la nostra mission. E' la missione dell'esserci sempre della polizia di Stato ed in questo caso della polizia stradale. Viene sviluppata proprio nel soccorso, nell'indicazione dell'intervento su incidenti stradali su tutto quello che può avvenire naturalmente sulle strade e quindi certamente da questo punto di vista, poter essere d'aiuto, poter intervenire, cercare di arginare conseguenze di incidenti stradali o di tutto quello che può avvenire sulla strada è certamente una grande gratificazione. Il nostro lavoro è volto comunque in via generale a preservare quella che è la vita umana, la vita non soltanto del conducente, di tutti quelli che utilizzano la strada come mezzo di spostamento. La sicurezza stradale è certamente il nostro obiettivo, l'aiuto e il soccorso alle persone altrettanto, il grazie della gente è quello che certamente ci ripaga più di tutto".
Ogni giorno affrontate numerose difficoltà: quali sono nel dettaglio?
"Ogni giorno le pattuglie di polizia stradale affrontano la strada ed i rischi ad essa collegate. Si lavora normalmente con turni di sei ore continuativi che vengono spalmati poi per la copertura delle 24 ore.I nostri agenti sono chiaramente esposti come tutti gli altri utenti, ai pericoli, alle intemperie, ai disastri ambientali. A tal proposito, gli agenti seguono dei corsi specifici ed abbastanza calibrati, prima di essere immessi nella specialità della polizia stradale. Si interviene per ogni necessità dell'utenza: dal semplice soccorso all'incidente stradale gravissimo e per questo occorre, appunto, un addestramento costante e specifico. I rischi del nostro lavoro, sono anche quelli emotivi poiché gli scenari sui quali molte volte operiamo e sui quali spessissimo capita di trovarci anche improvvisamente, richiedono non soltanto una grande preparazione operativa, ma anche un grande equilibrio, una grande capacità di resilienza, cioè di saper operare lucidamente in contesti di grande dolore o di grande disagio o anche in contesti di calamità naturale. Pensiamo ai terremoti: quando operiamo in questi contesti cosiddetti estremi, quindi in ambiti emergenziali, emotivamente ci troviamo ad affrontare tanto dolore per chi vede distrutta una casa a causa di un forte sisma. In quel momento, dobbiamo essere nelle condizioni di saper operare riuscendo a condividere questi grandi dolori che spessissimo appartengono a persone, a noi sconosciute, per le quali però abbiamo il compito di dove agire e di dover cercare di arginare le conseguenze quanto più possibile. Identico dolore di chi perde un parente, un amico, un figlio in un incidente stradale. È chiaro che non è una cosa facile, però questo è il nostro lavoro e questo è quello che ci gratifica. Salvare anche solo una vita, è il nostro principio. Le difficoltà a volte, durante la giornata, sono anche imprevedibili. I nostri agenti devono avere anche questa capacità immediata di fronteggiare e risolvere qualsiasi situazione. Al di là di questo, devono avere delle grosse competenze di conoscenza del codice della strada e delle leggi speciali. Devono sapere anche interloquire con l'utenza in qualsiasi circostanza per essere comunque credibili, perché ogni agente in divisa, rappresenta l'intera istituzione. Essere credibili per essere autorevoli e per essere affidabili!"
Quali sono oggi le cause più frequenti degli incidenti stradali?
"In questo periodo storico, forse più che in altri, la distrazione legata all'utilizzo costante, durante la guida, del telefono cellulare, ma anche di altri dispositivi. Questo comportamento è diventato più pericoloso addirittura di quella che da sempre è stata la causa maggiore di incidenti stradali: l'alta velocità. C'è da dire che la velocità non adeguata, resta sempre una causa. Poi ci sono anche le condizioni di alterazione psicofisica. Pensiamo a chi guida in condizioni di ubriachezza oppure sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Queste sono certamente le maggiori cause di incidenti stradali".
Che ruolo hanno la velocità e le distrazioni negli incidenti mortali?
"La velocità e la distrazione, hanno purtroppo una rilevanza al 100% negativa perché come ho detto sono tra le maggiore cause di incidenti. Spessissimo mortali, ma comunque altrettanto spesso con conseguenze di lesioni gravissime permanenti. A questi due elementi, aggiungo anche il sorpasso azzardato, il sorpasso con scarsa visibilità, il sorpasso in doppia striscia, cause principali degli scontri frontali"
Che consiglio dá ai giovani neopatentati?
"Rispettare il codice della strada le norme di comportamento è naturalmente fondamentale, al di là di quello che magari possono consigliare gi amici. Il neopatentato è un soggetto estremamente giovane, quindi come tale probabilmente condizionabile da quello che fa il cerchio di amicizie di riferimento. Ripeto: rispettare le norme del codice della strada e quindi guidare in condizioni di sobrietà. Magari se si va fuori, è consigliabile far guidare il cosiddetto guidatore designato, cioè chi comunque non ha bevuto e che può riportare tutti tranquillamente a casa. Utilizzare un huber o un mezzo appunto sicuro per rientrare, sarebbe tra i consigli da poter dare come conseguenza, però, di un'acquisizione di cultura della sicurezza stradale che è fondamentale, quindi rispetto di tutte le norme di comportamento: dal non esagerare con la velocità, dal non guidare in maniera alterata, da non utilizzare mai il cellulare mentre si guida, sono tra i consigli che ci sentiamo proprio ti dire ai più giovani. Noi crediamo moltissimo alla comunicazione all'interno delle scuole, alle lezioni sul codice della strada, iniziative di piazza che possano trovare un momento di condivisione di cultura di questa finestra della legalità stradale, ai percorsi di sicurezza stradale per i bambini. Purtroppo ci sono film ispirati proprio a scelte sbagliate da parte di ragazzi, adolescenti che poi hanno comportato un cambiamento tragico per tutta la loro vita e di tutto l'apparato familiare. Cerchiamo veramente di utilizzare i mezzi di comunicazione nel modo più performante per poter instillare la cultura della legalità della sicurezza stradale in questo caso, soprattutto tra i più giovani nella speranza che possono assorbirla e che soprattutto dentro casa possano avere i genitori come riferimenti certi. La distrazione si può dire che, come l'alta velocità o la superficialità alla guida è purtroppo un fenomeno trasversale, come è d'altro canto in senso positivo la diffusione della sicurezza stradale"
Quanto è importante e quanto influisce la manutenzione del veicolo sulla sicurezza?
"E' importantissima perché, naturalmente, è una forma di sicurezza come dire passiva che riguarda comunque il veicolo con il quale noi ci spostiamo dappertutto. Quindi avere le gomme in perfetto stato, avere il mezzo assicurato e soprattutto revisionato e perfettamente efficiente in ogni sua parte direi che è una componente importante della nostra sicurezza nei nostri spostamenti"
Quali sono le tecnologie che utilizzate per monitorare il traffico?
"Sono molte al di là di apparecchiature specifiche che abbiamo noi, dai telelaser agli autovelox, che nascono esclusivamente per la valutazione e la media della velocità eccessiva. Ci sono moltissime tecnologie che hanno però un impianto più stabile e non sono quindi manovrate da noi, ma sono immesse nei contesti di viabilità. Pensiamo ai tutor sulle tratte autostradali. Si tratta di strumenti tecnologici che ci danno una mano: provano a controllare e poi a perseguire le alte velocità e comunque anche tutti i comportamenti scorretti che si hanno alla guida. Noi utilizziamo, in servizi speciali dedicati proprio a contrastare le alte velocità, questi tradizionali strumenti, adesso estremamente perfezionati e quindi assolutamente performanti che sono proprio quelli del telelaser e dell'autovelox. Naturalmente ci sono delle regole per informare l'utenza, come il posizionamento di queste strumentazioni in un determinato posto, perché le persone devono sapere che c'è un controllo all'alta velocità e anche se si rallenta è comunque una forma di prevenzione, perché naturalmente rallentando si riduce la velocità eccessiva. Poi abbiamo tanti strumenti che ci aiutano e ci fanno capire se una persona è in condizioni di alterazioni psicofisica. Mi riferisco ai precursori che guardano e accertano in prima battuta, la presenza di eccessivo alcol nel sangue e l'avere assunto sostanze psicotrope. Si tratta di elementi alteranti ed estremamente pericolose per la vita. Nell'ambito delle nostre sale operative, noi in questo compartimento abbiamo come enti l'Anas per la competenza autostradale e ordinaria. Grazie ai loro monitor, naturalmente congiunti con quelli che sono nelle nostre sale operative, abbiamo costante visione di quanto accade".
La digitalizzazione ha migliorato la sicurezza stradale?
"Direi che la digitalizzazione è ben usata. Ha migliorato moltissimo l'attività di sicurezza. Quindi, nell'ambito della polizia di Stato, certamente anche quella della sicurezza stradale perché con questi mezzi di cui parlavo prima adesso altamente digitalizzati, andiamo in maniera estremamente più veloce. Anche la redazione di un semplice verbale adesso viene fatta in digitale e certamente questo aiuta moltissimo".
In che modo vengono formati gli agenti all’uso delle nuove tecnologie?
"Svolgono dei corsi dedicati all'utilizzo di ogni tipo di tecnologia, quindi vengono inviati in apposite scuole di formazione dove si formeranno per l'utilizzo del nuovo telelaser, del nuovo autovelox, del nuovo portatile per redigere verbali".
Come migliorare il rapporto tra Polizia Stradale e cittadinanza?
"Francamente credo che già la polizia stradale abbia un buon rapporto con l'utenza e quindi con la cittadinanza. La specialità più tradizionale della polizia di Stato è quella di stare tra la gente, utilizzando, tra l'altro, i mezzi di comunicazione e diffondendo questa cultura andando nelle scuole e partecipando a programmi dove si parla di sicurezza stradale, dove si spiega quello che è il nostro lavoro, facendolo vedere. Noi lavoriamo per loro. C'è da dire che anche i nostri poliziotti, sono collegati ai rischi della strada e tantissimi hanno perso la vita negli anni. Quando un nostro agente non ritorna tra i suoi affetti più cari, vittima del lavoro, è il fallimento di tutti, a maggior ragione per il comandante. Credo invece che dobbiamo continuare a interfacciarci con la gente, a farci conoscere, a spiegare il nostro lavoro e a diffondere la cultura della sicurezza stradale, a lavorare per garantire veramente lasicurezza e la tranquilla mobilità sulle nostre strade".
Quali strategie adottate per comunicare con i media in caso di incidenti gravi?
"Non utilizziamo dei modi particolari di comunicazione con i media ma applichiamo le regole normali che esistono nella comunicazione. Con estrema chiarezza, sul momento, comunichiamo quanto accaduto; poi,successivamente, entriamo nel dettaglio, dopo avere analizzato a fondo l'episodio ".
Come motivare il personale in situazioni di elevato stress operativo?
"Il nostro personale è già formato con corsi specifici. Esistono dei protocolli che i dirigenti dei reparti utilizzano in condizioni o in contesti di grave stress operativo: pensiamo ad incidenti gravissimi, disastri ambientali. In questi casi si utilizza il protocollo Chirone, che è un progetto dipartimentale del servizio della polizia stradale, che prevede un incontro da parte del dirigente con tutti gli agenti che hanno operato su quei contesti particolari, per cercare di parlarne e cercare di capire le cause che emotivamente possono essere appunto rilevanti. La polizia stradale è abituata a questi contesti di stress e dunque è importante raccontare e veicolare le proprie emozioni".
Ci saranno nuove tecnologie per prevenire incidenti?
"Ce lo auguriamo, anche se sono convinta che la tecnologia migliore sia quella dell'utilizzo della testa, quindi del convincimento per tutti, di utilizzare e di rispettare le norme di comportamento del codice della strada".
Come vengono gestiti oggi i controlli sul cellulare alla guida?
"I controlli sul cellulare alla guida sono un obiettivo importante, quindi noi svolgiamo dei servizi mirati e specifici proprio per il contrasto alla guida con l'uso del telefonino. Sono servizi periodici settimanali che vengono ripetuti spesso in varie zone, quindi in ogni provincia, in più luoghi delle stesse province che compongono il compartimento esoprattutto vengono anche immessi nei dispositivi speciali che riguardano proprio i principali obiettivi di contrasto che sono, come abbiamo già detto, il telefonino alla guida, quindi la distrazione alla guida e la guida in condizioni di alterazione psicofisica'.
Come si gestisce un incidente grave appena arrivati sul posto?
"La gestione dipende appunto dal tipo di incidente. Presupponiamo un incidente con prognosi con lesioni gravi o che ci siano per esempio moltissimi mezzi coinvolti sulla carreggiata. Intanto la prima fase è certamente l'invio immediato dell'unità operativa, quindi della pattuglia più vicina; dopodiché, una volta che vengono iniziati i rilievi e quindi la dinamica dell'incidente stradale, la prima cosa da fare è certamente il ripristino della viabilità. L'unità operativa più vicina chiamerà, se il caso lo richiede, l'ambulanza in cui sanitari procederanno alle cure immediate. Ci sono casi in cui viene richiesto anche l'intervento dei vigili del fuoco, delle squadre Anas e Cas. Diciamo che la velocità di intervento è la prima cosa, molti di noi sono specializzati anche nella gestione del primo soccorso in attesa dell'unità medica specializzata. A seguito di un incidente mortale, un altro impegno della polizia stradale è quello di dovere comunicare la notizia ai familiari e questo rientra in quelle dimensioni emotive particolari che ci riguardano".
Che ruolo ha la Polizia Stradale nelle maxi-emergenze o nei grandi eventi?
"La polizia stradale nelle maxi emergenze come terremoti e alluvioni, ha una un ruolo fondamentale nel senso che siamo tra i primi che veniamo impiegati. Pensiamo al sisma nel Lazio ed in Abruzzo di qualche anno fa, alle varie alluvioni che ci sono state. La polizia stradale può avere un grande ruolo anche in base alla maxi emergenza che si trova a gestire: per esempio in un terremoto, si inviano per un ripristino della zona completamente distrutta con tante persone aggregate dai vari reparti e i funzionari che devono comunque coordinare ciò che rimane di una viabilità Quasi del tutto interrotta, quindi naturalmente si ha anche il compito di portare tutti gli aiuti possibili e immaginabili alle popolazioni o alle comunità colpite quindi, ripeto, siamo i primi che spesso interveniamo e veniamo considerati per essere inviati in questi luoghi. Naturalmente però in queste circostanze non operiamo da soli, ma operiamo con un contorno che è fatto anche dagli altri colleghi delle forze dell'ordine o comunque delle questure. La polizia stradale ha comunque una competenza, come dire specifica anche in questi grandi eventi, se intendiamo eventi di questo tipo: coordinamento delle attività di soccorso, coordinamento della stessa viabilità su supporto di qualsiasi natura, quindi alle popolazioni colpite e poi ci sono i grandi eventi di comunicazione che possono anche riguardare la polizia stradale, quando sono specifici e quindi naturalmente lì si ha un'altra veste, che è quella di comunicare messaggi di sicurezza stradale, rappresentare la polizia stradale. Si tratta di due mondi completamente differenti, però entrambi caratterizzanti la nostra specialità. Pensiamo anche a situazioni che comunque sono state vissute durante il Covid. Molte pattuglie di polizia stradale sono state impiegate con posti di blocco e di controllo proprio nell'ambito della pandemia .La buona gestione di una viabilità è patrimonio della polizia stradale".
Qual è l’errore più comune che commettono gli automobilisti durante un’emergenza?
"E' quello che spesso, purtroppo,si fermano, magari per curiosità a guardare quello che è successo. Ecco questo è un errore che chiaramente non aiuta chi sta intervenendo a ristabilire un veloce ripristino della viabilità e quindi del normale scorrimento dei mezzi".
Come collaborate con ambulanza, vigili del fuoco e altre forze dell’ordine?
"Collaboriamo con ambulanza, vigili del fuoco e le altre forze dell'ordine spessissimo in contesti emergenziali. Nel caso più emblematico in ambito di incidente stradale, chiaramente il 118 è una nostra presenza abituale".
In un incidente con feriti, quali sono i primi comportamenti corretti da adottare?
"Chi assiste ad un incidente, deve fermarsi ed avvisarci immediatamente. L'importante è non toccare nulla. Un comportamento non adeguato su un ferito, può provocare danni inimmaginabili".
È obbligatorio allacciare le cinture di sicurezza anche sui sedili posteriori?
"Le cinture di sicurezza sono assolutamente obbligatorie anche nei sedili posteriori, perché per dinamiche di incidentalità stradale può anche capitare che una persona, in caso di forte impatto, possa essere sbalzata fuori dal veicolo".
In che modo la velocità influisce sulla distanza di arresto?
"Influisce molto perché più si va veloci più non c'è distanza d'arresto, quindi una velocità moderata o comunque adeguata alla viabilità che stiamo percorrendo, consente anche di fermarsi in caso di impedimento di qualcosa che interviene all'improvviso, di un ostacolo, in una maniera più sicura. Se si guida in maniera moderata, si ha una maggiore capacità di lucidità nel poter gestire il mezzo".
Quali progetti svolgete nelle scuole per educare alla sicurezza?
"I progetti che si svolgono nelle scuole sono tanti. La polizia stradale è specializzata in questo con agenti che vanno in tantissime scuole, impartendo lezioni di sicurezza stradale nell'ambito di una comunicazione interscambiabile tra poliziotto e ragazzo. Far comprendere il rispetto delle regole della strada, è uno dei nostri principali obiettivi".
Cosa dovrebbero sapere i ragazzi prima di iniziare a guidare?
"Dovrebbero avere dei percorsi di formazione e sarebbe bello che la sicurezza stradale fosse una materia propria, inserita normalmente nell'anno scolastico come componente didattica. I ragazzi devono sapere che la vita va rispettata e che chiaramente guidare con prudenza è una forma di rispetto, non soltanto per se stessi. Ma è una necessaria consapevolezza nel vivere comunque civile, è una cultura generosa, una cultura che preserva noi stessi ma anche gli altri dovrebbero sapere che devono usare il loro cervello per fare la scelta giusta e quindi magari rispettare appunto le norme di comportamento del codice della strada. Devono sapere che non si guida ubriachi, che non si guida guardando il cellulare, che non si guida tefonando, che non si guida facendo altro. I comportamenti più rischiosi tra i giovani, sono quelli di sentirsi lontani da qualsiasi forma di negatività. Forse l'incidente stradale viene visto sempre come qualcosa che può succedere ad un altro e non a loro... Il messaggio, è chiaro, è rivolto anche agli adulti"
La prevenzione è più efficace dei controlli?
"La prevenzione è importante ma non direi che è più efficace dei controlli. È semplicemente un modo diverso per fare sicurezza stradale. La prevenzione vuol dire comunicazione, vuol dire presenza sulla strada vuol dire pattuglie che comunque si vedono e ci sono. Quindi possono essere un deterrente. La prevenzione vuol dire far capire, con progetti di sicurezza stradale, che siamo quello che facciamo, quello che vogliamo. Non è più efficace dei controlli, però è un'ottima grande alleata".
Quali messaggi vuole trasmettere ai futuri guidatori?
"Di avere rispetto per se stessi, per la propria vita e di essere generosi verso gli altri e quindi rispettare le norme del codice della strada e guidare secondo i criteri della sicurezza stradale. E' certamente un messaggio di cui mi piacerebbe che tutti i giovani fossero portatori, anche come grilli parlanti, per chi tra loro non la pensa in questa maniera, ma anche a volte per i loro genitori, perché il messaggio della sicurezza stradale è un messaggio che preserva la vita. E' un messaggio generoso, di cui, a mio giudizio, nessuna società civile può fare a meno".
Le norme attuali sono sufficienti per garantire la sicurezza?
"Secondo noi sono assolutamente sufficienti perché, peraltro, c'è stato anche un inasprimento voluto dal legislatore. Al di là della norma, perché gli strumenti legislativi ci sono e sono completi, il problema è quanto si comprenda che debbano essere rispettate le norme del codice della strada. A volte quello che manca, è proprio il principio di guidare in maniera consapevole. Quindi se non si ha questa consapevolezza, forse nessuna norma sarà mai sufficiente. Questa è una riflessione ma dal punto di vista certamente del dettato normativo, sono più che sufficienti e sono anche abbastanza pregnanti".
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