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Salva-Sicilia: chi difende e chi attacca

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Palermo – “Con mio grande stupore, leggendo oggi sui quotidiani dell’importante notizia circa la norma Salva Sicilia – approvata in Commissione Bilancio a Montecitorio e che permette alla Regione di superare i rilievi della Corte dei Conti sul bilancio 2020 – sembra che il Presidente Schifani sia stato un semplice spettatore o peggio, un figurante. Nulla di più falso poiché è l’unico vero protagonista. Se infatti la Regione Siciliana è riuscita a portare a termine un’operazione finanziaria essenziale per le sorti dei conti regionali è soprattutto per il ruolo determinante svolto dal Presidente Schifani, unico autore della norma. Le garanzie che solo la sua credibilità istituzionale potevano offrire sono state fondamentali nel delicato lavoro di mediazione svolto sia con il Ministro Giorgetti che soprattutto con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È giusto prenderne atto e riconoscerne i meriti”. Lo scrive in una nota la deputata di Forza Italia all’Ars, on. Bernardette Grasso

Non la pensa cosi’ il gruppo M5S.

“In Sicilia corsi e ricorsi di vichiana memoria sono la costante e, purtroppo, quasi sempre in negativo. Vorremmo capire bene quali sono, nei minimi dettagli, i termini dell’accordo chiuso da Schifani con Roma, che porterebbero in Sicilia una mancetta in cambio dei miliardi dovuti dallo Stato per la maggiore compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria. Era salito a Roma a chiedere 650 milioni, è tornato con 200, rinunciando a più di 8 miliardi derivanti dalla compensazione finanziaria per gli anni 2007 al 2021”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.
 “Sembra di rivedere – continua Antonio De Luca – la storia del disastroso governo Crocetta, che in cambio di poco più di 500 milioni cash rinunciò a contenziosi con lo Stato che avrebbero potuto portare nelle casse della Regione cifre ben più alte. Noi non ci stiamo: questa politica che non guarda più avanti del proprio naso è una sorta di pilota automatico verso il disastro di cui pagheranno le conseguenza le prossime generazioni. Schifani venga in aula a riferire prima della variazione di bilancio. Non siamo disposti a firmargli assegni in bianco, specie se la firma apposta non è con l’inchiostro ma col sangue dei siciliani”.

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