Il consiglio comunale non ha ancora deliberato l’aumento dell’Imu, atto legato al dissesto del Comune per l’uscita dall’aula di vari consiglieri a cominciare dai “ responsabili”, che una tegola arriva sulla delibera già approvata dell’aumento dell’Irpef. Sul tavolo della commissione consiliare al bilancio è arrivato un atto da parte del settore bilancio e tributi, a firma del dirigente cioè la segretaria generale Carolina Ferro, in cui si chiede al consiglio, su richiesta di 5 consiglieri comunali, di deliberare l’annullamento in autotutela della delibera votata dal consiglio il 19 gennaio, quella cioè sull’aumento dell’Irpef.


La delibera fu votata, lo ricordiamo, a maggioranza con 6 voti favorevoli, 3 astenuti (Mpa e FdI) e il solo voto contrario dell’assessore Incardona. Ma per un gruppo di consiglieri ( il presidente Sammito e consiglieri di FI ,Mpa e Un’Altra Gela) quella delibera va annullata in autotutela. In primo luogo perché in violazione del regolamento consiliare il gruppo di Una buona idea ha proposto per due volte di emendare la delibera mentre avrebbe potuto farlo una volta sola.
Ma c’è di più:l’emendamento che prevede di esentare le fasce di reddito fino a 15 mila euro, aveva il parere sfavorevole del collegio dei revisori. L’aspetto più importante è di natura economica: prima di portare l’aliquota Irpef allo 0,80% il gettito previsto per le casse comunali era di 3 milioni e mezzo di euro, con l’emendamento di Una buona idea scende a 2 milioni e 700 mila euro cioè 500 mila euro un meno rispetto al gettito garantito prima della dichiarazione del dissesto. Questo non è possibile: con il dissesto si aumentano le tasse per coprire i buchi del bilancio ed andare pian piano verso la normalità. Una delibera che ritorna in aula dunque e con urgenza per cancellare quell’emendamento, mentre è pendente quella sull’Imu.
E sul tema si scatena lo scontro politico. <Sono in campagna elettorale – dice il capogruppo della Lega Giuseppe Spata – vogliono amministrare una città e non sanno come fare>. Il riferimento è al gruppo di Una buona idea. < Quel gruppo ha fatto per fini elettoralistici una proposta che non poteva essere presentata – continua Spata – e che avrebbe portato un notevole danno economico alle casse comunali. Hanno fatto mettere ai voti l’esenzione per i redditi fino a 15 mila euro passando sopra volutamente e per ottenere il consenso dei cittadini, tutti i pareri negativi e il fatto che quella proposta era impensabile per i Comuni in dissesto. La politica non può affrontare con leggerezza e superficialità questi temi in un Comune in dissesto solo perché c’è la campagna elettorale. I cittadini devono sapere la verità e cioè che quell’emendamento era improponibile e confezionato solo ad uso della campaagna elettorale di Una buona idea e dell’ex vicesindaco>