Si alla sicurezza, il decreto è legge. Protesta la sinistra

Roma - La nuova legge di garanzia dei cittadini è passata. Il Senato ha confermato la fiducia al decreto sicurezza, chiesta dal governo, con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un'astensione. Approvato...

A cura di Redazione Redazione
04 giugno 2025 19:58
Si alla sicurezza, il decreto è legge. Protesta la sinistra - La protesta dell’opposizione nell’aula del Senato durante il voto di fiducia sul dl sicurezza, Roma, 4 giugno 2025. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
La protesta dell’opposizione nell’aula del Senato durante il voto di fiducia sul dl sicurezza, Roma, 4 giugno 2025. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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Roma - La nuova legge di garanzia dei cittadini è passata. Il Senato ha confermato la fiducia al decreto sicurezza, chiesta dal governo, con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un'astensione. Approvato dalla Camera il 29 maggio scorso, il decreto è stato convertito in legge. Concluse le dichiarazioni di voto, nell'Aula del Senato si è dato il via al voto della fiducia dei senatori che è stato chiesto dal governo sul decreto sicurezza, dopo diversi momenti di tensione in Aula, ultimo quello durante l'intervento del senatore di FdI e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Alberto Balboni sul decreto Sicurezza.

I senatori di Pd e M5s sono scesi urlando dai loro banchi, andando verso quelli della maggioranza, dopo che Balboni aveva detto: 'Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità'.

Molti esponenti dell'opposizione, tra cui il presidente del gruppo Misto Peppe De Cristofaro di Avs, si sono alzati in piedi e sono andati verso i banchi della maggioranza per controbattere a Balboni, ma sono stati bloccati al centro dell'emiciclo dagli assistenti parlamentari. Alcuni hanno gridato 'Fuori!'. La frase di Balboni è stata stigmatizzata anche dalla presidente di turno Anna Rossomando (Pd). Balboni ha prima detto che la sua era stata una sorta di 'domanda retorica' e poi si è scusato. A quel punto i lavori sono ripresi. Ma l'intervento di Balboni è stato contestato anche perché aveva accusato il centrosinistra di essere "radical chic" e di non pensare alle fasce più deboli della popolazione.

I lavori erano ripresi dopo una interruzione, in seguito alla protesta dei senatori del Pd, M5s e Avs che si erano  seduti davanti ai banchi del governo urlando "Vergogna vergogna" e mostrando alcuni con cartelli con le scritte 'Denunciateci tutti' o 'Vergogna' e chiedendo di convocare la conferenza dei capigruppo.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha fatto inizialmente proseguire i lavori evidenziando la presenza di precedenti di una protesta di questo tipo e dando la parola a Carlo Calenda. I senatori di Azione, così come Iv, erano seduti sui loro scranni. Prima che Calenda prendesse la parola i senatori seduti hanno, però, fatto un coro 'Capigruppo, capigruppo!' e dopo poco il presidente ha sospeso la seduta e convocato i presidenti dei gruppi. Ansa.

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