Troppe armi per i clan: un Kalashnikov si trova a 2.500 euro
"Quella di oggi è un’operazione particolarmente rilevante non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Emerge una Cosa Nostra che fa affari, tratta droga, ha notevoli disponibilità...


"Quella di oggi è un’operazione particolarmente rilevante non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Emerge una Cosa Nostra che fa affari, tratta droga, ha notevoli disponibilità di armi e delibera di uccidere, se necessario, e anche per manifestare la sua potenza". Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca in conferenza stampa per l’operazione antimafia della Polizia che ha portato all’arresto di 54 persone. Una è ancora ricercata. Il Procuratore, riferendosi alla situazione a Gela, ha delineato il quadro di gruppi mafiosi che sanno trovare le ragioni dell'unità di fronte alla difesa dei loro interessi illeciti.
«Gela - ha detto il dott De Luca - ha una sua specificità su tutto il territorio regionale, ma anche nazionale. Un territorio dove vi sono due famiglie mafiose, Rinzivillo ed Emmannuello e in più la Stidda. Le tre compagini criminali hanno raggiunto un’intesa, una pax mafiosa ormai da tempo, e questo è anche merito delle forze dell’ordine perché quando le organizzazioni mafiosi sentono la pressione da parte dello Stato tendono a compattarsi».
«Desta particolare preoccupazione - ha sottolineato il procuratore di Caltanissetta - la presenza di armi. Il territorio del distretto registra una quantità di armi assolutamente maggiore di qualunque altro territorio nazionale. Nel corso di questa operazione è stato sequestrato un ordigno esplosivo, ed è emersa, sia dalle dichiarazioni di un collaboratore che dalle intercettazioni, la disponibilità di uno degli indagati di un Kalashnikov, che usato da persona che sa come usarlo può anche bucare una autovettura blindata. Emergono altresì le disponibilità di pistole e un fiorente mercato delle armi. Bastano a quanto pare 2.500 euro per avere un Kalashnikov».