Cogito ergo sum

Un viaggio che incanta da vent’anni

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Ogni cosa nel mondo ha il suo tempo. Nella storia, e oltre la storia nella letteratura. Il viaggio di Ulisse verso Itaca, il νόστος di greca memoria, secondo il mito durò dieci anni. Il viaggio di Dante nei regni dell’oltretomba narrato nella “Commedia” durò molto, molto meno, appena una settimana, ma non fu meno grande per potenza e universalità. Anzi. E a proposito di tempi, la monumentale opera di Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, capolavoro della letteratura francese, fu scritta in ben 13 anni, dal 1909 al 1922. Il tempo è una costante della storia e ci dona spesso elementi importanti per definirla, per definire la portata di un progetto, di un processo, di un suo elemento.

Ogni generazione ha i suoi miti e i suoi momenti chiave. Chi è cresciuto nei favolosi Anni Sessanta non potrà mai essere immune al fascino e alla potenza rivoluzionaria dei Beatles e della minigonna, chi era adolescente negli Anni Ottanta sarà cresciuto tra l’avvento della tv commerciale e dei videogiochi, fino agli Anni Novanta con il compact-disc e la nascita di internet. Il nuovo millennio, l’attesissimo Duemila, si è invece aperto con un nuovo prodotto cinematografico, nato con l’ambizioso obiettivo di far esplodere un fenomeno letterario diventato interessante a partire dal 1997, nel Regno Unito.

Era il 6 dicembre 2001 e arrivava nelle sale “Harry Potter e la pietra filosofale”: sono passati vent’anni. Vent’anni di magia, è il caso di dirlo, che hanno unito i bambini di allora e quelli di oggi, ma anche gli adulti che non si sono lasciati vincere dalle ritrosie e si sono abbandonati al piacere dell’incanto. Quel mondo di sogni, castelli, compagni di scuola, lotta infinita tra il bene e il male, amori mai nati e legami indissolubili compie vent’anni e continua a far sognare, tornando nelle sale (anche nella nostra città) per un amarcord d’eccezione.

Per ricordarci che si può sempre tornare bambini ricercando la magia nelle cose belle che ci sono dentro noi e intorno a noi. Quella magia propria dell’arte, da trovare in un libro o in un film, che ci può davvero salvare la vita. Perché “La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce”. E le luci del Natale sono il momento perfetto per tornare a King’s Cross, binario nove e trequarti, e fare un nuovo giro di emozioni sull’Espresso per Hogwarts. Perché la magia è come Babbo Natale: esiste solo per chi ci crede, fino in fondo.

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