Da Butera alla nazionale under 21 di calcio, la nutrizionista Maria Luisa Cravana si racconta
Orgogliosa e fiera della sua Butera, la definisce “il mio borghetto del cuore, il paese dei nonni e dell’odore del pane appena sfornato, della mia infanzia e dei miei amici di una vita. Ogni volta ch...


Orgogliosa e fiera della sua Butera, la definisce “il mio borghetto del cuore, il paese dei nonni e dell’odore del pane appena sfornato, della mia infanzia e dei miei amici di una vita. Ogni volta che ci ritorno, sorrido e mi sento serena, quando vado via lascio sempre un pezzo di me…”
La dottoressa Maria Luisa Cravana, nel piccolo centro a pochi chilometri da Gela, ha trascorso anni intensi, muovendosi tra gli angoli dove ogni pietra custodisce una memoria, nella piazza principale affollata di storia che suscita un senso di meraviglia e ammirazione per la bellezza del passato. Dopo avere conseguito il diploma di maturità al liceo classico Europeo Educandato di Palermo, Maria Luisa ha bruciato le tappe nel percorso scolastico, laureandosi in dietistica nella facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Catania e conseguendo la laurea magistrale in alimentazione e nutrizione umana alla facoltà di scienze agrarie ed alimentari dell’Università degli studi di Milano. Dedizione allo studio e sacrifici, che l’hanno portata fino alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Agli ultimi Europei Under 21 in Slovacchia, ha curato l’alimentazione degli azzurrini.
“La mia collaborazione con la Figc è nata nel 2017, per caso. Avevo da poco concluso il Master in Nutrizione Sportiva, subito dopo la laurea magistrale; un caro collega mi avvisò che si stavano aprendo delle nuove posizioni per nutrizionisti, con l’obiettivo di creare per la prima volta un gruppo di professionisti a disposizione del Club Italia. Il colloquio è andato bene ed oggi sono ancora qui...”
La nazionale Under 21, ha cambiato commissario tecnico. Conosci Silvio Baldini?
“Non personalmente, ne ho sentito parlare molto bene e sono certa che farà un ottimo lavoro”.
Il tuo rapporto con l’ex ct degli azzurrini, Carmine Nunziata?
“Ottimo!, E’ stato il secondo allenatore che ho incontrato in questo meraviglioso percorso; abbiamo seguito insieme l’Under 17 fino al Mondiale in Brasile, esperienza meravigliosa e due anni fa ci siamo ritrovati in Under 21 continuando la nostra collaborazione con armonia e affetto”.
Qual è stata l’esperienza più significativa in nazionale che ti ha lasciato un segno?
“Sono state due in particolare quelle che mi hanno anche fatto crescere di più lavorativamente: in primis, l’organizzazione del Mondiale in Brasile, itinerante, per la quale c’è stata un’importante organizzazione per poter stare al meglio in quel posto, arrivare carichi, mantenere le energie e recuperarle nonostante il jet lag e poi giocare partire interessanti con squadre provenienti da tutto il mondo; la seconda esperienza più importante, il mio arrivo in Under 21 durante un periodo già complicato per tutti noi, quello del Covid. Tra mascherine, tamponi e attenzioni meticolose, noi preparavamo l’Europeo”.
Hai mai avuto difficoltà a lavorare in un ambiente prettamente maschile?
“Le difficoltà ci sono, non bisogna negarlo; una donna deve sempre stare più “attenta” rispetto ad un uomo, nel comportamento, nell’atteggiamento e deve dimostrare e palesare sempre e più spesso la propria professionalità e serietà”.
Se un giorno arrivasse la chiamata per accedere nello staff della nazionale maggiore?
“Ne sarei felice e lusingata. Nonostante il Club Italia sia una grande famiglia e il lavoro all’interno, in qualsiasi altro staff sia ugualmente gratificante e motivante, ovviamente l’esperienza in nazionale maggiore, sarebbe un po' la massima aspirazione”.
Sei tifosa del Milan. E’ l’anno giusto per ritornare ai fasti di un tempo con Max Allegri in panchina?
“Sono cresciuta da milanista con tutti i miei zii e la famiglia intera che ha vissuto gli anni d’oro del Milan. Quando posso corro a San Siro a tifare. L’arrivo di Allegri probabilmente è quello di cui il Milan aveva bisogno. Un uomo di esperienza, uno stabilizzatore, oltre che un bravo allenatore. Oltretutto noi tifosi siamo rimasti un po' affezionati a colui che ci ha regalato quel bellissimo scudetto nel 2011, di fatto il penultimo vinto dai rossoneri”.
Hai sempre avuto parole di elogio per Arrigo Sacchi. Per quale motivo?
“Ho vissuto il nome di Arrigo proprio dai miei familiari. Lui era il mito, era l’eroe. Aver avuto la possibilità di conoscerlo, scambiare delle chiacchiere con lui, persona di una certa cultura e spessore, mi ha emozionato. La prima volta che l’ho incontrato, non credevo ai miei occhi. Gli ho chiesto perfino una foto. Ci sono state diverse occasioni successivamente e confermo che ascoltarlo diventa quasi un’esperienza mistica”.
È stato facile per una ragazza di provincia, emergere nel Nord Italia?
“Non ho mai sentito il peso della provenienza, avendo vissuto molti anni a Palermo, la mia città di nascita, ero un po' pronta alla città, certo Milano viaggiava ad un’altra velocità ma mi sono adattata in fretta”.
Quando torni a Butera, cosa non deve mancare in tavola?
“Non si può andare via da Butera senza aver mangiato almeno una volta “l’impanata” ma a mia madre chiedo gli anelletti siciliani al forno (nel pranzo della domenica) e un’altra piccola concessione che mi faccio è la parmigiana dello zio. In primavera, magari sembrerà strano, amo pasta e piselli freschi e frittata di asparagi selvatici, due alimenti che non trovo a Milano e mi mancano molto”.
A pochi chilometri da Butera, c’è Gela…
“Gela se non sporadicamente per lavoro, per lo shopping e per il mare con gli amici, la conosco poco. La vedo come una città in evoluzione e che vuole farsi spazio e questo mi rallegra, allo stesso tempo penso debba essere valorizzata di più soprattutto a livello ambientale. C’è uno dei lungomari più belli della Sicilia e non è mantenuto bene. Questo mi fa rabbia!”.
Il rapporto con i tuoi genitori?
“Meraviglioso. Questo è il primo aggettivo che mi sento di utilizzare. Ho la fortuna di avere due genitori che mi hanno sempre sostenuta in ogni mia scelta dandomi sempre saggi consigli. Ciò che io oggi sono, è grazie a loro, ho la tenacia di mio papà Gaetano e la forza e dolcezza di mamma Carmela”.
C’è un grazie che ti senti di dire a qualcuno?
“Ai miei genitori certamente e a mio fratello Giovanni, il mio sostenitore più grande, così come a chi ha creduto in me in tutti questi anni, alcuni colleghi e amici cari”.
Che musica ascolti?
“A questa domanda mio fratello riderebbe. Probabilmente perché la musica che ascolto mi rappresenta molto (cambia con il mio umore). Spazio molto da un genere musicale all’altro ma non deve mai mancare il rock e la musica latina. Il mio must resta però la musica italiana degli anni 70-80, mia madre dice che sono vintage nell’anima”.

Entriamo nel dettaglio del tuo lavoro. Tra poco sarà Ferragosto e si preannunciano pranzi e cene abbondanti. C’è una strada da perseguire per evitare di ingrassare?
“Ciò che consiglio ai miei pazienti è di non abbuffarsi. Ci saranno pranzi e cene abbondanti ma da gestire con intelligenza e consapevolezza. Fare attività fisica o comunque cercare di mantenersi attivi tutti i giorni, idratarsi molto viste le temperature alte e abbondare in verdura. Quest’ultima non deve mancare assolutamente!”
Esiste una dieta perfetta?
“La dieta perfetta è un’alimentazione consapevole ricca in tutto: carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali. È importante gestire il quantitativo di cibo assunto ma non dobbiamo avere paura degli alimenti, bisogna conoscerli e sceglierli bene”.
Quali sono gli errori da evitare per resistere alle tantissime tentazioni della gola, dolci e salate?
“Assumerne in grandi quantità o ripetere nella giornata la stessa tipologia di alimento, è già sbagliato. Diversificare la dieta può aiutare a non eccedere”.
Pane, pasta e riso fanno ingrassare?
“No, assolutamente, sfatiamo per favore questo mito. I cereali che sostengono la nostra amata dieta mediterranea sono degli alimenti imprescindibili, creano la nostra energia e vanno garantiti in una dieta equilibrata. Gestirne la grammatura e i condimenti invece può fare la differenza”.
Nello specifico, cos’è la dieta mediterranea?
“È uno stile alimentare tipico dei paesi che appunto si affacciano sul Mar Mediterraneo (o meglio almeno lo era un tempo), caratterizzato da un elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce fresco e olio extra vergine di oliva, con un uso moderato invece di carne, latticini e uova e un limitato apporto di dolci e zuccheri raffinati. È stata riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco nel 2010”.
Perché nel Sud Italia – secondo gli ultimi dati – ci sono più obesi rispetto al centro e al Nord del nostro Paese?
“I dati di “Okkio alla Salute” ci mostrano risultati preoccupanti effettivamente sin dall’infanzia; le motivazioni principali sono proprio quelle legate al concetto di nutrimento ideale per i bambini percepito dai genitori; quindi, grosse quantità rispetto al fabbisogno calorico e allo stesso tempo scarso dispendio energico, quindi poca attenzione all’attività fisica che gli si propone di fare. Il sovrappeso e l’obesità sono un problema già durante la fase evolutiva”.
Facciamo un regalo ai nostri lettori. Ci puoi elencare un percorso alimentare da seguire attentamente per rimanere sani e belli?
“Si rimane sani e belli scegliendo l’equilibrio e la moderazione. Partirei col fare una completa colazione e mai saltarla (abitudine che hanno in molti). Delle idee potrebbero essere l’abbinamento di yogurt greco magro e autentico o kefir con frutta secca, frutta fresca di stagione e magari cereali integrali non zuccherati; oppure del pane tostato di segale con formaggio di capra o ricotta e frutta fresca/estratti o ancora dei dolci fatti in casa come pancake con farine non raffinate di avena, mandorla, yogurt, agave e frutta. Spuntini e merende “spezza fame” composti da verdure da sgranocchiare o frutta secca e frutta fresca. Pasti principali come pranzo e cena alternativamente che includano il consumo di cereali integrali, farro, orzo, riso con abbondante verdura e ortaggi di stagione, l’uso di spezie come la curcuma e lo zenzero e l’aggiunta di proteine (da consumare eventualmente anche separatamente nel pasto successivo) come pesce fresco pescato, carni prevalentemente bianche da allevamenti all’aperto e senza uso di antibiotici, legumi e/o prodotti derivanti dai legumi, uova da allevamenti controllati, a terra e formaggi freschi magri. Alla base di tutto l’idratazione, bere almeno 2 litri di acqua al giorno e praticare attività fisica”.
In nazionale, ci sono giocatori vegetariani e vegani? In questi casi, come ci si comporta?
“Si, ci sono. Organizziamo sempre dei menu che prevedono anche scelte completamente vegetali e va monitorato meglio l’introito proteico generale”.
“Il corpo mano è un tempio e come tale va curato e rispettato, sempre”. La citazione di Ippocrate non fa una grinza...
“È la mia filosofia; questa frase già letta e fatta mia al liceo durante i miei studi classici mi ha sempre affascinato, tanto da riportarla nel mio sito come mantra.Il corpo è un tempio, a livello olistico bisogna prendersene cura sempre, è come una casa, la vorremmo sempre pulita, in ordine piena di amore e armonia. Questo ci garantirà sicuramente una salute migliore nel tempo ma sosterrà anche una salute mentale più equilibrata che non va sottovalutata oltre che cercare di gestire lo stress quotidiano anche perché ci aggiungo anche un’altra importante citazione “mens sana in corpore sano”.
Il tuo sogno nel cassetto?
“Non bisognerebbe mai dirlo altrimenti non si avvera, ma noi non siamo superstiziosi. Perché no, un’esperienza in un club sarebbe un gran desiderio ma per il futuro sogno uno studio particolare tutto mio a Milano. Con Butera nel cuore”.