Daniele Maganuco racconta: Vannino e il Mistero del Mercato incantato di Manfria

Era il giugno del 1931, un’estate calda e polverosa che avvolgeva la piana di Gela come una coperta soffocante. Vannino, un giovane modicano di 24 anni, era un “Sulamaro”, uno di quelli che, alla fine...

A cura di Redazione
01 dicembre 2024 19:24
Daniele Maganuco racconta: Vannino e il Mistero del Mercato incantato di Manfria -
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Era il giugno del 1931, un’estate calda e polverosa che avvolgeva la piana di Gela come una coperta soffocante. Vannino, un giovane modicano di 24 anni, era un “Sulamaro”, uno di quelli che, alla fine del raccolto, andava in cerca delle spighe rimaste a terra dopo la trebbiatura. Era un ragazzo robusto e silenzioso, con il viso segnato dalla vita dura dei campi e dagli anni difficili in cui aveva perso entrambi i genitori a causa della spagnola.
Orfano, e con solo il suo mulo a fargli compagnia, Vannino si era spinto fino a Gela per cercare lavoro, trovando accoglienza tra i contadini che gli permettevano di raccogliere il grano dimenticato. Dopo una giornata interminabile di lavoro sotto il sole rovente, si ritrovò a dover attraversare le colline pietrose intorno a Manfria, diretto verso Piana Marina, dove sperava di trovare un posto tranquillo per passare la notte.

La sera era calata, e la luna illuminava pallidamente il paesaggio selvaggio e isolato. Il vento caldo portava con sé l'odore del mare, ma mentre scendeva dalla collina, Vannino notò qualcosa di insolito. Alla sua sinistra, verso la torre di Manfria, sulla vallata che portava al mare, vide delle luci brillare nel buio.
La curiosità ebbe la meglio, e decise di avvicinarsi. Il mulo, che lo accompagnava fedelmente, pareva inquieto, ma lui lo rassicurò con una pacca sul collo, continuando a camminare verso quelle luci misteriose.

Quando finalmente raggiunse la valle, ciò che si trovò davanti lo lasciò senza fiato.
Un mercato, apparso come dal nulla, si stendeva davanti a lui, con bancarelle colorate e mercanti che gridavano per attirare i clienti.
La scena era irreale: tutto sembrava così vivido, eppure non avrebbe mai immaginato che in quel luogo ci fosse un mercato tanto vivace.
Le voci dei venditori, i suoni dei ferri che battevano, le risate dei compratori: tutto sembrava uscire da un altro mondo.

Vannino si avvicinò, osservando con meraviglia la merce esposta. C’erano tessuti preziosi, frutta esotica e formaggi profumatissimi. Ma c'era qualcosa di strano in quell’aria, come se il tempo si fosse fermato. Mentre cercava nervosamente qualche moneta nelle tasche per comprare qualcosa, il mulo, con uno sbuffo, fece cadere delle monete dalla bocca.
Sorpreso e incredulo, Vannino le raccolse e si diresse verso una bancarella che vendeva formaggio. Il profumo era irresistibile, e con le monete cadute, riuscì a comprarne una fetta generosa, pensando che sarebbe stato perfetto per la “mangiata i matina” del giorno dopo.

Mise il formaggio nelle “Vertile” del mulo, le sacche di cuoio che teneva legate alla sella, e si incamminò verso Piana Marina. Ma, appena girato l'angolo su un cozzo di pietra, quando provò a dare un ultimo sguardo a quel mercato straordinario, non vide altro che buio. Il mercato era sparito, inghiottito dalla notte come se non fosse mai esistito.

L’indomani mattina, quando Vannino si svegliò e mise le mani nelle “Vertile” per recuperare il formaggio, sentì qualcosa di duro e freddo. Incredulo, tirò fuori l’oggetto, solo per scoprire che la fetta di formaggio che aveva comprato si era trasformata in un lingotto d’oro zecchino.
Il peso del metallo tra le sue mani era rassicurante, e la sua mente si riempì di mille pensieri: cos’era successo la notte precedente?
E quel mercato misterioso, apparso dal nulla, avrebbe fatto ritorno?

Di certo, nessuno gli credette quando raccontò la sua storia. La gente rideva, lo considerava un sognatore, ma Vannino sapeva cosa aveva visto. Il mercato di Manfria appariva una volta ogni sette anni, e chiunque avesse la fortuna di imbattersi in esso, avrebbe portato con sé un ricordo magico e prezioso, anche se carico di mistero.

Da quel giorno, Vannino tornò spesso in quelle colline, sperando di rivedere le luci del mercato, ma non lo trovò mai più.

Disclaimer:
Durante le mie ricerche, ho trovato anche una versione simile di questa leggenda nel comune di Milena, in provincia di Caltanissetta, con alcune varianti riguardanti la natura del mercato e la trasformazione dei beni acquistati. La storia qui narrata è il frutto di una combinazione di questi racconti popolari, con l'intento di preservare e valorizzare il patrimonio culturale della nostra terra.

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