"Determinati per una stampa libera"

Tantissima televisione, innumerevoli articoli per giornali regionali e nazionali ma, soprattutto, tanta voglia di esportare nel Mondo il vero volto della nostra Sicilia, terra bella e martoriata, attr...

01 agosto 2023 11:25
"Determinati per una stampa libera" -
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Tantissima televisione, innumerevoli articoli per giornali regionali e nazionali ma, soprattutto, tanta voglia di esportare nel Mondo il vero volto della nostra Sicilia, terra bella e martoriata, attraverso l’impegno costante di chi nel giornalismo crede e ha sempre creduto. “Perché una penna “libera”, se usata bene, riesce a costruire la verità. Mattone su mattone”, ripeteva spesso il compianto Andrea Purgatori.  Ne è assolutamente convinto anche Roberto Gueli, attuale presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e vice direttore del Tgr Rai nazionale. Prossimo ai 55 anni, ha firmato articoli per “La Sicilia” e il “Corriere dello Sport”, ha lavorato a TeleRegione, Telescirocco, Canale 21, Antenna Sicilia prima di approdare in Rai. Da Palermo (sua città natale) ha commentato le gesta dei rosanero per “Tutto il calcio minuto per minuto”. Ha ricoperto i ruoli di caporedattore del Tgr Sicilia e, a Roma, del Giornale Radio. E’ consigliere nazionale dell’Ussi, l’Unione Stampa Sportiva Italiana.

Presidente, c'è un dilagante esercizio abusivo della professione di giornalista. Come bisogna contrastarlo?

“Limitando l'accesso alla professione e, in armonia con un più ampio progetto di riforma dell'Ordine, riconoscere che è giornalista chi di fatto svolge un lavoro giornalistico”.

Sovente va di moda il copia-incolla di qualsiasi comunicato arriva in redazione. Così facendo non si annulla il vero compito del giornalista?

“Si annulla il lavoro del giornalista e si rende un cattivo servizio al fruitore delle notizie, il lettore. Che però non è un soggetto passivo: penalizza testate che non riconosce attendibili”.

Troppe fake news in giro. E in tanti ci abboccano. Come e dove capire se si tratta di una notizia non "qualificata"?

 “Il primo vero discrimine è quello della fonte. A questo servono le testate registrate, i direttori responsabili, i "nomi". Anche da questi parametri si valuta la credibilità di una fonte giornalistica”.

 

Fino a qualche anno addietro, l'utente aspettava l'articolo pubblicato dai giornalisti per essere a conoscenza dei fatti...adesso invece, dopo pochi minuti, si trova tutto sui social. In tanti scrivono e in troppi commentano. Non crede che si tratti di una vera e propria banalizzazione del mondo dell'informazione e uno svantaggio per il cronista che su quel determinato pezzo ci stava lavorando?

 “Sicuramente lo è, ma questi processi vanno a scapito dell'utenza. I social contribuiscono alla diffusione di notizie errate nella misura in cui sono una cassa di risonanza di una massa. Non vanno penalizzati, se utilizzati con criterio, i social possono essere perfino complementari rispetto al lavoro giornalistico”.

Alcuni quotidiani (nazionali e regionali), hanno apportato poche modifiche al proprio aspetto cartaceo, come se fossero legati alle antiche tradizioni. Sono veramente pochi quelli che pubblicano a colori. E' solo un problema economico? 

“È anche un problema economico. Uno dei tanti aspetti che gli editori devono tenere presente, tanto più dopo l'aumento dei costi scaturito con la guerra in Ucraina”.

Se un quotidiano cartaceo non riesce a rinnovarsi, è destinato quasi a scomparire. Non crede?

 “È una valutazione che vale per tutti, non solo nel giornalismo. Se non ti aggiorni non vai avanti. Quante volte gli allenatori di squadre di calcio sono accusati di <<non essersi saputi rinnovare>>?”.

Molte realtà editoriali, non riescono a pagare i propri redattori. Perché si arriva fino a questo?

“Le ragioni della crisi del sistema editoriale sono diverse e complesse. Ma credo che più dei redattori, in questa fase storica, stiano soffrendo i collaboratori”.

Come Ordine, come state seguendo la vicenda dei giornalisti de "La Sicilia" in ritardo con i rispettivi pagamenti?

“Seguiamo con attenzione e preoccupazione. L’intero mondo del giornalismo è in sofferenza. Solidarietà piena da parte dell’Ordine regionale per i colleghi de La Sicilia che hanno scioperato nei giorni scorsi. Ci auguriamo che le problematiche vengano risolte al più presto”.

Perché tanti giornalisti cedono alla linea editoriale?

 “Non si può rispondere a una domanda del genere per linee generali. Bisognerebbe circoscrivere a casi specifici. Esistono redazioni che mandano in frantumi la cosiddetta linea editoriale”.

In tema di libertà di stampa, l'Italia è regredita notevolmente. Su 180 paesi nel Mondo, occupiamo il 58′ posto, addirittura sotto il Suriname e il Gambia. E' sicuramente un dato preoccupante, non crede?

“Lo è, in ragione del fatto che la libertà di stampa è un diritto costituzionale sancito dall'articolo 21. Quindi, se la libertà di stampa è regredita, vuol dire che la nostra democrazia non se la passa bene”.

Nella vita si sceglie di intraprendere l'attività di giornalista o tutto avviene per caso?

“Anche qui bisognerebbe valutare i casi. In più circostanze ho visto persone, colleghi, che avevano una predisposizione particolare per questo mestiere”.

Per svolgere bene il proprio compito, qual è l'aspetto caratteriale che un giornalista non può tralasciare?

“La determinazione. Oggi più che in passato”.

 Quanto è importante pubblicare una foto in un determinato articolo?

“Fondamentale, se l'articolo è su cartaceo o su testate online”.

A sostegno della professione, quali azioni intende intraprendere come presidente dei giornalisti siciliani?

“Il nostro Ordine monitora e controlla, è un ente che fa da pungolo, da stimolo, alle istituzioni chiamate a legiferare. Siamo una sentinella, ma non deteniamo potere. Il solo fatto di esistere, di parlare, di stare a fianco dei colleghi spesso ingiustamente minacciati, è il nostro modo di dare sostegno alla professione”.

Quali tutele offre l'Ordine dei giornalisti ai propri tesserati?

 “Essere giornalisti iscritti all'Ordine, in questo momento storico, è l'unico modo possibile per esercitare la professione giornalistica”.

 Perché non tutte le amministrazioni pubbliche (Comuni e Aziende Ospedaliere in primis) non hanno un ufficio stampa ed un proprio portavoce così come prevede la legge?

“Per l'ostinazione di alcuni amministratori nel volere portare avanti metodi poco ortodossi rispetto all'ambito della comunicazione. Fare sì che le cose vadano diversamente è una nostra priorità, che ci vede coinvolti in prima linea insieme alle sigle sindacali”.

Quale consiglio dispensa ai giovani che si affacciano al mondo del giornalismo?

“Avere passione. È la passione che alimenta tutto che fa andare avanti nonostante le avversità che, inevitabilmente, si incontrano lungo il cammino”.

In più di un'occasione è stato presente a Gela. Cosa l'ha colpita della nostra città?

“La vitalità che riscontro nei giovani”.

 Qual è l'articolo che non avrebbe mai voluto scrivere?

"Uno dei primi servizi. Il crollo della pensilina dello stadio di Palermo, nel 1990. Arrivammo sul posto con la troupe: sugli spalti della tribuna crollata i corpi degli operai (cinque vittime) ed il presidente del comitato organizzatore Renzo Barbera in lacrime"

E quello che sogna di scrivere?

"Mi piacerebbe raccontare di una Sicilia che funziona. Che sia volano dell'intero Mediterraneo. Al momento resta un sogno".

 Lei è un tifoso del Palermo a tutto tondo. La stagione agonistica che sta per cominciare, sarà quella giusta per ritornare in serie A? 

"Mi auguro che possa tornare la serie A. La passione dei tifosi lo merita: si vede anche dagli abbonamenti sottoscritti per la nuova stagione. La squadra costruita dai dirigenti mi sembra all'altezza con il tecnico Corini che lo scorso anno ha fatto molto bene”.

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