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Dopo la “Giornata della memoria”: le lezioni della Storia non hanno confini

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È stata una settimana importante quella appena trascorsa. La Giornata della memoria rappresenta infatti un momento in cui esaltare l’impegno collettivo di una mobilitazione culturale che mette al centro una pagina di storia tragica, ma con fini non celebrativi bensì didattici, educativi. Fare memoria per conoscere la storia, farlo perché nessuno dimentichi ciò che è accaduto e perché si possa crescere una generazione di cittadini consapevoli di ciò che è stato.

Per questo è molto importante che le scuole – sempre in prima linea – siano impegnate nella celebrazione della Giornata della memoria con iniziative legate ad ampio raggio al tema, contestualizzandolo e attualizzandolo. È chiaro che la Giornata è un segno, perché i valori e la lezione che arrivano da questa pagina di storia non hanno confini legati al tempo: ogni giorno è buono per fare memoria e non bisogna fermarsi ad una data. Ma quanto è bello e importante vedere i bambini che dal palco di un’aula magna citano le esperienze di quei drammatici eventi, conoscendone gli interpreti e i messaggi.

È così che si costruisce una nuova storia, migliore di quella passata, senza però mai dimenticarla. È un segno di speranza la Giornata della memoria, un segno di cui abbiamo bisogno in questi tempi bui, per credere ancora nella possibilità di costruire una società migliore della nostra. Che a volte dimostra una paurosa indifferenza dinanzi alle tragedie della sua stessa storia.

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