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L'occhio del bello

Dopo la “Giornata della memoria”: le lezioni della Storia non hanno confini

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È stata una settimana importante quella appena trascorsa. La Giornata della memoria rappresenta infatti un momento in cui esaltare l’impegno collettivo di una mobilitazione culturale che mette al centro una pagina di storia tragica, ma con fini non celebrativi bensì didattici, educativi. Fare memoria per conoscere la storia, farlo perché nessuno dimentichi ciò che è accaduto e perché si possa crescere una generazione di cittadini consapevoli di ciò che è stato.

Per questo è molto importante che le scuole – sempre in prima linea – siano impegnate nella celebrazione della Giornata della memoria con iniziative legate ad ampio raggio al tema, contestualizzandolo e attualizzandolo. È chiaro che la Giornata è un segno, perché i valori e la lezione che arrivano da questa pagina di storia non hanno confini legati al tempo: ogni giorno è buono per fare memoria e non bisogna fermarsi ad una data. Ma quanto è bello e importante vedere i bambini che dal palco di un’aula magna citano le esperienze di quei drammatici eventi, conoscendone gli interpreti e i messaggi.

È così che si costruisce una nuova storia, migliore di quella passata, senza però mai dimenticarla. È un segno di speranza la Giornata della memoria, un segno di cui abbiamo bisogno in questi tempi bui, per credere ancora nella possibilità di costruire una società migliore della nostra. Che a volte dimostra una paurosa indifferenza dinanzi alle tragedie della sua stessa storia.

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Una festa di sport al PalaLivatino: Gela ha bisogno di momenti così 

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Due bellissime squadre in campo, una partita dura ma corretta, intensa ma sempre nei limiti del sano agonismo. Due squadre che si contendono la vittoria del campionato e la promozione diretta in Serie B, un traguardo importante. Lo spettacolo offerto al PalaLivatino ieri da Ssd Gela Futsal e Pgs Vigor San Cataldo è stato di alto livello. Ma il grande protagonista è stato, senza dubbio, il pubblico.

Un pubblico entusiasta e partecipe, oltre mille persone al palazzetto che ieri è tornato ad esplodere di gioia come poche altre volte nel passato. Nel film del pareggio tra le due squadre, ci sono stati momenti di dominio in campo e sugli spalti ora dell’una ora dell’altra fazione, ma l’urlo di gioia del PalaLivatino al gol del 2-2 di Brasile è stata una bellissima emozione corale, vissuta intensamente.

Una grande festa di sport. Grazie al lavoro della Meic Services ormai da due anni il palasport è tornato ai fasti degli esordi, anzi anche meglio. L’obiettivo e l’auspicio insieme è che si possano vivere tanti altri pomeriggi di sport ed entusiasmo come quello di ieri, per una città che ha tanto bisogno di momenti così.

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Le cene di San Giuseppe, un patrimonio della città tra fede e tradizioni

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Sono tornate le cene di San Giuseppe. Un appuntamento che la città sente tantissimo, da sempre. Fede, tradizione, preghiera si fondono in queste giornate che alimentano il senso di un’attesa forte, che culmina nella giornata odierna. La giornata della festa. A mezzogiorno Gesù Giuseppe e Maria fanno il loro ingresso nelle case, nelle parrocchie, nei luoghi in cui è stato allestito l’altare con tutti i segni tradizionali.

Ma soprattutto si incontrano le persone, si riuniscono le famiglie, si rinsalda la socialità e l’aggregazione di intere comunità. Un aspetto, questo, che la pandemia ha a lungo ostacolato. Dietro la scelta di organizzare una cena ci sono motivazioni ben precise: quella di promuovere iniziative di solidarietà a sostegno dei più bisognosi, in particolar modo, ma anche il ringraziamento per aver ricevuto una grazia.

In via Pergolesi, ad esempio, Rocco Tallarita ed Eleonora Cauchi hanno preparato la loro cena grazie alla partecipazione e al contributo di tante persone, famiglie, amici. È proprio l’unione della famiglia che si celebra in queste occasioni. C’è la voglia di ringraziare il Cielo per aver ricevuto una grazia. E accade così in tante altre abitazioni, in diversi quartieri.

Ieri e oggi le cene sono state visitate dai cittadini, che hanno voluto rivivere questo momento di aggregazione sana. Negli altari allestiti in città, il desiderio forte di tornare a respirare insieme l’atmosfera unica di un momento importante per le comunità, per i fedeli, per chi ama le tradizioni che non sentono il peso del tempo.

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Generazione Gela, la scommessa dei giovani per la città

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Sono arrivati anche delle città del Centro e del Nord Italia. Non volevano mancare all’appuntamento, il primo appuntamento. Iniziare un nuovo percorso, farlo insieme e provare a costruire qualcosa di importante, stabile e duraturo in prospettiva. L’obiettivo: creare le premesse per restare a Gela, per tornare a Gela. Perché andar via sia, per un giovane con ambizioni, soltanto una possibilità e non una necessità.

I giovani di Generazione Gela hanno ufficialmente avviato l’attività del loro movimento culturale ieri sera nel corso del primo incontro promosso all’ex chiesa di San Giovanni: l’evento, dal titolo “Diamoci un tavolo di idee”, è stato caratterizzato dalla presenza di quattro tavoli tematici sui temi della rigenerazione urbana, sicurezza, formazione sociale e valorizzazione turistica dei beni archeologici. C’erano anche esponenti della politica e della società civile, impegnati a vario titolo nel territorio con le associazioni, gli ordini professionali, il mondo delle imprese.

Ma la vera sfida di Generazione Gela è quella di (provare a) fare la differenza sotto il profilo della continuità progettuale: perché le idee e i buoni propositi non sono mancati, nel tempo, ma è la continuità e la lungimiranza di un percorso a fare la differenza. È lì che Generazione Gela dovrà agire se vorrà lasciare un segno e costruire qualcosa di importante. L’incontro di ieri è stato ricco di spunti e assai partecipato, tante ragazze e ragazzi hanno preso parte con attenzione ai lavori dei quattro tavoli tematici. Le premesse ci sono, le idee anche. Il resto lo dirà il tempo. 

Il tavolo sulla valorizzazione turistica dei beni archeologici

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