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L’Ugl Chimici interviene sul piano industriale di Versalis

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La crisi della chimica di base in Europa ha ormai raggiunto livelli preoccupanti, mettendo a rischio non solo le aziende del settore, ma anche migliaia di posti di lavoro su tutto ilterritorio nazionale. Lo dice l’Ugl chimici nel giorno della pubblicazione del piano industriale di Versalis da cui emerge
una situazione che non si può ignorare: la chiusura e dismissione degli impianti di
cracking in Italia, come quelli di Priolo e Brindisi, comporterà un drastico ridimensionamento della produzione.
La posizione dell’Ugl è chiara: non si può accettare che il futuro di migliaia di lavoratori,sia diretti che dell’indotto, venga messo a repentaglio senza che vi siano garanzie certeper la loro tutela occupazionale. Il piano di trasformazione e decarbonizzazione di Versalis,
sebbene necessario per allinearsi alle direttive di sostenibilità ambientale e ai nuovi modelli di produzione low carbon, non può e non deve essere attuato a discapito del tessuto sociale ed economico dei territori coinvolti.


Per questo, l’Ugl chiede un incontro urgente al MIMI. È indispensabile un tavolo di con-
fronto per ottenere garanzie concrete sulla continuità occupazionale dei lavoratori, non solo di quelli diretti, ma anche di quelli dell’indotto, che sono in numero superiore e rappresentano una parte fondamentale dell’economia locale.
Eliseo Fiorin, Segretario Nazionale UGL Chimici, ha dichiarato:“Versalis deve assumersi le proprie responsabilità, e il governo deve intervenire per garan-
tire un piano di salvaguardia dei posti di lavoro. Non possiamo permettere che migliaia di famiglie rimangano nell’incertezza. La transizione energetica è inevitabile, ma non può comportare la cancellazione di settori produttivi così strategici per l’economia del Paese.
Chiediamo un confronto immediato per delineare soluzioni concrete che tutelino l’occupazione e rilancino l’industria chimica italiana.”
Andrea Alario, Coordinatore Nazionale del Settore Energia UGL Chimici, ha aggiunto:
“Le chiusure degli impianti di cracking e la riduzione della produzione dei polimeri rimodulano il posizionamento del know-how di Eni. È imperativo che il piano di riconversione industriale preveda alternative valide per i lavoratori e garantisca la continuità del sistema
industriale italiano. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma chiediamo che le istituzioni si attivino rapidamente per costruire un percorso condiviso e sostenibile.”

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Attualità

Sanità:no all’ennesima umiliazione per Gela.Di Stefano e Franzone insorgono

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Il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore Filippo Franzone esprimono assoluta contrarietà verso la nuova proposta di rimodulazione della rete ospedaliera nella provincia di Caltanissetta redatta dall’assessorato regionale alla Salute.

Ancora una volta, la città di Gela viene pesantemente penalizzata – evidenziano- con un taglio di 18 posti letto presso l’Ospedale “Vittorio Emanuele”. Mentre altri presidi della provincia registrano modifiche minime, Gela paga – come sempre – il prezzo più alto. È una scelta inaccettabile, offensiva e discriminatoria, frutto di una logica che continua a mortificare il nostro territorio e i suoi cittadini”.

Di Stefano e Franzone aggiungono: “Ricordiamo a tutti – a partire da chi oggi prende decisioni dietro le scrivanie – che Gela è una città di oltre 75.000 abitanti e tra le più grandi della Sicilia.Un territorio che ospita importanti realtà produttive, agricole e industriali, tra cui una bioraffineria di rilievo nazionale e numerose imprese che ogni giorno generano lavoro e ricchezza per l’intera Regione. È inconcepibile che un’area così strategica venga privata, ancora una volta, di servizi essenziali per la salute pubblica”

“Avevamo ricevuto rassicurazioni da parte della Direzione Strategica che la dotazione dell’ospedale di Gela non sarebbe stata toccata. Oggi ci ritroviamo davanti all’ennesima beffa: una manovra che sa di accanimento, non di riorganizzazione.E come se non bastasse, si torna a parlare di una nuova UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) da istituire a Caltanissetta, quando a Gela esiste già da decenni un reparto UTIN mai attivato.Una struttura completa, moderna, pronta, ma inspiegabilmente ignorata.Di fronte a tutto questo, la nostra risposta è netta, chiara e definitiva: NO.Come Sindaco di Gela, insieme all’Assessore alla Sanità Filippo Franzone, rigettiamo con forza questo piano scellerato e dichiariamo lo stato di mobilitazione della città.
Non permetteremo a nessuno di continuare a smantellare pezzo dopo pezzo la sanità pubblica gelese.Siamo pronti ad ogni azione istituzionale e popolare per difendere il nostro ospedale, i nostri cittadini, i nostri malati. Gela non può e non deve più essere considerata un territorio di serie B.Gela chiede rispetto. Gela chiede equità. Gela dice basta.

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Cronaca

Rumena arrestata dalla polizia per furto in abitazione

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Una trentenne rumena, è stata arrestata dalla Polizia di Gela, dopo essere stata condannata a 2 anni e 2 mesi di reclusione per furto in abitazione.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catania. La donna è stata fermata dagli agenti della Polizia mentre transitava ad alta velocità a bordo di un veicolo, assieme ad altre persone. Nel corso dei controlli, eseguiti sulla banca dati interforze, i poliziotti hanno accertato che a carico della stessa pendeva una condanna definitiva della Corte d’Appello di Catania per un furto in abitazione commesso nel luglio del 2012 a Vittoria.

Dopo le formalità di rito, l’arrestata è stata condotta alla Casa Circondariale di Agrigento dove sconterà la pena.

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Cronaca

La Guardia di Finanza scopre a Giardinelli una centrale di marchi contraffatti

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In occasione della festa in onore di Maria Santissima delle Grazie, la Guardia di finanza di Gela ha controllato diversi venditori ambulanti presenti sulle strade cittadine. Nel corso delle ispezioni sono stati sequestrati migliaia di articoli tra capi di abbigliamento e calzature riportanti marchi industriali contraffatti.

Dai successivi approfondimenti investigativi, i militari sono risaliti all’intera filiera illecita di produzione e commercio rinvenendo, all’interno di un deposito ubicato nel quartiere “Giardinelli”, macchinari per produrre articoli falsi, stampanti per etichette contraffatte e adesivi imitanti i marchi Tommy Hilfiger, Guess, Gucci, Dsquarer, Louis Vuitton, Prada, Nike e Versace.

La scoperta degli strumenti evidenzia la presenza di un’organizzazione ben strutturata e potenzialmente pericolosa dedita alla produzione e distribuzione di prodotti non originali per un valore complessivo di oltre 100 mila euro.

I tre responsabili di nazionalità marocchina, senegalese e tunisina sono stati deferiti alla locale Autorità Giudiziaria per i reati di commercializzazione e detenzione di prodotti recanti marchi industriali contraffatti e per ricettazione.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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