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..e mentre si predica il no agli assembramenti, ecco cosa succede in ospedale

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Androne dell’ospedale Vittorio Emanuele stamattina. Tutti ammassati davanti al banchetto dove il personale deputato all’assegnazione del posto per la vaccinazione, segna le presenze. Niente distanze, si alle mascherine, nessun filtro per evitare che la gente entri in massa. Il tutto mentre a Gela vigono le ordinanze riferite ai giovani che si incontrano ai bar. Qui, in ospedale, dove dovrebbero essere messe in pratica tutte le norme anticovid, si pensa al vaccino ma non alle norme. I misteri e le contraddizioni del sistema italiano. La gente lo sa, ma va ugualmente sperando di salvarsi. Nel frattempo, quando passa il malato di coronavirus si adotta il sistema più antico: quello di lanciare un urlo.

“Fateci largo che passiamo noi”. Un sistema ‘futuristico’ degno dei vicoli romaneschi, ma che nulla ha di scientifico in tema di preservazione del contagio. Perchè per arrivare dal reparto Covid alla radiologia dove i pazienti vengono sottoposti agli esami diagnostici, c’è un solo corridoio e non esistono percorsi alternativi. Quindi l’ospedale rischia di rappresentare un luogo di contagio mentre si attendono i vaccini

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