Ernesto Maria Ponte, l'acrobata della risata che ha rinunciato al posto fisso
Le sue doti artistiche le avevo già percepite nel lontano 1990, quando sul "diretto" Roma-Palermo, intratteneva i commilitoni siciliani con gag nostrane. E giù risate, in un vero e proprio turbinio di...


Le sue doti artistiche le avevo già percepite nel lontano 1990, quando sul "diretto" Roma-Palermo, intratteneva i commilitoni siciliani con gag nostrane. E giù risate, in un vero e proprio turbinio di divertimento, antidoto ideale per non pensare ai giorni di naia che ci aspettavano. Ridevano anche quattro suore, accomodate nello scompartimento accanto. Tutto improvvisato. E per giunta gratis. Ernesto Maria Ponte è così, e lo è sempre stato: le sue battute sono immediate, candite da quella cadenza dialettale che ne fanno il segno distintivo. Le sue ultime costanti apparizioni al programma "Only Fun" sulla Nove, riscuotono ampi consensi. Si percepisce che arriva dalla scuola teatrale del grande Gigi Proietti.
Ma come è nata la passione per il teatro?
"Fin da piccolo. Ricordo le recite scolastiche con piccole storielle che suscitavano ilarità. All'età di 15 anni, ho preso parte alla prima compagnia professionistica di Palermo e non mi sono più fermato. E lo faccio da quarant'anni. Devoto e dedito all'arte teatrale..."
Quali sono le differenze tra teatro e Tv?
"Sono sostanziali. La televisione ha dei tempi molto ristretti. Poi nell'ultimo periodo, prevede una comicità d'impatto, molto più repentina. Il teatro invece è tutt'altra cosa: puoi prendere tutto lo spazio che vuoi e quindi giocare con tempi molto più dilatati. C'è chi possiede una comicità prevalentemente televisiva e viceversa, con una gestione diversa. In tutta sincerità, detesto questi 7 minuti che ti offrono in tv perché devi stringere. Col teatro, invece, non è così e ti diverti col pubblico. Si è capito che mi piace di più?"
La bravura di Ernesto Maria Ponte l'abbiamo riscontrata nei film il 7 e l'8, Via Castellana Bandiera, Ore diciotto in punto, La fuitina sbagliata, Il colore del dolore, Un mondo tutto social e in So tutto di te...
Come sono nate le collaborazioni con Ficarra e Picone?
"Con Salvo e Valentino siamo cresciuti assieme a Palermo....poi loro hanno preso il volo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Essere partiti per Milano è stato un grande passo in ambito lavorativo. Altri, me compreso, siamo rimasti in Sicilia. Ho girato anche nell'ultimo film di Roberto Lipari ma finora la parte più lunga che ho avuto (avendo il ruolo di protagonista) è quella nella fiction "Agrodolce". Mi sono divertito ma...mi ripeto, viva il teatro, il cinema è estenuante!"
Fare teatro è redditizio?
"Da quando ho cominciato a fare sul serio...ci mantengo due famiglie! Per arricchirsi bisogna essere un Enrico Brignano che riesce a riempire le sale, quelle grandi. Uno come me lavora molto sul territorio. La passione per il teatro è innata. Ho rifiutato anche il posto in banca e non me ne pento....la mia rendita è superiore".
Quanto è stato importante per te, nell'evolversi della tua carriera professionale, l'incontro con Salvo La Rosa?
"E' stato un grande scopritore di talenti in Sicilia. Aveva in mano una macchina da guerra. Come del resto l'emittente televisiva che lo ospitava. Attualmente il programma si chiama ancora "Insieme" ma per me non ha nulla a che fare con la trasmissione che ho conosciuto. Non c'è più quel bravo presentatore, non c'è più quello spirito di una volta. Si, Salvo La Rosa è stato importante per me e lo è tuttora. Ci sentiamo, collaboriamo. È stato un elemento televisivo che mi ha dato una certa visibilità nel 2000 e ha contribuito a darmi spazio, popolarità e lavoro. Gliene sono grato".
Con chi dei registi con cui hai lavorato in questi anni, ti sei trovato in sintonia? E perché?
"Ne ho conosciuti pochi. Ho lavorato con il regista palermitano Pippo Spicuzza, con Roberto Guicciardini, con Nino Magistro. Mi sono divertito tantissimo con Gigi Proietti. Aveva una visione dello spettacolo e della teatralità molto vicina alla mia. Lui lavorava molto sul personaggio, sulla sua entità, sulla forma fisica, sull'espressione. Non ti diceva mai di copiare un attore ma ti diceva di trovarti il personaggio secondo le tue caratteristiche e questo era un modo per darti forza con più libertà di espressione. Rimane il migliore insegnante e il migliore regista che ho avuto!".
Qual è il tuo ricordo personale di Gigi Proietti?
"Dico semplicemente che quando oltre vent'anni fa mi volle come spalla per una serie di repliche al teatro Smeraldo di Milano, quello rimane il momento più bello. In assoluto. Altre volte sono stato in scena con lui. Ho scoperto tanti meccanismi, ho imparato tanto, ho conosciuto la persona. Il mio legame con Gigi non è stato solo didattico e professionale ma anche molto intimo. Mi manca. Il migliore di tutti!"
Tra i tanti colleghi, riesci ad indicarne uno che possa calcare le orme del grande maestro?
"Seguire le sue orme è impossibile. Proietti era Proietti, Fiorello è Fiorello ma non è Proietti. Brignano ha frequentato la scuola di Gigi ma lo stesso discorso vale per lui: non è Proietti. Ci sono delle epoche che fanno la differenza, c'è un vissuto. La grandezza del maestro era quella che lui riusciva a fare diventare teatrale anche una barzelletta. Quando possiedi queste capacità, hai raggiunto il massimo. Non riesco ad individuare un collega che possa essere paragonato a lui".
Con chi avresti voluto lavorare nel tuo settore?
"Ho collaborato con Sergio Vespertino, Antonio Pandolfo, Marco Manera, Marco Simeoli. Le collaborazioni non mi dispiacciono. Se devo pensare in grande, stimo e apprezzo Fiorello. Sono molto amico del suo autore, il mio compaesano Ciccio Bozzi".
Ti sei sposato da poco con Clelia Cucco. Quando e come è nata la vostra storia d'amore?
"Otto anni fa. Oltre ad essere insegnante di latino e greco, mia moglie fa l'attrice drammatica al teatro"Biondo". Le sue fondamenta sono differenti dalle mie. L'ho coinvolta nel mondo delle commedie, della comicità....e quando la collaborazione artistica si è intensificata, di conseguenza è nata anche quella sentimentale che si è tradotta in matrimonio. Per me si tratta delle seconde nozze. Con Clelia c'è tanta complicità. Siamo in sintonia anche se non mancano le liti e le divergenze, soprattutto artistiche, che completano la bellezza e la varietà di un rapporto. Tutt'è bbonu e binirittu..."
Ernesto e Clelia sono stati protagonisti degli spettacoli "Finiti sotto un Ponte", Il punto G" "Amori e guardati", "Sesso e spasso" e "Rapina a mani smaltate". Sul palco, fanno faville.
Consiglieresti ad un giovane di intraprendere la tua professione? E perché?
"E' un' attività difficile. Prima la si faceva con la giusta preparazione, adesso invece, tutti si cimentano a fare gli attori, i cabarettisti senza avere le giuste qualità ma solo perché risultano simpatici ad un pubblico da web, da social. Ci sono infatti tantissimi che arrivano proprio da questo mondo. Alcuni li ho formati anch'io, cercando loro di inculcare il giusto equilibrio. Però - sincero - non tutti quelli che arrivano dai social mi piacciono. La definisco spazzatura. C'è un gusto dell'orrido che crea dei fenomeni con al seguito tanti followers...e non il pubblico. Si sentono ammirati con i like che ricevono, non sapendo che non hanno alcuna connotazione artistica. La scuola è alla base di qualsiasi cosa tu voglia fare. Se vuoi fare il comico, devi studiare anche il classico, il drammatico. E' da qui che si parte! Il consiglio che do ai giovani è diretto: se volete intraprendere questo mestiere, dovete studiare e non dovete fidarvi degli esiti positivi della massa che poi, in futuro, potrebbe voltarvi le spalle perché non siete in condizione di soddisfarla".
Tra i colleghi con chi hai legato di più?
"Non posso dare un solo nome perché mi sentirei di mancare nei confronti degli altri. C'è un forte legame con Claudio Casisa dei Soldi Spicci con cui ho girato anche un film, con i fratelli Sansoni, con Robertino Lipari. Parallelamente ci sono degli artisti che non frequento e non stimo affatto ma non farò mai i loro nomi. Muto! Nutro grande simpatia e mi trovo bene anche nella vita privata con Gianni Nanfa, Stefano Piazza, Giuseppe Castiglia, Enrico Guarneri, Carlo Kaneba... Affettivamente mi sento legato a Casisa e lui sa il perché..."
Qual è la tua giornata tipo?
"Sono molto pigro. Adoro il divano e amo vedere in tv gli approfondimenti politici e i documentari. Sono iperattivo solo con lo spettacolo. Per il resto non ho voglia di fare nulla! Mare, sdraio, barca, sole: ecco gli elementi che non devono mancare. Faccio un lavoro che mi piace e dispenso la massima energia. Questo mestiere mi offre tanti momenti di relax, dopo avere profuso il massimo sforzo per 7/8 mesi l'anno. Un vero lusso staccare la spina negli altri mesi. Me li godo infinitamente!"
Il tuo hobby?
"In assoluto la cucina. Mi diletto a preparare pietanze e.... soprattutto a mangiare. La mia stazza fisica è ampia e i 100 chili sono evidenti. Non puoi nasconderli".
In qualche occasione sei stato presente a Gela. Cosa ti ha colpito della nostra città?
"Non ho avuto un rapporto intenso con Gela, la conosco poco. Però ho percepito che la città soffre il passato industriale che ha causato tanto inquinamento..Mia moglie è esperta della storia greca e in alcune occasioni, per lavori di scavo, è stata presente nella vostra città. Mi racconta che Gela ha un vissuto storico importantissimo da fare invidia a qualsiasi altro territorio. Mancano, però, le giuste valorizzazioni. La città potrebbe rappresentare un punto di riferimento della storia siciliana. I gelesi meritano riscatto. E poi avete dato i natali all'artista Giovanni Cacioppo, carissimo amico che stimo tantissimo..."
Perché consiglieresti di venire a vedere un tuo spettacolo?
"Credo che dal punto di vista comico, quando preparo e metto in scena una commedia ci metto tutto me stesso. Sono molto rigoroso con chi mi collabora nella scrittura. Il buon Salvo Rinaudo ne sa qualcosa. Chi viene a vedermi, sicuramente si diverte. Probabile anche che a qualcuno non piaccia. Ripeto sempre: se vi va, venite!"
Riesci ad immaginare una Sicilia non oppressa dalla mafia?
"Ci spero, soprattutto dopo avere vissuto da adolescente, quanto succedeva nella mia Palermo negli anni 80... morti ammazzati ovunque, una vera mattanza. Ho provato vergogna e ho subito l'onta, in quelle tragiche situazioni, di essere palermitano anche se sentivo il conforto di chi mi stava vicino. Sono stati momenti bruttissimi, acuiti poi con le stragi del 92...La nostra amata Sicilia potrebbe essere una terra di lusso, una vera perla del Mediterraneo, dell'Europa, del Mondo. La mafia - purtroppo - è un fenomeno radicato che ha trasmesso tanta negatività. E non solo a Palermo, ma anche a Gela, Catania..."
Il tuo sogno ricorrente?
"Sarò contraddittorio per le risposte che ti ho dato ma....vorrei fare un film tutto mio. Più che sogno, si tratta di un desiderio per vedere in che modo riesco a relazionarmi con il pubblico, avviando quel meccanismo narrativo che ti rende protagonista. Vorrei proprio vedere quale sarebbe l'esito. Tutto questo mi incuriosisce e non poco".
Tra una cena romantica con la tua lei e uno spettacolo di un caro collega, cosa decideresti di fare quella sera?
"Non me ne vogliano i colleghi ma la cena romantica ha sempre il suo fascino, il suo perché. Vale sempre più di qualsiasi spettacolo!"
Quando l'hobby per la cucina (soprattutto mangiare) e il sentimento si incontrano, non c'è altro da aggiungere....