Gela e il PalaLivatino, da cattedrale nel deserto a riferimento per lo sport regionale
I tempi che furono sono lontani e non torneranno più. I livelli raggiunti, in contemporanea, dalle squadre gelesi nel calcio, nel basket e nel volley appena un decennio fa sono un ricordo bello, ma an...

I tempi che furono sono lontani e non torneranno più. I livelli raggiunti, in contemporanea, dalle squadre gelesi nel calcio, nel basket e nel volley appena un decennio fa sono un ricordo bello, ma anche doloroso. Per anni la città è caduta nell’oblio sportivo, fuori dalle cronache e dagli appuntamenti che contano. È bastato rimettere in funzione una struttura, il PalaLivatino, per invertire in appena un anno la triste tendenza. La struttura, rimessa a nuovo dalla Meic Services, oltre le gare di espressioni sportive locali è ormai di fatto uno dei centri d'eccellenza dello sport siciliano: lo confermano gli eventi disputati negli ultimi giorni. Prima la finale regionale di ginnastica artistica curata dalla Gymnastics club, società gelese che vanta una lunga tradizione e un prestigio di caratura nazionale, ieri e oggi la Final four del campionato regionale under 15 eccellenza di basket, con organizzazione curata dalla Melfa’s Gela.
Oggi pomeriggio doppio appuntamento con la finale per il terzo posto tra Agrigento e Trapani prima della finalissima delle 19.30 tra Ragusa e Catania. Atleti e dirigenti provenienti da tutta l’isola hanno soggiornato in città, come già accaduto nelle competizioni nazionali di tennistavolo e tante altre, come accadrà anche in occasione della Final four di futsal prevista ad inizio giugno. Grande è l’attenzione da parte dei vertici di varie federazioni sportive rispetto alle potenzialità dell'impianto, come conferma l’incontro del consiglio regionale della Fip tenutosi ieri proprio al PalaLivatino sotto la presidenza di Cristina Correnti.
Sono segnali. Tanti piccoli indizi che fanno una prova. La strada verso quel “turismo sportivo” possibile in città è ancora lunga e tortuosa e di certo serviranno tante cose che ancora mancano, da una progettualità strutturale ad una convergenza d’intenti reale con gli amministratori e la città. Perché Gela non deve solo essere accogliente di spirito, deve esserlo nei fatti. Ma i segnali ci sono, i passi compiuti in appena un anno sono enormi e non prenderne atto sarebbe voltare le spalle ad un processo di crescita evidente e incoraggiante per il territorio.