Greco: “Mi sento ancora sindaco di Gela”
In aula durante la seduta sulla sfiducia non ha fatto il suo intervento. Si è chiuso invece per due ore nella sua stanza ed è uscito lasciando il municipio alle 22.00 dopo aver rassegnato le dimission...


In aula durante la seduta sulla sfiducia non ha fatto il suo intervento. Si è chiuso invece per due ore nella sua stanza ed è uscito lasciando il municipio alle 22.00 dopo aver rassegnato le dimissioni. In tasca aveva il discorso pronto per la seduta della sfiducia e le dimissioni le ha presentate solo dietro forti pressioni dei suoi. Come unica via per evitare alla città un anno di gestione commissariale.
Due giorni dopo, nel suo studio di via San Nicola, Lucio Greco non nasconde la sua riluttanza alle dimissioni. "Mi sento ancora il sindaco di questa città per la quale ho abbandonato la mia professione e la famiglia- dice - e mi sono dimesso per evitare il baratro alla città".
La domanda che gli fanno tutti è scontata ed obbligata: "le ritira o no le dimissioni?"
“È presto per dirlo – ha risposto – tutto dipenderà dal lavoro in corso sugli atti finanziari". Anche qui nulla di nuovo rispetto a ciò che non si sapeva già. Anche le dichiarazioni sulla sfiducia sono sulla falsariga di quelle dei mesi scorsi.
"La sfiducia era frutto di interessi personali – ha detto- di ex consiglieri e consiglieri in carica che io ho contrastato. Di politica non c’è nulla. I partiti regionali e i deputati che siedono in commissione antimafia non mi hanno convocato per spiegare la situazione. Gli errori politici possono esserci stati ma i voltagabbana che hanno lasciato la mia maggioranza hanno indebolito l’azione dell'amministrazione. Noi abbiamo dovuto affrontare un terremoto finanziario con debiti che non abbiamo creato noi e senza un piano di riequilibrio il Comune va in fallimento".
Greco guarda avanti e lega il suo ritorno alla guida del Comune agli atti finanziari. Nulla di nuovo insomma.