Il Far west del bracconaggio nella Piana di Gela

Il video denuncia delle Guardie venatorie del Wwf su una situazione di grave illegalità

A cura di Redazione Redazione
23 ottobre 2025 16:06
Il Far west del bracconaggio nella Piana di Gela  -
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Le Guardie venatorie del Wwf Sicilia hanno presentato stamattina alla Casa del volontariato un video che documenta una situazione di bracconaggio fuori controllo nella Piana di Gela, un'area classificata di importanza internazionale per la tutela dell'avifauna.

Secondo il WWF, la caccia qui è degenerata in un vero e proprio "far west", dove i cacciatori ignorano apertamente i divieti e le tutele imposte dalla Regione, sfidando la legge con una "arroganza" dilagante. Il video-denuncia si concentra in particolare sugli episodi registrati lo scorso 21 settembre, un giorno in cui, secondo il Calendario venatorio 2025/26, la caccia nella Piana di Gela era tassativamente vietata proprio in virtù della sua classificazione IBA. Le immagini, registrate dalle Guardie WWF durante un servizio di vigilanza anti-bracconaggio volto a tutelare gli uccelli migratori protetti dall'UE, offrono una chiara idea del contesto di illegalità.

Pochi minuti dopo l'alba, a Manfria, tre cacciatori armati di fucile vagavano indisturbati tra le case di villeggiatura. All'intervento delle Guardie, è scattato un fuggi-fuggi generale, con il primo cacciatore che si è dileguato dopo aver avvisato gli altri, ripresi mentre salivano a bordo di auto "imboscate" tra i campi.Ancora più grave l'episodio avvenuto a Desusino. Qui, una dozzina di cacciatori con cani al seguito è stata sorpresa in attività di caccia al coniglio nientemeno che tra i binari della linea ferrata (sul terrapieno che costeggia la SS 115). Una condotta che configura un gravissimo pericolo per la sicurezza dei trasporti e la pubblica incolumità. Anche in questo caso, all'alt delle Guardie, la risposta è stata una fuga rocambolesca attraverso i binari per raggiungere due furgoni, precedentemente parcheggiati in un vigneto abbandonato. Il video, anche grazie all'uso di droni, ha documentato l'astuzia usata per ostacolare l'inseguimento: i furgoni si sono dileguati in direzioni opposte, nel tentativo di confondere gli operatori. Il fenomeno, è stato sottolineato in conferenza stampa, non riguarda "episodi marginali di inosservanza di qualche trascurabile regola", ma veri e propri "fenomeni criminosi" in danno al patrimonio faunistico dello Stato e pericolosi per i cittadini.

La vigilanza del WWF ha riscontrato l'esistenza di "vedette" che allertano i cacciatori all'arrivo del veicolo di controllo, e l'utilizzo di chat su WhatsApp per avvisare "in diretta" della presenza dei controllori.Tutto ciò si svolge in un'area di altissimo pregio naturalistico che include 4 Zone di Protezione Speciale, 2 Riserve Naturali e 3 Zone Speciali di Conservazione. Nonostante questo "pregnante regime vincolistico", il bracconaggio e le pratiche venatorie illecite sono diffusissimi, con danni ingenti al patrimonio faunistico.Storicamente, prima dell'azione del WWF, la Piana era meta di cacciatori anche da altre province e regioni (come Agrigento, Catania, Veneto e Lombardia), che vi si recavano per massicci prelievi di selvaggina, in particolare avifauna migratoria, godendo di una "cronica assenza di controlli".

Dal 2018, il Nucleo WWF di Caltanissetta ha avviato una mirata azione di contrasto: decine di cacciatori sono stati sanzionati (per caccia in aree protette, uso di mezzi vietati, abbattimento di specie non cacciabili, ecc.), e la Procura della Repubblica di Gela ha aperto svariati procedimenti penali, convalidando le notizie di reato depositate.

A margine della conferenza stampa, Ennio Bonfanti, Coordinatore regionale della Vigilanza WWF in Sicilia, ha espresso un accorato appello: «Mettiamo il massimo impegno, anche con evidenti rischi personali, ma da soli non ce la facciamo a fronteggiare una situazione di così grave illegalità con condotte arroganti e di palese sfida alla legge».Bonfanti ha concluso ribadendo che i bracconieri agiscono con spavalderia nella quasi certezza dell'impunità, perché il WWF rappresenta "l'unica presenza che in qualche modo cerca di rappresentare la legge". L'onere e il rischio sono, però, troppo elevati e non più sufficienti. Per questo, l'Associazione si rivolge alle Autorità competenti della Provincia di Caltanissetta e alle Forze di Polizia del comprensorio, affinché non lascino il WWF solo a contrastare un fenomeno criminale che necessita una reazione istituzionale decisa.

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