Il gelese al voto per una città normale…

Si vota. Dopo un’infuocata campagna elettorale, oggi è calato il silenzio. Silenzio elettorale. Nessuno dei contendenti alla poltrona di sindaco e al consiglio comunale, può comiziare, promuovere inco...

08 giugno 2024 12:48
Il gelese al voto per una città normale… -
Condividi

Si vota. Dopo un’infuocata campagna elettorale, oggi è calato il silenzio. Silenzio elettorale. Nessuno dei contendenti alla poltrona di sindaco e al consiglio comunale, può comiziare, promuovere incontri. Adesso tocca ai cittadini, esprimere le proprie preferenze, nella massima libertà e senza condizionamenti. Un voto libero. Ed il voto non sarà inutile, così come qualcuno potrebbe pensare. Votare è un diritto e un dovere civico.

Così come è un diritto (e un dovere) per chi amministrerà per i prossimi cinque anni Gela, rendere la città semplicemente normale. Non si chiede la luna, si chiede di vivere in una città che offra ed in cui i residenti non debbano elemosinare quanto gli spetta. Di diritto. Perché è un diritto avere l’acqua ogni giorno; perché è un diritto avere un ospedale efficiente; perché è un diritto avere delle strade non ridotte a gruviera; perché è un diritto avere una città pulita; perché è un diritto garantire un posto in cui i bimbi possano giocare tranquillamente. Perchè è un diritto vivere nel diritto!

Sono troppe le promesse che abbiamo sentito in tanti anni; chiunque si sia candidato alla poltrona di sindaco, ha sempre sostenuto e rimarcato che tutto sarebbe cambiato. E il gelese gli ha creduto per poi ricredersi. Oggi e domani, chi si recherà al voto dovrà esprimere la preferenza per un solo obiettivo: il bene comune al fine di indirizzare Gela in una collocazione migliore rispetto a quella attuale. Troppe lacune in ogni dove (chi non le vede, è prossimo ad una visita oculistica accurata e da uno bravo!); chi fa finta di nulla, dimostra di non amare la propria città e di guardare esclusivamente al proprio orticello; chi colpevolizza l’altro, farebbe bene a farsi un esame di coscienza. Qui non si tratta di andare alla ricerca di chi ha fatto cosa (meglio dire non fatto o fatto poco); qui si tratta di cambiare registro. Il gelese non merita di essere abbindolato per l’ennesima volta. Lo diceva Giovanni Falcone: "contano le azioni, non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili".

Buon voto a tutti.

Segui Il Gazzettino di Gela