Il jazz "made in Gela" in giro per il Mondo

"Crederci sempre, con amore e passione", Samuele Mammano indica la strada ai giovani

01 ottobre 2025 09:44
Il jazz "made in Gela" in giro per il Mondo  -
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Ci sono famiglie in cui prevale (anche se non in egual misura tra tutti i componenti) la passione per l’architettura, la letteratura, il cinema, la fotografia, lo sport…Ci sono famiglie in cui, caso più unico che raro, insiste da sempre, un solo ed intramontabile trasporto motivazionale e sentimentale, in tutte le sue sfumature, angolazioni, prospettive. È il caso della famiglia Mammano, dove da sempre si respira aria di musica. E di un certo livello. La testimonianza evidente, è quella del trombettista e cantante Samuele, 39 anni. Laureato in ingegneria e in musica (strumento tromba), ha cominciato al pianoforte all’età di 8 anni e subito dopo si è dedicato al clarinetto. Il suo maestro è stato il compianto Silvestro Tignino.

“Mio nonno Totò, dopo che avevo iniziato a studiare clarinetto presso l’istituto musicale di Gela, chiamò il suo “vecchio” amico, il maestro Tignino, per farmi studiare i brani che dovevo portare a lezione e per ben due volte a settimana mi recavo a casa sua. Nel grande salone iniziavano le lezioni ed anche aneddoti della musica del dopo guerra…”

Una famiglia, la vostra, dedicata alla musica

“Assolutamente si. La mia passione per la musica è nata proprio in famiglia. Sin da bambino in casa si respirava l’arte dei suoni ed il primo ricordo è in via Formia a casa di mio nonno Totò Mammano: io che strimpello il pianoforte e non voglio il Telesette come spartito bensì le note musicali… ancora oggi quando rivedo la foto mi tornano in mente i racconti dei miei zii presenti e un sorriso nasce ricordando i tanti bei momenti passati in quella casa”.

Cosa ti ha trasmesso tuo zio Rocco e cosa vorresti dirgli a distanza di anni?

“Mio zio Rocco è sempre stato ed è tuttora fonte di ispirazione cosi come mio nonno che sentivo sempre esercitarsi a casa con la sua tromba (che poi nel tempo è diventato anche il mio strumento), mio padre Biagio che andavo a sentire nei concerti da bambino e ci faceva ascoltare i Tre Tenori nel tragitto casa – mare/mare – casa, mio Zio Daniele con il suo flauto e le tombole musicali, mio fratello Massimiliano con i suoi studi di chitarra classica e i cd che mi faceva ascoltare a casa… tutti loro mi hanno insegnato qualcosa ma prima di tutto l’amore per la musica. Grazie a Rocco ho iniziato a suonare con i musicisti del panorama jazzistico siciliano, dai primi matrimoni fino ad arrivare a suonare insieme nei jazz club di Tokyo passando per l’Europa, fino alla Casa del Jazz di Roma ritornando alla villa comunale della nostra amata città di Gela. Oggi dico a lui, cosi come a tutta la mia famiglia, semplicemente grazie per tutto quello che mi avete insegnato e la pazienza che avete avuto e continuate ad avere con me”.

Dopo avere intrapreso gli studi classici presso il Liceo Musicale “Navarra “di Gela, con il Maestro Gino Sgroi, e da sempre attratto dalla musica jazz, Samuele riesce ad inserirsi nelle varie formazioni jazz siciliane iniziando così a collaborare con Maurizio Agosta, lo zio Rocco Mammano, Marco Caruso, Alessandro Salsetta, Marcello Arrabito, Alberto Fidone. Ha un’intuizione e mette su la “Samuele Mammano Group”

“La scintilla che ha dato il via a Samuele Mammano Group è stata quella di fare qualcosa di mio, mettermi in discussione e spiccare il volo dopo tanta gavetta e studio. Ovviamente il nome prende ispirazione da Pat Metheny Group e la sua band…fenomenali ed inarrivabili”.

Pianoforte, clarinetto, tromba. Tre strumenti musicali diversi tra loro ma con melodie parallele. A quale sei affezionato di più e perché?

“A dirla tutta, non c’è uno strumento preferito perché ad ognuno di essi è legato un pezzo di strada percorso in questi 39 anni di vita. Il pianoforte per i ricordi di infanzia e che ancora oggi mi aiuta a ricercare accordi per i brani da scrivere o suonare assieme a mio figlio; il clarinetto mi ricorda gli inizi degli studi classici e delle prime band come solista cantante prendendo come riferimento Renzo Arbore e per ultimo ma non per ordine di importanza, la tromba ed il flicorno soprano gli strumenti che mi hanno portato in giro per il mondo: Giappone, America, Europa e che mi ha spinto ad intraprendere e concludere gli studi classici e diplomarmi al Conservatorio di Modena con il maestro di fama internazionale Andrea Tofanelli che mi ha insegnato tantissimo sia musicalmente che dal punto di vista umano. Non voglio dimenticare il maestro Ivan Bacchi che è stato un secondo padre, musicalmente parlando, perché mi ha sempre spronato e motivato a perseguire il mio sogno”.

Nel tuo percorso musicale, hai aderito al progetto Ansabbio Onlus “terapie delle Star”. Di cosa si tratta e qual è il suo scopo?

“È stata un’iniziativa che attraverso Ansabbio Onlus e del suo Dottor Sorriso, Dario Cirrone, ha permesso e continua a regalare ai bambini ospedalizzati di Bologna un momento di gioia e di spensieratezza. In quella giornata erano presenti Alessia Marcuzzi ed Emma Marrone ed io con la mia tromba ad annunciarle prima di entrare in ogni stanza. Alla fine del tour è arrivato Gianni Morandi, testimonial d’eccezione, che ha ringraziato tutti per l’iniziativa benefica. E ‘stato anche quello un momento di emozioni molto forti soprattutto perché l’ospedale è un luogo di sofferenza e speranza nello stesso tempo”.

Cosa ricordi della tua partecipazione e premiazione al seminario Berklee Summer School che si è svolto anni fa nel corso di Umbria Jazz?

“Quando ho mandato il video per le selezioni di ammissione, non credevo minimamente che potessi essere accettato alle masterclass di una delle più importanti istituzioni del Jazz Internazionale ma quando sono stato chiamato, la gioia è stata immensa e sono stato catapultato assieme a tanti altri musicisti in un contesto internazionale con amicizie che ancora oggi sono vive e soprattutto in collaborazioni che poi mi hanno portato a suonare in giro per il mondo. Poi c’è stata la chicca di essere stato premiato da Giovanni Tommaso con una borsa di Studio per partecipare all’edizione dell’anno successivo ai corsi della Berklee Summer School di Umbria Jazz. Tutto questo mi ha davvero commosso e mi ha dato la spinta a credere sempre più nel percorso che avevo intrapreso”.

Samuele Mammano ha partecipato a numerosi eventi e manifestazioni tar cui il Premio Internazionale del Giornalismo Enogastronomico “Terra Mediterranea 2013”, che ha visto premiare giornalisti di fama internazionale. Ha seguito masterclass con musicisti del calibro di Jeff Stout, David Boato, Donna McElroy, Dennis Montgomery III, Mark Shilansky. E’ stato protagonista come cantante-attore nella figura di Judas, Simba, Caino e l’innominato nei Musical “JCS Superstar”, “The Lion King”,” Caino e Abele”, “i promessi sposi “con l’associazione Cgma – Cesma e Triskelion. Ha partecipato al Gela Jazz Workshop 2014 tenuto dal grande Barry Harris e Stjepko Gut ed assieme al giovane jazzista Alessandro Salsetta ha suonato per la Giornata della Pace promossa dall'Onu al Teatro di Eschilo Gela. Nel periodo Ottobre-Novembre 2014 si è recato in Albania e Giappone portando il progetto "Samuele Mammano un gelese per le vie del Mondo" suonando nei jazz-Club di Tirana e Tokyo con musicisti giapponesi tra cui Sanshiro Fujimoto, Nak TakuRo, Ayane Sato, Yuki Lee Shimizu. Nel gennaio 2015 ha portato la sua musica in Argentina. Nel 2016 si è aggiudicato il prestigioso contest americano “So you think you can jam” del “Dave Koz and Friends at Sea”. Una vittoria importante che lo ha portato in tutto il Mondo, dove ha esportato la sua musica: dagli States al Giappone.

Hai girato il Mondo: quale nazione ti ha particolarmente colpito e per quale motivo?

“Ogni nazione ha una sua caratteristica precisa e particolari ricordi che mi legano agli Stati Uniti (New York), Australia (Sidney - Perth), Polonia ma la nazione mi ha colpito più di tutte è il Giappone. Una terra meravigliosa che consiglio a tutti, se possibile, di andare a visitare. Poi una delle mie migliori amiche, Ohashi Mami, è la persona che più di tutte ha creduto in me sin da subito…le voglio molto bene e dal primo incontro, nel lontano 2016 a Perugia durante Umbria Jazz, è nata una profonda amicizia che ancora oggi resiste al tempo e alla distanza”. Il 27 maggio 2016 è stato presentato il suo primo album” Euphoria”, i cui testi dei brani sono stati scritti in collaborazione con il musicista Giuseppe Santangelo e il progetto grafico di Rocco Cuvato. Sullo sfondo i dipinti messi a disposizione dal pittore, Giovanni Iudice, esposti di recente nella mostra, curata da Vittorio Sgarbi, “Artisti di Sicilia: da Pirandello a Iudice”, che ripercorre la produzione artistica, fotografica e documentaristica dell’isola dagli anni ’30 ad oggi, inseriti nella grafica del disco. Dalla produzione al primo posto in un balzo, un successo immediato: “Euphoria”, infatti, arriva al primo posto in classifica nella “iTunes jazz chart Italia.” Il cd descrive appieno il modo di intendere la musica di Samuele.

“Euphoria era nato dall’esigenza di mettere un piccolo tassello dopo tutte le esperienze musicali vissute nei primi 30 anni di vita e fare emergere il mio modo di intendere la musica fatta di sorrisi e spensieratezza e nello stesso tempo come nel brano "Ghelas", la malinconia verso la terra natia che per tanti motivi ho dovuto lasciare ma che porto sempre nel mio cuore e nel mio modo di essere”.

Nel novembre del 2016 torna in Giappone calcando i palchi del “Bb jazz club” di Tokyo, Osaka, Nagoya e Yokohama e subito dopo nel dicembre 2016 presenta il suo disco alla Casa del Jazz a Roma. Nel 2017 e 2018 la sua formazione presenzia in numerosi jazz Festival tra cui il più importante Umbria Jazz con un nuovo quintetto capitanato dal batterista Maurizio Picchiò. Dal 2016 ad oggi, fa parte stabilmente nell’orchestra internazionale OSNC diretta dal maestro Thomas Hanus, come seconda-terza tromba di fila suonando nei teatri più prestigiosi del mondo a Roma, Trieste, Berlino, Soria (Spagna), Korazim (Israele). Dopo la pausa Covid, l’orchestra ha ripreso le sue attività suonando al Teatro di Trieste e per l’occasione del Giubileo delle famiglie si è esibito all’Auditorium Parco della musica di Roma, registrando sold out. Nel Settembre del 2022, Samuele si è esibito al prestigioso Elegance Jazz club di Roma e nell’ottobre dello stesso anno è volato in Polonia per un tour all’insegna del suo disco “Euphoria” e composizioni di repertorio classico e contemporaneo con un quartetto tutto Mammano (Samuele, Rocco Isaia e Ruben). Tappa da ricordare, quattro anni fa, l’esibizione musicale con il brano “What a Wonderful World” in prima serata su Rai1 nel programma condotto da Amadeus “I soliti Ignoti”.

“Suonare in prima serata su Rai1, il canale della storia della Tv Italiana, è sicuramente un bel traguardo per tutti gli artisti. È stata un’esperienza meravigliosa sia dal punto di vista lavorativo che umano, perché ti rendi conto del lavoro dietro le quinte di tutto lo staff del programma e della gentilezza e collaborazione che si è creata sin da subito. Ricevere i complimenti da tutto lo studio sia durante le prove generali che in fase di registrazione, è un ricordo che porterò per sempre nel mio cuore. Lla base musicale su cui ho suonato è stata registrata sempre da mio zio Rocco".

Tra i numerosi attestati ricevuti da Samuele, merita un posto d’onore quello conseguito a Parma al corso biennale di Direttore di Banda e Junior Band tenuto dal maestro Stefano Gatta. Il talento gelese ha collaborato anche con Nicola Stilo (flautista del grande Chet Baker), Lauren Henderson, suonato anche con Andrea Tofanelli, Stefano Sabatini, Giovanna Famulari, Stjepko Gut e con l’Associazione Progetto H nei programmi di inclusione con persone con disabilità.

Ultimamente hai diretto formazioni di musicisti a Tor Vergata e Piazza San Pietro, in occasione del Giubileo dei Giovani e dei movimenti delle associazioni cattoliche. Quali sensazioni hai provato?

All’inizio non ci potevo credere, il mix interiore era un misto di felicità e preoccupazione per la portata degli eventi. A livello pratico pensare ai musicisti, agli spartiti, le prove insomma è stato un bel banco di prova che grazie a Dio è stato superato discretamente bene, arricchendo il mio bagaglio di esperienze. Dirigere non è la stessa cosa del singolo musicista che suona la sua parte, il lavoro di insieme ha l’obiettivo di cercare di creare la comunione tra i musicisti che va al di là delle singole note per creare qualcosa di unico e speciale”.

Vedere da vicino Papa Leone, cosa ti ha trasmesso?

“L’emozione che si prova è unica, vedere Il Santo Padre, il successore di Pietro mi ha dato una serenità ed una pace che in poche occasioni si prova. Vedere l’affetto della gente nei suoi riguardi, le famiglie che passavano i propri figli per farli benedire sono stati davvero momenti splendidi che mi ricordano che non siamo soli, che c’è un popolo che ha ancora sete di Dio, di Pace e di Speranza”.

Quando da Roma, dove vivi, ritorni a Gela, qual è la prima cosa che fai?

“Riabbracciare i miei familiari e fare il giro dei miei zii e parenti. Anche se oggi abbiamo a disposizione tanti mezzi di comunicazione che ci tengono in contatto, sia visivamente attraverso le videochiamate che a livello di messaggistica, nulla potrà mai sostituire il calore umano di un abbraccio e perché no di un bel caffe accompagnato da “Na bella raviola ca ricotta”.

Rispetto agli anni scorsi, hai notato qualche cambiamento nella nostra città?

“La voglia di cambiamento è tanta e bisogna rivolgere lo sguardo a quello che si può fare e migliorare. Come tante città del sud Italia, paghiamo lo scotto della poca appetibilità delle grandi aziende ad investire nei nostri territori ma l’augurio è quello di poter vedere la nostra città, in un futuro prossimo, come uno dei grandi centri del Mediterraneo, con un grande porto che accoglie turisti da ogni parte del Mondo e tutto l’indotto che ne beneficia ripartendo dalla storia dal nostro stupendo territorio e promuovendo l’arte in tutte le sue forme”.

Cosa consiglieresti ad un giovane gelese, se volesse intraprendere la tua strada musicale?

“Non mi invento nulla di nuovo: prima cosa credere in sé stessi e mettere amore e passione per quello che si vuole intraprendere in qualsiasi settore ci si voglia cimentare e poi fare tante esperienze sul campo parallelamente allo studio che ci permette di riconoscere, ogni giorno, di vedere i nostri limiti per mantenere i piedi ben saldi a terra e nello stesso tempo, progredire e migliorarsi giorno dopo giorno”.

Ascolti solo musica jazz?

“Amo tutta la musica non solo il Jazz, la classica, il pop, la Bossa-nova e nell’ultimo periodo sto ascoltando musiche etniche che spesso si legano alla cultura di un popolo, alle radici più profonde”.

Chi è il miglior jazzista al mondo?

“In generale le classifiche come in altre discipline servono a poco perché a mio modestissimo parere, cambiano le epoche, i gusti, le circostanze ambientali del tempo e del mondo stesso, di conseguenza per me più che migliore si dovrebbe parlare di influenze e qui si apre un mondo perché da Louis Armstrong e Chet Baker, entrambi trombettisti e cantanti che mi hanno influenzato molto nel corso degli anni, non possiamo non citare Miles Davis o Charlie Parker, Duke Ellington, Barrie Harris (che ho avuto l’onore di conoscere a Gela molti anni fa), Pino Daniele o Fabrizio Bosso”.

Samuele, l’unico e grande amore della tua vita si chiama Joanna. Come vi siete conosciuti?

“La storia è un po’ lunga ma provo a sintetizzare… era l’estate del 2017 durante un pellegrinaggio partito da Porto San Giorgio e che ci ha portato per le strade della provincia di Forlì e, come nel film “Non ci resta che piangere”, i nostri sguardi, dopo la messa, si sono più volte incrociati. Successivamente abbiamo iniziato a parlare e a raccontarci tutto in maniera spontanea e naturale… da lì il fidanzamento e il successivo matrimonio. Dal nostro amore è nato Pietro che oggi ha 5 anni… una bellissima avventura”

Qual è l’auspicio per tuo figlio?

“Che possa anche lui abbracciare la fede cattolica, vivere un’infanzia serena, come quella che hanno vissuto i suoi genitori e che possa trovare una passione che lo porti ad amare quello che fa ed a dedicarsi ad esso con tutte le sue energie”.

Quando assisteremo ad un tuo live a Gela?

“Spero il più presto possibile, purtroppo le occasioni post covid sono diminuite sempre più e gli inviti a suonare alle manifestazioni o festival locali non sono arrivati. Confidiamo in maniera ottimistica nel prossimo futuro”.

Il tuo difetto?

“Sono autocritico e molto severo con me stesso e questo non aiuta in certe situazioni perché la leggerezza in alcuni casi è il migliore antidoto che possiamo sfruttare per noi stessi. Secondo San Francesco di Sales, le "sante imperfezioni" sono le nostre povertà e incapacità che, se accettate e sopportate con umiltà e pazienza, diventano occasioni per manifestare la potenza e la misericordia di Dio. Per tutto il resto potete chiedere a mia moglie…

Il tuo pregio?

“Penso che l’allegria ed il sorriso siano il binomio che più mi contraddistingue. Spero che le persone che mi circondano possano anche minimamente intravederlo”.

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