'In Sicilia più salite che discese"

Da oltre trent'anni è protagonista incontrastato della scena teatrale siciliana. La sua comicità è sempre influente e i temi che porta in scena rispecchiano la realtà di quel preciso momento. Attuale,...

01 aprile 2023 10:10
'In Sicilia più salite che discese" -
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Da oltre trent'anni è protagonista incontrastato della scena teatrale siciliana. La sua comicità è sempre influente e i temi che porta in scena rispecchiano la realtà di quel preciso momento. Attuale, contemporaneo, senza retorica. E senza bavaglio. Disquisendo con Gino Astorina, si tocca con mano la minuziosa sottigliezza che lo caratterizza. Da sempre.

Com'è nata la passione (poi trasformatasi in lavoro) per lo spettacolo?

“Casualmente come tutte le cose. Già in oratorio ho cominciato a muovere i primi passi (classica compagnia amatoriale della parrocchia), poi al liceo, quando ho scoperto che in classe c’erano altri “folli” che amavano il teatro come me”.

Hai pure creato un teatro che prende il nome del gruppo "Il Gatto blu".  Ma cos'è "Il Gatto blu" e perché la scelta di questo nome?

“Il Gatto blu nasce come nome di un gruppo cabarettistico (ultimo anno poco prima del diploma, nel 1976) per poi diventare il nome della sala (Hàrpago in verità) dove ci esibiamo. Il nome è quanto di più strano poteva accaderci.  La nostra prima sala aveva bisogno di una imbiancata, la classica bella mano di colore per non far vedere i buchi e le macchie sul muro. Comprammo il colore che costava meno e durante la prima passata, notammo di avere dimenticato la latta aperta...Bene, un gatto ha pensato di macchiarsi le zampine lasciando le orme per tutto il pavimento. Invece di scoraggiarci, trovammo il nome del gruppo”.

Sei d'accordo se scrivo che il teatro, così come un campo da calcio, una palestra, una sala di incisione, deve rappresentare un punto di riferimento, soprattutto per i giovani?

“Certissimamente! Questi luoghi hanno il dovere di accogliere l’energia dei giovani affinché possano esprimersi al meglio”.

Rimanendo in tema di giovani: perché in tanti (troppi), dopo avere conseguito il diploma, scappano via dalla Sicilia?

“La risposta potrebbe essere ovvia e scontata: per mancanza di prospettive e di futuro, non ultima l’assenza di strutture che consentano di poter realizzare i propri sogni. Ma non è sempre così. A volte si ha voglia di cambiare aria, di scoprire qualcosa di diverso, ma se riusciamo a non essere provinciali si va via dalla Sicilia perché ci sono più salite che discese”

 Perché è ancora così evidente la differenza (soprattutto in ambito occupazionale) tra Nord e Sud Italia?

“Questa è una domanda dalle mille risposte e tutte plausibili. Perché conviene, per poter gestire meglio il parco voti, per avere un’area sviluppata ed una depressa è così che funziona l’economia, perché come dicevano i latini divide et impera!”

La Sicilia potrebbe vivere solo di turismo, avviando un connubio tra diretto e indotto. In pochi, però, si spendono per questo. Qual è secondo te il motivo?

“Copia ed incolla la risposta che ti ho dato prima!”

Dopo fiumi di parole, adesso c'è il via libera del governo sulla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Favorevole?

“Si, purché si faccia! E non rimanga solo un progetto da rivangare o eliminare col prossimo governo”.

Per la prima volta c'è una donna alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Qual è il tuo giudizio su Giorgia Meloni?

“Troppo poco tempo per giudicare, posso solo dire che dev’essere molto brava a difendersi dal fuoco… amico!”

Cosa provi quando la Sicilia viene etichettata solo ed esclusivamente come terra di mafia?

“Meschinità per chi fa di tutta l’erba un fascio. E’ senza dubbio un disagiato”.

Sei stato più volte a Gela per una serie di spettacoli. Cosa ti ha colpito in particolare della città e dei gelesi?

“Che rappresenta in pieno la Sicilia nel bene e nel male, nella bellezza, nella solarità, nell’indolenza, nell’attesa che qualcuno venga a risolvere i propri problemi. Nella genialità di fare di necessità virtù”.

Se tornassi indietro nel tempo, rifaresti le stesse cose in ambito professionale?

“Credo di si, non perché abbia fatto tutto bene, anzi!!! Ma non conoscendo le conseguenze…”

Cosa avresti voluto portare in scena ma per una serie di circostanze, non sei riuscito?

“Avevo programmato per i trent’anni della nostra sala, uno spettacolo di trenta ore consecutive, con l’intervento di tutti quegli amici che ci avevano onorato della loro presenza durante questi anni. Avevo già preso i contatti e le ore di esibizione… l’anniversario cadeva a marzo del 2020 (in piena pandemia)…vuol dire che festeggeremo per 35 ore!”

Chi ritieni sia stato negli anni il migliore attore teatrale siciliano e perché?

“Dovremmo fare un distinguo per epoca… Giovanni Grasso, Angelo Musco, Turi Ferro…  non mi sento di nominarne solo uno, è come dire del miglior giocatore al mondo parlando di Maradona senza ricordare Pelè”

Qual è il rapporto che hai con i tuoi omologhi?

“Terapeutico! Racconto delle mie ansie, delle mie fobie, perciò se il pubblico ride vuol dire che non sono solo ed in più ho risparmiato soldi dell’analista”.

Com'è nata la collaborazione cinematografica con Ficarra e Picone?

“C’eravamo conosciuti anni prima a Palermo perché facevamo una trasmissione curata da Gianni Nanfa ed Ignazio Mannelli dal nome Grand’hotel cabaret, poi loro hanno avuto l’opportunità di girare il primo film “Nati stanchi” ed io l’opportunità di interpretare un sindaco a metà tra il sognatore l’imbonitore”.

Divertente la tua interpretazione del commissario di Polizia nel film "La Matassa". Esilaranti soprattutto le gag con Gaetano Pappalardo, nelle vesti del poliziotto tuttofare. Si percepisce che tra voi due c'è una vera e propria amicizia…

“Si, ma anche tanti anni di televisione fatta insieme. Poi, quando ci si diverte tutto viene più semplice e facile. Ed in quel film ci siamo divertiti veramente tanto”.

Nella serie "Incastrati" su Netflix, sei il dottor Tantillo, medico al servizio del boss. Sovente, le cronache raccontano che tutto ciò accade anche nella realtà. Come ti spieghi questa commistione?

“Nella vita purtroppo la realtà supera la fantasia e quando scrivi una sceneggiatura, stai attento a non esagerare per rendere credibile la storia, ma poi sei puntualmente smentito dai fatti di cronaca che superano in grottesco e di gran lunga l’inventiva”.

Con chi ti sarebbe piaciuto lavorare?

“Avrei un elenco telefonico di nomi con i quali avrei voluto lavorare, ma l’età anagrafica non me l’ha consentito. E poi chi l’ha detto che loro avrebbero voluto lavorare con me???”

Che genere musicale ascolti?

“Tutti, amo la musica in generale, però se devo rilassarmi, pensare, cominciare a scrivere qualcosa, non trovo niente di meglio che ascoltare i Beatles nella versione della London Symphony Orchestra”.

Il Catania ha stravinto il campionato di serie D. Dopo tante amarezze, adesso c'è un'alba nuova. L'effetto Pelligra ha funzionato. Sarai strafelice, credo...

E’ chiaro, spero che questo successo calcistico possa fungere da volano per un’altra promozione…”

Quale?

“Quella della mia città. Catania, in questo momento, si trova nei bassifondi di una classifica che mortifica tutti noi. E c’è poco da ridere. Anzi…”

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