La parola della domenica

Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello

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Rubrica ad ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.

Lc 6,39-45

Gesù inizia la sua missione con il discorso della Montagna. Non a caso. Per raggiungere la vetta deve faticare dobbiamo sudare, ci stanchiamo, ci viene voglia di fermarci, di prendere fiato. Una vocina all’interno ci dice” chi te lo fa fare?” E più bello scendere, E’ più bello attraversare le porte larghe che quello strette. Per seguire Gesù, dobbiamo morire. Dentro. Dobbiamo salire la montagna. Che è il simbolo delle difficoltà degli ostacoli che la vita ci presenta . Per fare cosa? Per ascoltare la Parola.  A volte si è considerato il discorso della Montagna come un insieme di regolette morali da osservare. Regole che si possono rispettare senza fatica ed impegno. Facciamo uscire dal nostro cervello questo pensiero. Gesù ci invita ad un cambiamento radicale. Profondo e vero. Poi mette davanti dei casi espliciti. Può un cieco guidare condurre con la mano un altro cieco? Quello che mi colpisce è la chiarezza delle parole di Cristo. Le parole di Cristo sono esplicite.  Possiamo comprenderle tutti. Non abbiamo bisogno della laurea o chissà di quali ragionamenti filosofici. Va dritto al cuore. Non sto qui a dire o a descrivere i singoli precetti. Sono un monito a vivere secondo Cristo.  E ci mettono per questo in crisi. Cristo ci chiama ad una vita autentica. A non essere ipocriti. A non vivere con tutte le maschere, a vivere nell’autenticità della sua Parola. A che serve decantare lodi e dire agli altri come fare, se non siamo prima di tutto noi i testimoni di Cristo. Essere Cristiani non è come ripetere la lezioncina al Catechismo, o  la poesia a scuola e aspettare che gli atri ci battono le mani. Essere Cristiani ci deve  rivoluzionare la vita, la mia e la tua, caro lettore del Gazzettino. Fino a farci chiamare “ Babbi” perché preferiamo perdere che creare torti agli altri, preferiamo morire invece di pugnalare alle spalle gli altri, preferiamo sacrificarci, invece, di sparlare e compiere azioni contro gli altri. Perché?  Non perchè vogliamo che gli altri ci dicono bravi, che siamo buoni. Quella di sentirci a posto. Di essere senza peccato di essere i migliori. Non cadiamo in questa trappola ingannevole. stiamo attenti.  Ce lo ricorda il Signore oggi. Ma come fare? Avere sempre davanti il vero senso della vita. La nostra. Conquistare la Patria Celeste. Andare davanti al nostro Signore misericordioso con il cuore puro. No, calma non facciamoci prendere dall’ansia di prestazione. La cosa da fare è aprire il cuore al Signore e iniziare un cammino. E pregare e poi pregare, e senza condannare nessuno, perché nessuno di noi è immacolato, ma senza disperare, perché Egli ci dona sempre la possibilità di ricuperare, di ravvederci, di ricominciare. Torna alla mente l’episodio dell’adultera, colta sul fatto e trascinata davanti a Gesù col proposito di lapidarla, e salvata da lui con la celebre frase: “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Quanta maldicenza, quante calunnie, quante vendette verrebbero meno, se ci ricordassimo , della pagliuzza e della trave, dei sassi che lanciamo. Quanto spesso siamo inclini a rilevare anche il più piccolo difetto altrui, senza riconoscere che noi non siamo migliori, anzi talora siamo  peggiori.  Stiamo bene attenti. Buon cristiano è chi è sincero, nell’impegno incessante di far corrispondere i propri comportamenti e le proprie parole all’insegnamento del buon Gesù: senza la presunzione di avere in ciò raggiunto la perfezione, essere  comprensivi circa i difetti altrui, cercando di correggerli anzitutto con l’esempio, e se fosse necessario intervenire con un richiamo  col sorriso, senza ergersi a giudice o maestro. Per i cristiani il Maestro è solo uno. Noi siamo invitati a guardarci l’un l’altro con lo sguardo di amore misericordioso con cui Dio guarda anche il più incallito dei peccatori. L’esempio del cieco che guida un altro cieco e tutti e due cadono nel fosso è stato spesso interpretato anche come un richiamo a quanti, pretendono  di ergersi a guide altrui, in tutti i campi, dalla politica alla scuola, dalla stampa all’economia. Al tempo di Gesù erano ad esempio i farisei, i quali si vantavano di essere perfetti osservanti della Legge e criticavano senza appello chi non era come loro (ricordiamo la parabola del fariseo e del pubblicano che vanno entrambi a pregare). E dopo Gesù ciechi sono quei cristiani sempre pronti a giudicare gli altri senza misericordia, dimentichi di quante volte anch’essi hanno potuto godere della misericordia di Dio. Coraggio fratelli. Basta guardarsi dentro. Dentro nel più profondo del nostro cuore e scoprirsi deboli, imperfetti. Ma il Signore e pronto ad offrici il suo braccio e il suo aiuto e con Lui non avremo paura.

Buona Domenica

Totò Sauna

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