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L’amara riflessione delle famiglie dell’associazione AmAutismo

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Oggi è la Giornata della consapevolezza sull’autismo ed è doveroso dare voce a chi con l’autismo convive ogni giorno. Lo facciamo pubblicando le riflessioni delle famiglie aderenti all’associazione AmAutismo presieduta dall’ing. Antonino Biondo. Riflessioni amare che però evidenziano la voglia di non mollare e di continuare a lottare. Ecco cosa scrivono:

“2 aprile – Giornata della consapevolezza sull’autismo. Una data simbolo per tutti, pesantemente vissuta dagli interessati e dalle famiglie. Imbarazzante parlarne in un Territorio ancora poco attento a parole, tratte dalle leggi vigenti, quali PAI, piani di assistenza individualizzati, progetto di vita, diritti per i fragili.

Un territorio che stenta nell’attuazione di servizi pubblici, sociosanitari assistenziali, erogati da ASP ed Enti amministrativi competenti (Comune in primo luogo), servizi che dovrebbero basarsi su un censimento degli interessati con relativi bisogni in tutte le loro fasce di età ed essere costruiti sinergicamente fra le parti.

Un territorio dove manca l’attuazione piena di un centro diurno sanitario a tutela di gravi e adulti, dove i diritti dei fragili non sono garantiti da un automatismo, non sono la declinazione naturale e l’applicazione di leggi a tutela dei deboli ma sono visti come frutto di lunghe ed estenuanti lotte condotte da parte delle famiglie e dei singoli.

Accanto agli aspetti positivi sviluppatisi in questi anni, quali un centro autismo in locali nuovi, ottenuti grazie alle battaglie dell’Associazione Amautismo per dare diritti a tutti, dove attualmente vengono erogate terapie prevalentemente ai minori, nonostante una maggiore consapevolezza delle famiglie, nonostante la crescita di un privato competente e professionale che spesso supplisce alle carenze pubbliche , l’associazione Amautismo registra ancora nel territorio di Gela la scarsa progettualità e la scarsa attuazione dei servizi, come appunto il centro diurno auspicato da anni e lungamente dibattuto soprattutto se si guarda all’età adulta e alla loro gravità. I diritti dei cittadini con autismo diminuiscono al crescere dalla loro età anagrafica e i supporti per loro si riducono drasticamente laddove sarebbe viceversa necessario incrementarli con maggiori, diversi e più efficaci, interventi. Si assiste alla perdita della rete sociale di appoggio per i minori, la scuola accanto ai servizi riabilitativi, senza che questa venga sostituita da strutture adeguate quali un centro diurno e da una rete socio sanitaria assistenziale che consenta a ciascun individuo fragile una vita dignitosa e dia integrazione sociale, che sia il fulcro dei suoi diritti, dove potere esprimere le proprie capacità o dove potere avere maggiore supporto e tutela. Se “il durante noi” viene vissuto in modo stressante dalle famiglie “il dopo di noi”, con tutte le sue incognite, viene visto in modo drammatico perché mancano ancora quei segni tangibili e concreti di cambiamento e restano le promesse, finite in illusione e le dichiarazioni non diventati progetti e realizzazioni.

In questo scenario per Amautismo Odv il Blue Day rappresenta combattere ancora per i diritti delle persone fragili con autismo, credere nel miglioramento e con consapevolezza non arrendersi e non mollare per una società giusta ed inclusiva”.

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