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L’importanza e le innovazioni della nave greca di Gela nella tesi di Giorgia Tinnirello

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Mentre in città proseguono i lavori per la costruzione del museo del mare, continua ad essere forte l’interesse intorno al valore del relitto greco-arcaico del V secolo a.C. che costituirà la punta di diamante del museo stesso. La studentessa gelese Giorgia Tinnirello, a conclusione degli studi in archeologia all’università Ca’ Foscari di Venezia, ha presentato una tesi in metodologia della ricerca archeologica dal titolo “La nave di Gela e la questione regionale”, sottolineando le caratteristiche della costruzione partendo dal metodo a mortase e tenoni scelto per l’assemblaggio degli elementi, fino all’analisi del carico che segue le indagini archeometriche ed evidenzia la provenienza occidentale della nave.

Sono tutti elementi che ribadiscono come le colonie della Magna Grecia, tra queste Gela, avessero nutrito un proprio stile nel linguaggio artistico e tecnologico traendo spunto dalla cultura dei loro “padri fondatori”, ma personalizzandola a loro volta. Ecco perché si parla allora di “questione regionale”, evidenziando le specificità del territorio sotto tutti i profili, compreso quello della cantieristica navale.

La tesi di Giorgia Tinnirello, che ha ringraziato la soprintendente ai beni culturali di Caltanissetta Daniela Vullo e il museo archeologico di Gela per il supporto ricevuto durante la fase più acuta della pandemia, racconta ancora una volta l’unicità assoluta della nave greca di Gela e l’importanza del ritrovamento per definire quanto e come la città avesse un ruolo predominante in tutto il Mediterraneo, specie nel periodo che oscilla tra il VI e il V secolo. Per la studentessa gelese, spazio adesso alla specializzazione in archeologia subacquea, sua grande passione.

(Nella foto, la studentessa Giorgia Tinnirello durante un’immersione)

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