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Lo sciopero degli autotrasportatori è arrivato a Gela

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Lo sciopero degli autotrasportatori è arrivato anche a Gela. Stamattina nella zona di uscita della città, ovvero nella via Falcone adiacente al Tribunale si sono apostati i tir in segno di protesta come avviene, già da qualche giorno nel resto dell’Italia, con un’adesione massiccia allo sciopero per il rincaro della benzina. Sono arrabbiati e non permettono a nessuno di avvicinarsi al posto di blocco.  In vari punti della nazione sono stati registrati disagi lunghe code, nella bassa lombarda, in Puglia e in Sicilia. La crisi conseguente al fermo dell’economia causato dalla pandemia produce effetti a lunga gittata. Momenti di alta tensione a Lecco dove un autotrasportatore, non aderente alla protesta, è stato fermato e aggredito con lanci di sassate da alcuni colleghi. E anche gli automobilisti stanno per subire un’altra conseguenza della protesta: a causa del blocco dei Tir, infatti, i distributori di carburante di Marche e Abruzzo, privi di nuovi rifornimenti, hanno quasi esaurito la benzina. E, secondo la Confartigianato trasporti delle Marche, “entro domani finiranno anche le scorte residue lungo la rete stradale e autostradale”.

Lo sciopero dei Tir sta facendo le prime vittime anche sul fronte occupazionale. “Da domani potrebbero essere circa 35.000 i lavoratori della Fiat che l’azienda manderà in cassa integrazione” denuncia il segretario nazionale della Uilm, Roberto Di Maulo, che sottolinea i danni non solo economici ma anche sociali causati dalla protesta degli autotrasportatori: la Fiat utilizza prevalentemente i Tir. Con lo sciopero si ferma anche la produzione. Chiuso lo stabilimento di Pomigliano.

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