Rete ospedaliera regionale: il no del governo Di Stefano

Il sindaco: "Gela penalizzata,siamo pronti ad impugnare gli atti"

A cura di Redazione Redazione
13 settembre 2025 10:17
Rete ospedaliera regionale: il no del governo Di Stefano  -
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Il sindaco e la Giunta sono nettamente contrari alla rete ospedaliera proposta dal governo Schifani.

" Il Governo regionale ha approvato, ancora una volta senza alcun confronto con i territori e con i sindaci, l’ennesima bozza della nuova pianta ospedaliera della Regione Siciliana.Un provvedimento calato dall’alto, quasi come un colpo di Stato istituzionale, che mortifica le comunità locali, ignora le richieste avanzate dai sindaci e non tiene conto dei tavoli di confronto aperti con associazioni, comitati e cittadini" -dice il primo cittadino che ritiene il "caso di Gela emblematico e gravissimo".
" Nonostante il nostro territorio sia riconosciuto come area SIN (Sito di Interesse Nazionale), con tutti i problemi ambientali e sanitari che ne conseguono,- dice Terenziano Di Stefano - la Regione ha deciso di ridurre ulteriormente i posti letto, cancellando di fatto il diritto dei cittadini ad avere una sanità dignitosa".

"Sono state prese decisioni in totale contraddizione- aggiunge - è stata prevista l’attivazione di una nuova UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) a Caltanissetta, mentre quella già prevista per Gela nella pianta del 2019 non è mai stata resa operativa. È stata trasformata la radioterapia di Caltanissetta da semplice a complessa, sottraendo ulteriori competenze a Gela e svilendo il ruolo che il nostro ospedale dovrebbe avere per l’intero comprensorio.Si giustifica questa politica di tagli e spostamenti con presunti calcoli matematici richiesti dallo Stato centrale, ma la realtà dimostra che non vi è alcuna logica di razionalizzazione: si taglia a Gela, mentre altrove si aprono nuovi reparti. A ciò si aggiunge l’inaccettabile metodo: i sindaci furono coinvolti solo per la prima bozza, mesi fa. Oggi siamo arrivati alla settima, forse ottava versione, senza che i territori siano stati minimamente informati o ascoltati. Una grave mancanza di rispetto istituzionale verso chi rappresenta i cittadini e ha il dovere di tutelarne la salute. La situazione a Gela è drammatica: reparti chiusi o ridimensionati, carenza cronica di medici, infermieri e operatori sanitari costretti a turni estenuanti, servizi essenziali che esistono solo “sulla carta” ma che non sono mai stati attivati nonostante le promesse dell’Assessorato.

Di Stefano è sul piede di guerra.

"Ribadisco con forza che non siamo disposti ad accettare questa ennesima umiliazione.Se la Regione continuerà a portare avanti questo scempio sanitario senza aprire un dialogo serio e costruttivo con i territori, ci riserviamo di impugnare gli atti e presentare ricorso nelle sedi competenti per bloccare una riforma che colpisce ingiustamente la nostra comunità.
Il territorio di Gela, già martoriato da decenni di industrializzazione e inquinamento, non può e non deve essere ulteriormente penalizzato. Chiediamo il ripristino e l’attivazione immediata dei reparti previsti e una sanità pubblica degna di questo nome, al servizio dei cittadini e non di logiche politiche incomprensibili".

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