Salvo La Rosa, "Sicilia da promuovere"
Disquisire con Salvo La Rosa, è interessante. Per molteplici motivi: è un attento osservatore, un veterano dell’intrattenimento televisivo (e non solo), un giornalista preparato ma soprattutto è una p...


Disquisire con Salvo La Rosa, è interessante. Per molteplici motivi: è un attento osservatore, un veterano dell’intrattenimento televisivo (e non solo), un giornalista preparato ma soprattutto è una persona perbene. Disponibile al dialogo, riflette prima di rispondere. Agisce di testa. E col cuore. Non si fa travolgere dagli episodi. Pacato come sempre, anche quando si parla di politica.
Allora caro Salvo, domenica scorsa ha trionfato il Centro Destra con numeri importanti. Ti aspettavi l’exploit di Giorgia Meloni?
“Era prevedibile. I sondaggi parlavano chiaro e sono stati ampiamente rispettati. Avremo per la prima volta nella storia della Repubblica, una donna come Presidente del Consiglio dei Ministri. Compito arduo. Il Centro Sinistra? Spaccato in ogni direzione!”
Anche alla Regione ci sarà un governo di Centro Destra con Renato Schifani presidente. Se potessi, quale suggerimento daresti al nuovo governatore?
“Di passare ai fatti, subito. Il tempo delle parole è finito da un pezzo. La nostra cara terra presenta innumerevoli problemi che bisogna assolutamente risolvere. E i politici sanno dove bisogna intervenire. Mi riferisco alla viabilità: strade e autostrade difficilmente percorribili e ferrovie abbandonate al loro destino. Non è accettabile che per raggiungere Palermo da Catania, il treno impieghi tre ore! Particolare attenzione dovrà essere dedicata al lavoro, alla sicurezza e a debellare la cancrena della mafia. Quest’estate abbiamo avuto il record di presenze di turisti in Sicilia. Ecco, bisogna puntare anche su questo settore. Chi arriva da noi, deve stare bene. E deve ritornare”.
Sicilia bella ed incantevole che però non riesce a decollare…
“Rimarco quanto ho appena detto: le gestioni politiche sono state sbagliate in tutti questi anni, troppi ritardi e troppe lungaggini. In ogni ambito. La nostra terra ha tutto: mare, sole, cultura, montagna, archeologia. Una terra straordinaria, una delle bellezze italiane che deve essere solo promossa in ogni dove ma con fatti concreti”.
In effetti sono i fatti che dimostrano, le parole illudono...
Il trend è negativo, caro Salvo: troppi giovani lasciano la Sicilia per emergere. Un’emorragia continua
“E’ la cruda e dura verità. Bisogna creare occasioni di sviluppo, intercettare le risorse. Si parla tanto del Pnrr. Ecco, in modo corretto, occorrerà spendere al meglio quei soldi per garantire un futuro ai giovani. Anche io personalmente testimonio la prova provata di quello che succede in Sicilia. I miei due figli, Gianluca di 31 anni e Giuliano di 29, hanno dovuto lasciare la propria terra d’origine per cercare un lavoro. Gianluca, dopo avere frequentato la scuola del cinema a Cinecittà, è un assistente alla regia e – sono contentissimo – sta ottenendo ottimi risultati; Giuliano ha conseguito la laurea in Economia e Finanza e attualmente lavora a Berlino”.
Parliamo della tua attività di “bravo presentatore”, così come la definirebbe Nino Frassica. Con chi avresti voluto lavorare in tutti questi anni e perché?
“Ho avuto l’onore e il piacere di lavorare con grandi artisti, in primis con Pippo Baudo. Mi lega a lui una profonda e sana amicizia. Ci sentiamo spesso e volentieri e dispensa tanti consigli. Sono il suo allievo. Non dimenticherò mai quando mi lanciò al festival di Sanremo. Nel 2002 e nel 2003 ho condotto su Rai1 i collegamenti con le giurie. Un’esperienza unica…”
Hai glissato la domanda? Con chi ti sarebbe piaciuto lavorare?
“Ci sarei arrivato (ride). Uno su tutti, il compianto Piero Angela. Un uomo semplice, un divulgatore scientifico eccezionale che arrivava al cuore della gente. Anche suo figlio non è da meno. Mi sarei divertito come un pazzo se avessi lavorato con Mike Bongiorno e con Renzo Arbore. Quest’ultimo ha rivoluzionato il modo di fare televisione. Il migliore in assoluto”.
Hai conosciuto numerosi artisti, presumo che con tanti di loro hai pure instaurato un rapporto amicale. E’ così?
“Assolutamente si. C’è profonda stima e rispetto con tutti. L’elenco sarebbe lunghissimo, ma mi piace sottolineare il grande rapporto di amicizia che ho con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, con Gigi D’Alessio (un fenomeno umano), con il mio fraterno amico Mario Biondi e con lo strepitoso Gianni Morandi. Oltre alla professione, c’è quella parte umana che prende il sopravvento. Con Enrico Guarneri “Litterio” c’è un feeling che dura da un quarto di secolo. Siamo una coppia da palcoscenico che si è sempre ritrovata, al di là di ogni copione. C’è un appuntamento a cui siete tutti invitati: il prossimo anno spegnerò 60 candeline, Enrico compirà 70 anni e insieme taglieremo il nastro dei 25 anni…”
Parlando di tv, chi avresti voluto ospitare nei tuoi programmi e non sei riuscito nel tuo intento?
“Sinceramente quelli che ho voluto fossero presenti in trasmissione, ci sono stati. Ho condotto oltre 2600 puntate in 21 anni di “Insieme”, dal 1994 al 2015. Se non è un record, poco ci manca.”
E la soddisfazione più grande?
“Quella che io definisco la puntata della vita. Per la scomparsa di Giovanni Paolo II (2 aprile 2005), ho chiesto a tutti i comici che avevano calcato il parterre di Insieme di lasciare perdere, in quell’occasione funesta, il proprio repertorio e di declamare alcune poesie e lettere scritte dal Papa. Il tutto accompagnato dalle melodie di un’orchestra di 8 elementi diretta da Peppe Arezzo. La trasmissione, che andò in onda tre giorni dopo la scomparsa del Pontefice, ebbe un successo senza precedenti, perché tutti noi siamo stati ammaliati dalla bontà del Papa polacco e dalla sua immensa generosità. E seguendo proprio il suo pensiero, la produzione di Insieme decise di realizzare un dvd di quella puntata che fu poi venduto in allegato al quotidiano “La Sicilia”. Il ricavato fu devoluto in beneficenza alla Caritas per la realizzazione di due case di accoglienza nel Catanese. Nel nostro piccolo, riuscimmo a regalare un sorriso a chi soffre. Si, a distanza di anni continuo a definirla la puntata della vita”.
L’ultimo libro che hai letto?
“Sto leggendo, su suggerimento di mia moglie Daniela, “I leoni di Sicilia, la saga dei Florio” di Stefania Auci”.
Favorevole alla realizzazione del ponte sullo stretto?
“Purché si sistemi, sul serio, l’asse viario in Sicilia”.
C’è chi fa un uso distorto dei vari social, Facebook su tutti. Dati alla mano, è risaputo che alcuni cronisti (o presunti tali) si fidano ciecamente di quello che trovano e ripubblicano senza accertarsi. Definirlo abominevole è poco
“D’accordo con te. Un vero cronista deve scovare la verità e documentarsi prima di scrivere. I social non rappresentano un giornale. Tante sono infatti le fake news che circolano in giro. La finalità dei social è un’altra. Curati e costantemente aggiornati, sono utili per tutti. Ma con estrema moderazione”.
Parecchie volte sei stato a Gela. Cosa ti ha colpito in particolar modo?
“Sono sempre stato accolto benissimo dai tuoi concittadini. Mi vogliono un gran bene e io a loro. E’ una città che potrebbe vivere di luce riflessa per la posizione geografica che occupa. Anche in questo caso, così come accade per altre realtà, bisogna intervenire per renderla a misura d’uomo. Cosa non mi piace? L’abusivismo edilizio dilagante che ho visto in alcune zone. Quei palazzoni grezzi sono un colpo al cuore…”
Che genere musicale ti piace ascoltare?
“Ascolto tutto, soprattutto per il lavoro che svolgo. Amo principalmente il soul jazz, il rhytm and blues, la musica italiana e la classica”
Hai un gruppo o un cantante che segui con interesse?
“No, ma mi emoziono quando ascolto Claudio Baglioni e Stevie Wonder”
Contento del nuovo Catania?
“Due partite, due vittorie. Non c’è male. Il rischio di non vedere più giocare la squadra rossazzurra era molto concreto, dopo il fallimento della matricola. Poi, fortunatamente, è arrivato Ross Pelligra. Molto simpatico e con idee e progetti importanti”.
Attualmente ricopri il ruolo di direttore artistico del gruppo editoriale Ses. Cosa consigli ai giovani che vogliono affacciarsi al mondo dell’intrattenimento televisivo e radiofonico?
“Bisogna guardare al proprio interno, studiare sodo e fare emergere le proprie qualità. Quello che faccio è un lavoro bellissimo che mi regala tante soddisfazioni e che – mi auguro - possa regalarne anche agli altri. Se si impegneranno, così come ho fatto io”.
Il tuo sogno nel cassetto?
“Diventare nonno e dedicare il mio affetto incondizionato ai nipoti. Sarebbe bellissimo”.
Al precedente aggettivo qualificativo, ne aggiungiamo un altro, tanto caro a Salvo: straordinario.