Confisca beni per 40 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza di Catania: destinatario del provvedimento emesso dal Tribunale etneo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dopo accurate indagini avviate dal Gico del Nucleo di Polizia Economica Finanziaria, è l’imprenditore Emanuele “Lele” Greco. Secondo l’accusa, “tramite l’appoggio delle famiglie mafiose gelesi riconducibili a Cosa Nostra” sarebbe “riuscito a imporsi nel mercato degli imballaggi di cartone”. Arrestato nel 2019 nell’ambito dell’operazione ‘Ghost Trash’, Greco è stato rinviato a giudizio per “aver fatto parte di ‘Cosa nostra’ e, in particolare, del clan Rinzivillo di Gela, operante nelle province di Caltanissetta e Ragusa. Secondo la Dda di Catania, l’imprenditore avrebbe “costituito un patrimonio societario e immobiliare grazie ai proventi delle attività illecite di estorsione, rapina e riciclaggio, riuscendo inoltre, tramite l’appoggio delle famiglie mafiose gelesi riconducibili a Cosa Nostra, a imporsi nel mercato degli imballaggi di cartone”. I finanzieri hanno messo sotto sigillo sette società e imprese individuali del Ragusano operanti nel settore dell’ortofrutta e del packaging; 18 fabbricati, tra unità abitative e capannoni; 16 appezzamenti di terreno in provincia di Ragusa; un’autovettura e un motociclo. Greco ė stato condannato in via definitiva per sequestro di persona, estorsione, furto, porto e detenzione di armi.