Sequestro di beni e di 800 mila euro ad una società iblea

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ragusa, con il coordinamento della Procura della Repubblica iblea, hanno eseguito, un sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre 800...

A cura di Redazione Redazione
07 marzo 2024 11:10
Sequestro di beni e di 800 mila euro ad una società iblea -
Condividi

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ragusa, con il coordinamento della Procura della Repubblica iblea, hanno eseguito, un sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre 800.000 euro nei confronti di un gruppo che commercializza prodotti ortofrutticoli.
L’attività investigativa dei finanzieri della Compagnia di Vittoria, scaturita dal fallimento
di una società ipparina, ha permesso di far emergere compietamenti illeciti e distrattivi degli indagati, per sottrarsi al pagamento di debiti erariali quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, tramite il trasferimento fraudolento degli asset societari a una nuova impresa operante nel medesimo settore, formalmente intestata alla moglie del rappresentante legale della società fallita.

Il prosieguo delle indagini, eseguite anche mediante accertamenti bancari e patrimoniali, ha consentito di disvelare come la nuova impresa abbia provveduto a far assumere fittiziamente i propri dipendenti ad una società terza, risultata essere una cartiera (ovvero un’azienda priva di mezzi e strutture, intestata a un prestanome, creata con l’unico scopo di generare illeciti vantaggi fiscali), di fatto riconducibile al medesimo imprenditore vittoriese, la quale ha emesso fatture oggettivamente inesistenti per la somministrazione di manodopera.
Questo meccanismo ha permesso all’organizzazione di ottenere un indebito risparmio d’imposta per la nuovq società, quantificato in oltre 500.000 euro, e di far ricadere gli oneri contributivi sulla cartiera, che non ha mai provveduto ad alcun adempimento fiscale e previdenziale.
È stato accertato il reinvestimento di circa 300.000 euro di provviste illecitamente accumulate, tramite un sistema di giroconti, in un ulteriore impresa del settore della ristorazione, anch’essa riconducibile alla moglie del rappresentante legale della società fallita.

L' indagine si è conclusa con la denuncia di tre persone per i reati di emissione ed utilizzo
di fatture per operazioni inesistenti, di bancarotta fraudolenta e di autoriciclaggio.
Il Gip del Tribunale di Ragusa, accogliendo la richiesta del Pm, ha condiviso il quadro probatorio ed ha disposto il sequestro del complesso aziendale e di somme di denaro e beni fino alla concorrenza di oltre 800.000 euro, e il rinvio a giudizio degli indagati.

Segui