Cronaca

Smantellata Girgenti acque: politici coinvolti

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“Non potrà conseguire il riequilibrio economico”. Per questo motivo il tribunale fallimentare di Palermo ha dichiarato il fallimento della Girgenti Acque, già commissariata, e della società Hydortechne, società collegata anch’essa colpita da interdittiva antimafia. I timori preannunciati da questo giornale qualche giorno fa di un possibile fallimento che non poteva essere salvato dalla gestione commissariale si sono palesate.

Così, ai commissari arrivati dopo l’interdittiva antimafia ricevuta nel 2018, dopo l’indagine sulle assunzioni, adesso arrivano quello che era stato definiti dalla nuova dirigenza il “commissariamento dei commissari”, con tre curatori fallimentari che gestiranno le casse dall’azienda. Con più della metà della provincia (ad eccezione dei comuni “ribelli” che non hanno mai ceduto le reti) che resta sulla carta senza un ente fornitore, la distribuzione idrica adesso rimane di competenza al commissario nominato dalla prefettura, che però utilizzerà una contabilità separata, ripartendo da zero dopo una “mala gestio” che perdura da tempo e che aveva portato un debito stimato sui cento milioni di euro.

Una vasta operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento è in corso su tutto il territorio nazionale. Al centro di tutto ci sono i vertici, passati e presenti, della società Girgenti Acque. Militari dell’Arma dei Carabinieri e della Tutela per l’Ambiente, della Guardia di Finanza e personale della Direzione Investigativa Antimafia, stanno eseguendo una serie di misure cautelari personali nei confronti di diversi soggetti accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari e in materia ambientale.

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