Stupro. Giudice (Cgil): “la vittima non é mai responsabile. Mai!”

Ha destato sdegno e rabbia lo stupro del branco al Foro Italico. In sette contro una. Eppure quello stupro non ha soddisfatto i sette ragazzi di Palermo che la notte del 7 luglio scorso avrebbero viol...

A cura di Redazione Redazione
21 agosto 2023 12:30
Stupro. Giudice (Cgil): “la vittima non é mai responsabile. Mai!” -
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Ha destato sdegno e rabbia lo stupro del branco al Foro Italico. In sette contro una. Eppure quello stupro non ha soddisfatto i sette ragazzi di Palermo che la notte del 7 luglio scorso avrebbero violentato una diciannovenne in un cantiere abbandonato. Dopo la denuncia di lei, avevano pensato di punirla, minacciandola per farle rimangiare le accuse. Si legge anche questo nell'ordinanza del Gip di Palermo che ha portato all'arresto dei sette giovani. L'idea di una spedizione punitiva era venuta a due dei quattro finiti in manette soltanto ieri, dopo che altri tre complici erano stati arrestati.

Sull' episodio si è pronunciato il responsabile sindacale della Cgil regionale, Ignazio Giudice:

"Si rimane sgomenti nel leggere il racconto dello stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo - dice Giudice - Lo stupro è uno di quei reati indefinibili perché non basta affermare che fa schifo, va oltre la disuminità, oltre il paragone (inopportuno) con il più aggressivo degli animali.

Ciò che è accaduto, non è accaduto perchè Palermo è una metropoli poco sicura, perchè il sud è abbandonato ma è accaduto perché ancora viviamo in una società maschilista in cui la donna viene vista come un oggetto. Ma per fortuna questa 19enne ha avuto il coraggio di parlare e di denunciare la premeditazione e la brutalità di 7 giovani che probabilmente, galvanizzati dall'essere gruppo, hanno deciso di compiere un crimine terribile la cui pena  (da 6 a 12 anni) è un ulteriore oltraggio!

Non esistono alibi, non è MAI  responsabilità del genere femminile, la vittima NON è MAI  colpevole! Ed è di fronte a fatti come questi che ci si chiede:"dove stiamo andando?" Quale società è quella in cui le coscienze e l'empatia sono appiattite di fronte a cellulari sempre accesi? Quali strumenti hanno le famiglie e la scuola se poi li fuori 7 giovani, una sera di estate, pensano non solo di far bere per stuprare ma anche di riprendere l'atto come se fosse un film porno? Sono domande che mi pongo apparentemente semplici nella risposta teorica ma a quanto pare di difficile attuazione in questa società così liquida, mutevole e probabilmente per tanti  giovani di oggi troppo complessa per essere affrontata senza il giusto appiglio dei valori".

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