Niscemi – Giuseppe Maida non smette di servire il territorio. Dopo l’ultimo incidente mortale che ha falcidiato due giovani vite ne pensa un’altra. Si improvvisa tassista volontario per salvare vite.
L’ obiettivo primario di questa nuova e impegnativa iniziativa è sensibilizzare i compagni di viaggio a chiamare, prima i parenti o amici, e poi, se non dovessero trovare nessuno subito chiamare lui per aiutarli a ritornare. “Gli amici dovranno rendersi conto – spiega Maida – che chi guida non è in grado di sostenere (per qualche motivo) la guida in sicurezza.
Voglio arrivare ad un rapporto sincero tra figli e genitori per tutelare la propria incolumità. Ogni nostro giovane che perisce per un incidente, muore una parte di futuro della nostra Comunità. È un lutto per tutti non solo per la famiglia d’appartenenza.
Dobbiamo iniziare a fare qualcosa per questi ragazzi invece di ripetere “non sono buoni a nulla”; “sono tutti drogati o ubriachi”; “pensano solo a divertirsi senza guardare il pericolo”. Mio zio prete mi ha sempre ricordato che ‘Chi Salva una Vita salva se stesso’!” Il pensiero va a Marika e Rocco: “non meritavano di lasciarci – continua Maida – non lo meritavano tanti altri giovani che purtroppo son scomparsi a seguito di tragici incidenti stradali.
La perdita di questi meravigliosi ragazzi mi ha profondamente scosso e spinto a fare qualcosa di utile per la loro giovinezza, vissuta come un sogno fantastico, senza preoccupazioni e con una disinvolta incoscienza. Per sostenere, aiutare, proteggere e consigliare i nostri straordinari giovani dobbiamo agire noi genitori, trasmettere loro valori umani, di solidarietà, di assoluto rispetto per la vita e per le persone, soprattutto quelle meno fortunate di noi. Dobbiamo rimetterci vicino ai nostri figli, abbracciarli, ascoltarli, parlando delle loro ansie e delle loro preoccupazioni. Donare loro il nostro tempo, affetto, attenzioni, protezione e non soltanto il denaro per divertirsi a qualsiasi costo. Io spero che non accadano più questi fatti luttuosi che sconvolgono le famiglie e l’ intera nostra comunità. Mi auguro che i ragazzi riflettano assieme ai loro giovani genitori affinché Marika, Rocco e gli altri giovani non siano morti invano” .
Non è stata quella di oggi una giornata caldissima, anzi dal cielo è scesa anche qualche goccia d’acqua ma nonostante tutto non sono mancati gli incendi.
L’ultimo dopo le 21. In fiamme una vasta area incolta a ridosso delle villette di Borgo Valentina. L’abbondanza di sterpaglie molto fitte ed alte ha alimentato un incendio vasto e con fiamme alte.
Dopo un lungo e doloroso iter giudiziario, si è finalmente chiuso con una piena assoluzione il calvario processuale di un uomo ingiustamente accusato in più occasioni dalla ex coniuge. Difeso dall’Avv. Salvatore Incardona, il cittadino è stato riconosciuto ancora una volta innocente in un procedimento penale che lo vedeva imputato per presunta violazione dell’art. 388 c.p., reato per il quale questa mattina è stata pronunciata sentenza assolutoria da parte del giudice Marica Marino “per non aver commesso il fatto”.
La vicenda giudiziaria ha avuto inizio con una prima querela da parte della ex moglie per violazione dell’art. 392 c.p. (esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose), conclusasi già nel dicembre 2023 con una sentenza di assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”. A questa sono seguite ulteriori iniziative giudiziarie, anche in ambito civile, che hanno contribuito a delineare una situazione persecutoria ai danni dell’uomo.
L’Avv. Salvatore Incardona, legale difensore dell’imputato, ha dimostrato in sede dibattimentale l’assoluta infondatezza delle accuse, provando documentalmente e attraverso fonti testimoniali come il proprio assistito non avesse mai violato alcuna norma di legge. Al contrario, è emersa con evidenza una condotta reiteratamente strumentale da parte della ex moglie, con la proposizione di querele infondate, verosimilmente finalizzate a danneggiare moralmente e giuridicamente il proprio ex coniuge.
L’assoluzione odierna segna un punto fermo nella lunga vicenda processuale e apre ora la strada ad eventuali azioni legali per la tutela dell’onore e della dignità dell’uomo ingiustamente accusato, con l’ipotesi di promuovere un procedimento per calunnia e, in sede civile, per lite temeraria e abuso del diritto.