L'occhio del bello

Un “Ricordo” per rievocare la Storia. La street art per ridare dignità all’immagine di Gela 

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C’è una targa che spiega cosa si trova oltre il muro. Oltre quel muro che fino a qualche giorno fa era un rudere in bella vista nella strada principale della città, nel salotto del centro storico. E poi c’è un’altra targa, distante solo qualche metro, in cui vi è la narrazione di un’altra storia, legata ad un personaggio iconico, di quelli che appartengono a tutti. La storia di una comunità. “Ricordo”, l’opera realizzata da Roberto “Robico” Collodoro, evidenzia in maniera chiara – ancora una volta – non solo la bellezza della street art, ma anche la sua funzione sociale nella riqualificazione di aree degradate.

Lo fa in questo caso riaccendendo i fari dell’attenzione sulla chiesa di San Rocco, edificata nel Settecento e ancora presente nei suoi preziosi ruderi oltre quel muro di tufo: un bene culturale da recuperare, per intenzione stessa dell’artista e del Rotary club che ha commissione l’opera con visione lungimirante. Con la collaborazione, è bene sottolinearlo, di Comune e Soprintendenza ai beni culturali: perché è proprio la sinergia operativa fra pubblico e privato, nelle piccole e grandi cose, che determina il cambiamento.

In questo scenario c’è anche il dolcissimo ricordo di Crocifisso Morello, “Ciuneddru”, scomparso lo scorso gennaio. Si racconta anche la sua storia, rievocando quella bancarella di giocattoli che per mezzo secolo ha visto attraversare volti, emozioni, scorci di vita. Anche questa è storia, anche questa è rappresentazione dell’identità di una comunità ed è proprio ciò che Gela sta cercando di fare in questa fase, provando a ritrovarsi e a fare pace con se stessa. Con fatica certo, timidamente, ma con crescente consapevolezza. 

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