L'occhio del bello

La necropoli di via Di Bartolo, la “Speranza” di una città che ritrova la sua storia 

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Quando sarà ultimato, diventerà un museo a cielo aperto grazie al finanziamento di Open fiber, l’azienda che sta curando i lavori di posa della fibra ottica. Nel frattempo, la necropoli di via Di Bartolo continua a riservare sorprese nel corso della nuova indagine archeologica avviata nei giorni scorsi, che ha permesso di ritrovare lo scheletro di una fanciulla in perfetto stato di conservazione (con la dentatura ancora totalmente integra) e anche altri reperti da aggiungere al vastissimo corredo funerario: soprattutto una lekythos e uno stamnos, rispettivamente un contenitore di ceneri funerarie e un contenitore di profumi. Unicità che si aggiungono a quanto già scoperto negli scorsi mesi.

E si continua a scavare, con la consapevolezza che dalla nuda terra arriveranno nuovi segni di una storia gloriosa, quella di Gela greca. C’è grande entusiasmo intorno al sito di via Di Bartolo, ribattezzato “la necropoli dei bambini” dato che i resti umani rinvenuti fino ad oggi erano proprio di cittadini morti in tenerissima età. Ma a colpire è anche un altro aspetto. Per ben due volte i lavori in via Di Bartolo sono stati bloccati a causa dei più disparati incidenti – compreso lo sversamento di liquami – eppure ancora oggi la bellezza del passato continua a riemergere.

Magari è un segno, l’ennesimo, di quella speranza che Gela ritrova quando riesce a riscoprire il suo grandioso passato, che può ancora trasformare in meglio il presente e soprattutto il futuro. Altro segno: proprio “Speranza” è stata ribattezzata la fanciulla il cui scheletro intatto è stato rinvenuto nei giorni scorsi.  

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